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Altopiani Veneti e trentini |
Luoghi della Memoria - tra forti e trincee della Prima Guerra Mondiale sugli ALTOPIANI VENETI E TRENTINI
1° giorno:
partenza da Levico (TN) loc. Lochere. Salita su s.p. 133 denominata "Menador" e poi su s.s. 349 fino a P.ssoVezzena 1420 m. dove si prende a sx ( ind. Forte Verle) per salire prima su asfalto e poi su strada sterrata. A quota 1600 m. circa si prende a sx ( ind. Forte Verle). Mano a mano che si sale il terreno diventa sempre più difficile con abbondante ghiaia e ciotoli. Si raggiunge così il forte posto sulla vetta della Cima Vezzena 1908 m. Tornati al bivio q. 1600 m. si prende a sx su s.f. in falso piano e leggera discesa. Dopo breve tratto su asfalto nei pressi del Rifugio Larici si prende nuovamente a sx su sterrata con fondo molto sconnesso e ghiaia fonda fino a Bocchetta Portule 1937 m. Scendendo per un centinaio di metri si trova una fontana. Proseguire in discesa fino ad un bivio dove si prende a sx (ind. per Campo Gallina). Si sale lungamente su terreno sempre molto cattivo e spesso bisogna scendere e spingere la bici. In loc. Bivio Italia si prende a sx (ind. per Cima Dodici). Giunti al Baito del Cuvolin si può fare rifornimento di acqua, da questo punto in poi non se ne troverà più. Gli ultimi metri per raggiungere la vetta del Monte Ortigara 2106 m. sono quasi un'arrampicata. Si scende ora in dir. S-E (ind. per Piazzale Lozze) su sentiero non ciclabile fino alla chiesetta del Lozze. Se non si vuole bivaccare in tenda, nelle vicinanze c'è il Rifugio Cecchin.
km. 51 - D+ 2556 m. - D- 1165 m.
2° giorno:
Dalla chiesetta si scende al Piazzale Lozze e da qui, finalmente su fondo buono, prima sempre sterrato e poi asfalto si scende velocemente. La strada torna sterrata ma abbastanza comoda. Oltrepassato il Rifugio Campomuletto si scendono alcuni tornanti e all'altezza dell'ultimo si prende a sx in salita (ind. per Malga Slapeur da dove si sale a sx su sentiero per circa un centinaio di metri poi si prosegue a sx in falsopiano su single track a tratti pedalabile. Si raggiunge in breve la sella tra la dorsale erbosa del Monte Fior e il Monte Castelgomberto 1771 m. Da qui si scende a Malga Lora e si prosegue fino ad incrociare la s.p. 76 raggiungendo l'abitato di Foza e successivamente Gallio. Giunti ad Asiago si prende a dx per Monte Zebio. Dalla malga si prosegue diritto aggirando verso sx il dosso fino ad un bivio dove si scende a dx (ind. per bivacco Stalder - chiuso -). Da qui si scende lungamente su sentiero in gran parte non ciclabile (sent. n. 833 - ind. per i cimiteri militari Mosciagh). Al bivio q. 1500 circa si prende a dx la strada in falsopiano e alcuni saliscendi che poco più giù incrocia nuovamente il segn. n. 833. Si prosegue in discesa fino a loc. "croce del Francese" dove si svolta a dx sulla s.f. della Val Galmarara fino a raggiungere la s.p. 349. A sx in salita fino a Camporovere dove si pernotta (posto tranquillo per bivacco su via XIX maggio altezza cimitero, sulla dx, dietro stabile disabitato - 2016 -).
km. 67 - D+ 1365 m. - D- 2240 m.
3° giorno:
variante: da Camporovere si scende ad Asiago per visitare il Sacrario Militare del Leiten - apertura ore 09,00 -
Su s.p. 78 si raggiunge Roana di Sopra e all'altezza di P.zza S. Giustina si svolta a dx su via Parnoli e oltrepassato il centro sportivo si prende a dx su via Laghetto. Superato il Centro del Ghiaccio si prende la strada che scende a sx e costeggia il laghetto e gira sempre a sx a contornarlo. Al bivio continuare diritto su s.f. che dopo un primo tratto in falsopiano prende a salire piuttosto ripidamente. La si segue fin dove termina per prendere in discesa un sentierino non ciclabile che dopo un centinaio di metri raggiunge una s.f. Seguirla verso dx (ind. per istituto elioterapico). raggiunta Malga Erio si salgono i soprastanti tornanti dopo i quali la strada spiana e prende a scendere. raggiungendo il Centro del Fondo di Campolongo e successivamente quello di Millegrobbe. Raggiunta la s.p. 9 si sale a sx verso Luserna e 400 m. circa dopo aver scollinato si prende a sx una s.f. con ind. per forte Luserna (in ristrutturazione). Dal forte si torna indietro fino al bivio e si scende a sx fino a Luserna (fontana poco oltre p.zza Cesare Battisti). Imboccato vicolo Castellani lo si abbandona dopo circa una cinquantina di metri per scendere a dx a prendere un sentiero (ind. sentiero primavera - 100 km. dei Forti). Da ora in poi si seguono le ind. della gara mtb 100 km dei Forti. Raggiunta la s.s.349 la si risale a sx per poco più di 2 km. per prendere a sx una s.f. (ind. Forte Belvedere). Dal forte si prende la via Tiroler Ser abbandonandola subito dopo per scendere a sx su s.f. fino ad intersecare la s.p. 216 che si segue fino a loc. Masi di Sotto dove si prende a dx in salita (segn. 100 km. dei forti) fino alla s.s. 349 dir. A dx attraversando gli abitati di Chiesa e Virti e Carbonare (la variante su sentiero E5 può essere evitata proseguendo su s.s.349. Prendere a dx per P.sso della Fricca. Dopo circa 3 km. prendere a dx per Centa S.Nicolò e raggiungere Caldonazzo da dove si fa ritorno alla loc. Lochere.
km. 79 - D+ 1667 m. - D- 2172 m.
note: itinerario piuttosto difficile e faticoso, soprattutto per il terreno quasi sempre cattivo, sia in salita che discesa, dei primi due giorni che, specialmente con la bici carica per effettuare il giro in completa autosufficienza, costringe a smontare in molti tratti. Il terzo giorno invece è praticamente completamente ciclabile.
Un trail o un pellegrinaggio? Un pò tutti e due. Alla bellezza dei luoghi si aggiungono le caratteristiche tecniche che richiedono, oltre ad un buon allenamento, altrettanto buone capacità ciclistiche. Il percorso tocca alcuni dei luoghi più significativi della Grande Guerra. Il Pizzo di Levico con il torreggiante Forte Verle a dominare la Valsugana, L'Ortigara, dove, su un fronte di appena 2 km., dal 10 al 29 giugno 1917 si combatté una battaglia che costò all'esercito italiano, per la maggior parte alpini della 52a divisione, la perdita di 25.199 uomini di cui 8.465 fra morti (2.865) e dispersi (5.600) e 16.734 feriti e verrà ricordata come il “Calvario degli alpini”.
Le perdite austro-ungariche furono di 8.828 uomini, di cui 992 morti, 6.321 feriti e 1.515 dispersi.
Il Monte Fior e il Monte Castelgomberto, il Monte Zebio dove è stato istituito un museo all'aperto della Grande Guerra. Il sacrario di Asiago dove riposano i resti di 54.286 caduti italiani ed austro-ungarici di cui oltre 33.000 ignoti.
I forti Luserna e Belvedere, il primo in fase di ristrutturazione e il secondo sede di un museo.
Per non dimenticare quei ragazzi che 100 anni fa, poco più che ventenni - ma tanti anche meno. I "ragazzi del 99", come sono stati denominati, ne avevano appena 18! - si massacravano l'un l'altro e morivano a migliaia fra tempeste di ferro e di fuoco.
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Commenti
Geep
12.09.2016 15:30