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LAGO DELLA DUCHESSA |
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Il Lago della Duchessa, di origine glaciale e carsica, posto a 1788 m.s.l.m. in una conca sovrastata da imponenti cime (Monte Murolungo 2184m e Monte Morrone 2141m) è uno dei laghi più alti dell’Appennino centrale. Il Lago è all'interno di un sito di importanza comunitaria denominato Monti della Duchessa. L’origine carsica si riconosce nelle due doline che gli conferiscono la caratteristica forma ad otto. Il lago non è alimentato da sorgenti proprie o da un fiume ed il livello delle acque è legato a fattori meteorici (pioggia e neve), al ciclo dell'acqua ed allo sfruttamento stagionale da parte degli animali domestici in alpeggio.Un altro fattore che limita fortemente il livello delle acque è un inghiottitoio carsico, sulla riva nord-occidentale. L'acqua nei periodi di piogge intense o dopo lo scioglimento delle nevi in primavera (acque di fusione), raggiunge il livello della bocca dell’inghiottitoio e vi precipita all'interno, Nello specchio d’acqua è presente il Tritone Crestato. Il tritone è un anfibio e come per molte specie di questa classe di vertebrati, la sua riproduzione è legata all’acqua. Il periodo riproduttivo inizia in inverno e termina con il ritorno sulla terraferma che avviene in tarda primavera. Il Lago della Duchessa è balzato agli onori della cronaca con il sequestro Moro da parte delle Brigate Rosse quando un falso comunicato avvisava che la salma dell’Onorevole Aldo Moro giaceva nei fondali del Lago della Duchessa. Dalla località di Cartone si intraprende una carrareccia che in poco tempo ci porta a Bocca di Teve ossia all’inizio dell’omonima vallata. Alternando tratti ben pedalabili a ripide salite si attraversa l’ombrosa Valle di Teve transitando sotto mastodontici balzi di roccia. Dopo circa un paio d’ore si approda nella zona panoramica di Capo di Teve ove la vallata finisce e nel contempo si aprono stupendi scenari sui maggiori rilievi del Velino. Prendiamo a sx per una ripida traccia da percorrere bici in spalla fino ad una sella denominata Malo Passo che raggiungiamo in circa mezz’ora. Eccoci allo Iaccio dell’Agnello, una incantevole distesa erbosa ai piedi della Cima di Macchia Triste. Seguiamo l’evidente sentiero ben segnalato che agevolmente porta al Lago della Duchessa. Il sito merita decisamente una sosta prolungata, non solo per contemplare il paesaggio ma anche per tentare l’avvistamento di qualche grifone. Il grifone (Gyps fulvus) è un avvoltoio di grandi dimensioni (dai 9-10 chilogrammi) ed ha un'apertura alare variabile da 240 a 280 centimetri. La tendenza a formare gruppi numerosi è uno degli aspetti più interessanti da un punto di vista naturalistico e turistico, giacché consente di poter osservare gli animali durante i voli planati ed i maestosi volteggi che effettuano sfruttando al massimo le correnti termiche ascensionali tipiche delle zone montane rocciose. Nonostante l'aspetto "rapace" e le dimensioni, il grifone si nutre solo ed esclusivamente di animali selvatici (cervi, caprioli, camosci, cinghiali e altro) o domestici (equini, bovini, ovini, caprini) già morti, rinvenuti durante le loro perlustrazioni giornaliere che raggiungono anche distanze di alcune decine di chilometri dai dormitori. Quindi il grifone non solo non arreca danno ad allevatori o agricoltori, ma anzi, eliminando in breve tempo le carcasse degli animali morti, e ostacolando quindi il possibile diffondersi di eventuali malattie, svolge il ruolo di vero e proprio "spazzino" delle montagne. Tornando alla nostra escursione, dal Lago della Duchessa iniziamo la discesa nell’area delle Capanne, tipici rifugi in pietra, che precedono il Vallone del Cieco e il Vallone di Fua. Data la “tossicità” del single track che si insinua nelle due vallate anzidette se ne sconsiglia la percorrenza a bikers inesperti e con poca confidenza degli ambienti montani. Qualche tornate sul ciglio del dirupo, un paio di punti esposti sul fossato e innumerevoli insidie sono soltanto alcuni degli ingredienti della discesa che, specie se con fondo bagnato, può rivelarsi una vera trappola. Durante il cammino devono necessariamente essere superati due tratti attrezzati con catena ma nulla di impossibile. Tuttavia il trail si presenta di considerevole valore tecnico per gli amanti del “vert riding”.
CINGHIALE 22/11/2012 Cartore (RI)
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rpapero
23.11.2012 20:27