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Corno Cieco / Blinnenhorn 3374 m |
Itinerario di Cicloalpinismo impegnativo con discese tecniche ed esposte.
Il Corno Cieco, o forse più esotico chiamarlo Blinnehorn, è una montagna simbolo dell'escursionismo in Val Formazza. CON la bici induce cecità permanente x autoerotismo (da cui il nome).
Start da Riale 1750 con ampio parcheggio.
Riscaldamento con il classico giro del Gries, ben noto oramai da parecchi anni:
https://itinerari.mtb-mag.com/tours/view/1014
Dal Passo del Corno 2525 m la nostra meta sembra irraggiungibile e lontanissima, proprio in cima al ghiacciaio del Gries.
Atterrati belli caldi e barzotti a quota 2100 e schizzi cambiamo assetto e con un Breve Spintage ® su sentiero autostradale guadagnamo il Rifugio Città di Busto 2482 m (brevissimo pedale). Se avete tempo potete fare anche una partitella a calcio scapoli-ammogliati nell'enorme Piano dei Camosci (il campo da calcio c'è davvero).
Al termine della piana perdiamo banalmente quasi un centello fin sotto la diga dei Sabbioni e lo riguadagnamo faticosamente rimanendo sulla sx orografica.
La ciclabile che costeggia il Lago dei Sabbioni (okkio a non finirci dentro nei passaggi stretti) è da cartolina con colori glaciali e la Punta d'Arbola a dominare il palcoscenico. L'ottimo rifugio Claudio e Bruno 2700 m è quasi una formalità fatta di pedale alternato al Breve Spintage ®. Approfittate dell'ospitalità di questo rifugio, davvero encomiabile !
http://www.rifugi-omg-formazza.it/
I sani di mente possono fermarsi qui, godere di un panorama maestoso e tornare a valle belli trulli. I disadattati invece caricano la biga in groppa e prendono il ripido sentiero alle spalle del Rifugio. Per oltre 400 m di dislivello la meta non è visibile ma i ghiacciai dei Sabbioni e del Hohsand tentano di darci una spiegazione per tanto sadismo mentre affrontiamo rampe mortalmente ripide su fondo caraibico prima e sfasciumi dopo.
Sbucati a quota 3140 m NEL ghiacciaio del Gries tutto torna ad avere senso compiuto. Il mare di ghiaccio incastonato tra il Corno Cieco e quello dei Camosci è impressionante per bellezza e dimensione. La cima è ancora faticosamente lontana ma il riscaldamento globale ci regala persino tratti panoramicissimi a pedale sulla liscia cresta di avvicinamento all'ultimo cimento letalmente scosceso.
Cima !
Panorama a 360 indescrivibile, uno scoglio in una mare di ghiaccio. StraTOP !
Discesa ON, ci si tuffa direttamente nel mare di ghiaccio.
A dispetto della quota, dell'inclinazione del pendio e apparentemente del fondo la ciclabilità è ottima con solo pochi passi a piedi in alcuni cambi di direzione.
Anche il ripidissimo tratto sotto la cima grazie al grip sabbioso è domabile. Si gode a lungo in un contesto unico ed esaltante ripercorrendo la traccia di salita ben memorizzata poco prima.
Sotto il waypoint a 3100 il terreno diventa più roccioso e con varie possibilità di discesa ma rimaniamo in sella praticamente fino al Rifugio incluso l'ultimo Vert. Cecità totale.
Dal Rifugio alla diga flow a nastro ma anche qualche bel passaggino impegnativo.
Attraversiamo la diga e cambiano lato su fetente salitella (erroneamente la traccia segue poi un ingannevole traverso lungo una espostissima tubatura). Ripresa la retta via ci spariamo altri 400 m di eterogenea lussuria fatta di flow alternato ad del buon tecnico e anche un po' di rolling stones prima del torrente. Qui la cecità ci gioca un brutto scherzo. Anzichè risalire brevemente verso il Città di Busto e ricongiungersi col classico da Bettelmatt ci imbuchiamo nella gola su ardita traccia (vietata x caduta massi). Inizialmente molto bene anche se faticosamente impegnativi poi man mano sempre peggio con finale non ciclabile (circa 150-200 D-). Da evitare, state alti su sponda orografica sinistra.
Giretto attorno al lago di Morasco e siamo alla meritata birra.
In conclusione un itinerario assolutamente da non perdere in un ambiente non sempre selvaggio ma direi unico.
#JAGTeam
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Commenti
marco
05.09.2018 18:46