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GT Rutor 3001 m |
Itinerario di Cicloalpinismo con lunghi portage, discese tecniche ed esposte e passaggi attrezzati.
Astenersi Milanesi Imbruttiti.
Grandioso Tour al cospetto del M.Bianco al mattino e del ghiacciaio del Rutor nel pomeriggio in una delle poche zone, per me, ancora non esplorate.
Start da Villaret (La Thuile) 1500 m comodo parcheggio.
Bella forestale fino a Folliex 1950 m su pendenze morbide. Al termine della poderale 2 spintarelle e imbocchiamo subito prima discesina da educande su sentiero che neanche la sig.a Luisa (quella che comincia presto e finisce presto) riuscirebbe a pulire meglio. liSSio e assolutamente perfetto. Troppo facile.
Arrivati in vista della regionale la schifiamo sdegnati e ci infrattiamo su traccia selvatica alla ricerca di un po' di Ravanage Furioso. Riconquistato il sentiero dopo non poca fatica (ovviamente questa parte la potete evitare semplicemente seguendo la SR per pochi cento metri) pedaliamo trulli trulli sempre su sentiero hyper pettinato fino all'autostrada dei merenderos del lago d'Arpy (ad agosto inferno di ciabatte flip flop) che abbandoniamo subito per la mulattiera militare che ci pedala agilmente fino in coppa alla Punta della Croce 2485 m. Panorama Totale.
Molto interessante la storia delle fortificazioni
http://tapazovaldoten.altervista.org/zla-thuile/colle_della_croce.html (studiate che domani interrogo capre !).
Breve pausa e zodele fino a quota 2120 m su sentiero scavato e sgarruppato (edit 2020 il sentiero è stato migliorato).
Evidente palina indica in 2.5h il Rifugio Deffeyes prossima meta a 2490 m.
E' un traversone lunghissimo e panoramico con diversi su e giù ma inaspettatamente pedalabile (40-50%).
Ocio a qualche tratto attrezzato esposto ma semplice.
Se siete già brasati vi conviene sostare al Rifugio (anche locale invernale) perché poi si entrerà nel paranormale. Se invece siete ancora barzotti allora altra palina questa volta EE indica 2.5h per il Colle di Planaval 3001 m meta di giornata. Lunghissima salita glaciale in ambiente inarrivabile.
Laghi a strafottere ma soprattutto una vista dalle morene sul ghiacciaio del Rutor da strapparsi i peli del pube. Assoluto !
Qualche bel colpetto di pedale ci scappa pure ma la prevalenza è ovviamente Spintage/Portage anche se su pendenze abbastanza dolci. 2 tratti attrezzati con catene sono belli tosti (io al ritorno li ho bypassati per aiutare Phoebe ma voi non fatelo perché è pure peggio).
A quota 2830 m deviamo per la comba del colle di giornata su quella che era una volta la AV2.
Visto da sotto il raggiungimento del Passo invoglia come una visita urologica transrettale. Sentiero scomparso e massi mobili ovunque. E' il momento del rosario:
S. Teodolfo …. porta pro nobis
S. Godefrido …. porta pro nobis
Santa Trofimena … porta pro nobis
…..
terminato il rosario arriviamo ai 3001 m del Passo di Planaval 3001 m già valico del nuovo Tor des Glacier:
https://www.tordesgeants.it/it/content/tor-des-glaciers
Affaccio spettacolare bifronte sulla Valgrisenche e sul ghiacciaio Rutor. TOP.
Discesa ON:
A dispetto della salita il primo tratto è discretamente ciclabile grazie alla traccia meglio visibile dall'alto (assolutamente NC rimangono poche decine di metri) e cosi ciclabile rimane fino al Rifugio tranne ovviamente le catene e qualche passetto sulla morena.
Relativamente semplice al cospetto del ghiacciaio, parco giochi su roccioni levigati, tornantini da graziella pieghevole e praterie lacustri iper panoramiche dopo e durante. Topperia di livello !
Non pensiate di rilassarvi pero' non solo la discesa è spesso esigente ma anche diversi richiamini in salita prosciugano ulteriormente le energie residue.
Si arriva cosi di nuovo al Rifugio limati come acciughine. Bene, calatevi tutte le sostanza dopanti che vi rimangono nello zaino perché rimangono 1000 m di sentiero hard core estremamente faticoso e provante. I primi 3-400 m ancora ancora si digeriscono (arnelle maledette) ma dai 2100 m del Plan de la Liere parte il Festival dello scoglio fisso abbandonato. Non molla mai, FBL totale e teNNicismo a fondo scala. Si suda acido lattico e giocoforza occorre fare spesso brevi pause per riprendere conoscenza. I riflessi lasciano spazio al delirium tremens, i nose press ad attacchi epilettici. Bellissimo ed appagante nonostante tutto. Se non schiattate prima la ciclabilità è praticamente 100% fino in fondo.
Bacio con la lingua al bitume di La Joux e finalmente arriviamo, col buio pesto, alla macchina (ultima salitella potrebbe causare ammutinamenti dell'ultimo sec) scartavetrati come non mai.
In sintesi: Jaggata totale che entra di prepotenza nella top ten della VdA ma assolutamente dedicato, nella sua versione integrale, solo ai più disperati ciclodisagiati del NW.
Stay Wild
#JAGTeam
#ciclodisagio
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Commenti
Marco Malcangi
29.09.2019 18:12