|
IL MIO GIRO DELLE PALE |
Un itinerario che inizia con un impatto paesaggistico proprio eccezionale è il giro delle Pale.
E’ un anello che escludendo i tratti di funivia, si sviluppa in 49km e circa 1100m di dislivello in salita e ben 2700 m di dislivello in discesa.
E’ possibile affrontarlo oggettivamente anche con una front a patto che si abbia una sufficiente sicurezza in discesa, altrimenti si rischia di dover fare troppa strada a piedi.
Partenza da S.Martino di Castrozza : escludendo le soste per le foto e per l’attesa della funivie, ci ho impiegato circa 4ore e 15minuti.
In funivia salgo agevolmente fino al Bar Colverde per poi prendere il secondo troncone.
Perdo la coincidenza e devo attendere circa 15 minuti per la corsa successiva.
Salgo nella cabina e mi trovo come mosca bianca, avvolto da una marea di turisti amanti del trekking che inizialmente mi guardano incuriositi, poi iniziano a farmi un sacco di domande sulla mia “impresa” in MTB.
Mi trovo presto catapultato direttamente ai 2700m della stazione a monte della funivia.
Qui si apre subito un paesaggio eccezionale che è difficile descrivere a parole.
Sono preoccupato per due cose: il segnale di divieto e la presenza di un sacco di gente che è diretta verso il rifugio Rosetta e che mi impedirebbe di godermi appieno della discesa.
E’ brutto dirlo ma infischiandomene del divieto salgo in sella ed inizio la discesa verso il Rif. Rosetta disposto però a scendere dalla bici ogni qualvolta incrociassi anche una sola persona a piedi.
Mi sorprende invece la gentilezza di questi amanti della montagna : mi danno tranquillamente strada, apostrofandomi con battute divertenti o complimenti vari…..quindi mi sento in dovere di ringraziarli e di offrirgli anche un po’ di spettacolo….
Questo significa che se si usano le buone maniere la convivenza di diverse attività sugli stessi sentieri è senz’altro possibile.
Dopo il Rif. Rosetta la faccenda si fa dura : il sentiero 756 , pur essendo quasi sempre ben definito presenta molti tratti con fondo sassoso che mi fanno pensare quanto meglio sarebbe avere una full magari con escursioni generose, comunque proseguo non velocissimo, ma anche senza particolari difficoltà.
Il paesaggio è sempre da sogno e in più dal Rif. Rosetta in poi non incontrerò più anima viva !!!.
E’ incredibile il silenzio che si può notare quando ci si ferma, soli, sull’altopiano delle Pale…. Scatto alcune foto e mi metto a pure a gridare perchè mi diverte sentire l’eco della mia voce che rimbalza sulle pareti che mi circondano.
Mi sento fortunato a trovarmi qui a 2600 m dove basta fare un piccolo salto per toccare il cielo, in una giornata splendida che quasi mi dispiace dover proseguire.
Mi rendo anche conto che la discesa in questi luoghi non ammette errori soprattutto se si è soli.
Una caduta anche banale o sfortunata, potrebbe avere conseguenze serie perciò affronto il percorso con la necessaria cautela ed evito rischi inutili scendendo dalla bici qualche volta in più.
In ogni caso, a farla grande sarò sceso circa una decina di volte dalla bici, per tratti al massimo di una decina di metri.
Dopo un breve saliscendi arrivo al Passo Antermarucol, dove prendo il sentiero 761 che presenta inizialmente un breve tratto di salita, poi un breve tratto di sentiero esposto dove bisogna fare molta attenzione.
Nella zona del Sasso Negro devio a sinistra verso Casera Campigat : qui inizia un bel sentiero a tornanti decisamente più facile dei tratti percorsi in precedenza.
Arrivo rapidamente a Casera Campigat una baita molto carina che sorge in un posto incantato.
Dietro la Casera percorro l’omonima forcella da dove inizia un single track a tornanti, molto impegnativo perché molto ripido e con un fondo che pur essendo in prevalenza compatto, presenta diverse zone umide e molti ostacoli (taglia acqua, scalini, radici) spesso proprio sulle traiettorie essenziali per fare bene le curve.
Arrivo a Gares e rapidamente raggiungo Canale d’Agordo alternando una forestale ciclabile con la strada asfaltata.
Giro a destra prima del ponte e percorro la ciclabile sterrata fino a Falcade.
Visto l’orario e considerando che a pranzo avrò degli ospiti, decido di prendere la Seggiovia che mi porterà al Rif.Le Buse, risparmiandomi un po’ della salita del passo Valles.
Dopo la funivia una breve e facile discesa sterrata porta alla strada del passo Valles che percorro prima in salita e poi in discesa verso l’incrocio con la sterrata della val Venegia.
Il passaggio in Val Venegia regala vedute veramente spettacolari e in più, il sentiero sale fino a Baita Segantini, mantenendo sempre pendenze e fondo facili.
Da qui evito la sterrata che scende verso il passo Rolle e mi avventuro per alcune tracce sui prati inventandomi un po’ un percorso più divertente.
Giungo all’asfalto del Rolle per scendere verso San Martino, passando per Malga Fosse e rendendo più giocosa la discesa sui single track che tagliano i tornanti asfaltati.
Il giro è fisicamente più impegnativo sui tratti di discesa soprattutto se affrontato con una front.
Tutti le salite percorse sono relativamente facili.
Come impressione finale, la discesa dal Rosetta e sensazionale per il paesaggio che ci circonda.
La parte da Gares all’imbocco della val Venegia l’ho trovata piuttosto banale, soprattutto se confrontata con i sentieri percorsi poco prima, ed è un peccato che non ci siano alternative ciclabili per evitare l’asfalto tra Falcade e Val Venegia (avrei potuto tentare la salita verso il Rif.Bottari e fare poi a piedi il tratto fino a forcella Venegia, ma non avevo tempo per sperimentare soluzioni alternative).
La val Venegia è bellissima, anche perché oltre al fantastico paesaggio dominato dal Mulaz e dal Cimon della Pala è un sentiero piacevole alla portata di tutti.
La discesa verso San Martino è veloce e molto divertente… peccato duri poco.
Scarica la nostra app gratuita per navigare gli itinerari e mandarli al Garmin: ANDROID, iOS
Cartina
Se l'itinerario è incompleto o presenta dei problemi segnalacelo attraverso il nostro modulo di contatto: Modulo di contatto.
Commenti
enricone
24.11.2012 22:00