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LAGA |
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E’ una delle innumerevoli escursioni che può essere compiuta tra i selvaggi Monti della Laga. Si parte dalla Valle del Vomano, in prossimità del bivio per Fano Adriano, già poco prima della deviazione per Piano Vomano si va immediatamente off road verso il fiume sulla vecchia mulattiera di collegamento per Senarica. Dopo qualche chilometro di bitume si raggiunge Piano Vomano, si abbandona la strada per una sterrata che dopo un saliscendi si innalza sulle Coste della Rocca. Un primo single track tra boschi di pini ci porta all’imbocco per la splendida Valle Trocchi. Il sentiero che l’attraversa sbuca a due passi da Aprati. Tornati sul bitume si pedala dapprima sul Fosso Zingano per proseguire in direzione Valle Vaccaro. Giunti alle porte di quest’ultima piccola frazione lasciamo di nuovo l’asfalto e transitiamo sulla lunga e panoramica brecciata che sale al Colle della Pietra. In vicinanza di un antico fontanile deviamo a dx, entriamo nella boscaglia ed andiamo a percorrere l’impegnativo saliscendi che accarezza il crinale montuoso del Colle della Palomba, della Forchetta di Altovia del Bosco Favale. Arrivati ai prati di Lame, seguendo le indicazioni C.A.I., svoltiamo a dx per la divertente discesa nell’abetaia di Fonte Spugna ed una volta usciti dalla selva intercettiamo nuovamente il bitume. Si sale in direzione San Giorgio quando al bivio per Altovia giriamo a dx e ci arrampichiamo su per il Prato di Pantanelle fino alla sua sommità della quale si gode di una visuale superba su Laga e Gran Sasso. Scendiamo ora a Piano Roseto, tagliamo la piana e su hard trail ci portiamo alla Madonna della Tibia seguendo successivamente il sentiero che attraversa il Piano di Crognaleto. Il single track che si insinua tra Colle Pizzuto e Colle dei Ferri culmina sulla fracassata discesa per Colle Scalette. Giunti ad abbeveratoio deviamo a sx per il sentiero 527, ormai destinato a scomparire dalle carte escursionistiche, il quale scende selvaggio nei remoti fossati della Castelletta e di Leodardo. Alla base del fosso il sentiero sembra perdersi in corrispondenza del torrente ma , se si presta la dovuta attenzione, superando un intricato camminamento si riesce a riprendere la mulattiera che risale verso il paese di Macchia. Tornati alla civiltà, dopo una visita all’interessante borgo, dalla piazzetta della chiesa andiamo ad intercettare la bella e tecnica discesa finale per il Fosso del Mulino che ci riporta al nostro punto di partenza. Escursione di certo non indicata a tutti, i considerevoli chilometri da percorrere, i metri di dislivello da macinare sommati all’appuntamento con il selvaggio sentiero fantasma n. 527 e con il raid finale di Macchia potrebbero rivelarsi troppo onerosi.
CINGHIALE 20/04/2013 bivio Fano Adriano
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rpapero
22.04.2013 16:15