CASCATE DELLA MORRICANA

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La caratteristica principale dei Monti della Laga è l'acqua. A differenza degli altri gruppi montuosi dell'Appennino Centrale formati essenzialmente da rocce calcare, qui è l'arenaria a fare da padrona; una roccia impermeabile che costringe l'acqua a scorrere in superficie e quindi, nella sua corsa verso valle, formare innumerevoli cascatelle, a volte piccole a volte interessanti come quella della Morricana. Tanta acqua ha sicuramente contribuito anche alla ricchezza dei boschi che qui spesso coprono intere valli. La cascata della Morricana è situata nel cuore del Bosco Martese, il bosco più esteso del gruppo. Di solito, coloro che desiderano raggiungere le cascate in bicicletta scelgono di attraversare immediatamente il Bosco Martese percorrendo la comoda traccia n.333 che dal Ceppo porta agli stazzi della Morricana risalendo il Fosso Valle Castellana. Ovviamente, cosi facendo si è costretti ad un itinerario andata e ritorno. Invece la nostra escursione ad anello, sicuramente più lunga, dura ed esauriente, parte nel piazzale del Ceppo dal quale iniziamo subito a pedalare in salita portandoci a quota 1800 m circa ovvero nelle vicinanze del Lago dell’Orso. Terminata l’ampia carrozzabile, balcone panoramico sul Monte Gorzano e sul Gran Sasso imbocchiamo a sx quel che resta una vecchia sterrata la quale risale gli Iacci di Verre arrivando fino alla Storna. Dopo un considerevole tratto bici a spinta, guardando sulla dx, oltre ai Sibillini ed ai Monti Gemelli, si nota un grosso “omino di pietra” che segna l’inizio di un sentiero molto tecnico quanto spettacolare, un’antica via di pastori che dalla Storna scende verso le Cascate della Morricana per poi attraversare il meraviglioso Bosco Martese. Il sentiero nella parte alta è sempre ben visibile anche se privo di segnalazioni ed esposto in qualche punto. Nella parte più bassa, passando una miriade di piccoli fossati tende a perdersi a causa dei frequenti smottamenti del terreno ma, tuttavia, si riesce a proseguire senza difficoltà. Raggiunta la base del fosso si può far visita alle prime due cascate, una terza riusciamo ad ammirarla prima di attraversare il torrente, mentre la quarta ed ultima cascata ci si para davanti all’improvviso dopo esser scesi per la bella traccia (ora segnalata) che penetra nel Bosco Martese. Alcuni ipotizziano che l'origine del nome Martese derivi dal dio Marte, il Dio della guerra, nelle vicinanze esiste anche il toponimo Ara Martese; altri ipotizzano l'esistenza di una via consolare romana (via Metella) che univa il Tirreno all'Adriatico scostandosi dalla Salaria in questo tratto di Appennino. Questa strada attraversava il bosco Martese per scendere poi verso le Gole del Salinello e terminare sulla costa adriatica. Certa invece è l'importanza di questi posti per la ricchezza di legname e per il ricordo delle cruente battaglie dei partigiani. Sul finire del XIX secolo il teramano Giacinto Pannella, celebre naturalista la descriveva con queste parole: "A perdita d'occhio alberi per una superficie di trenta chilometri quadrati senza alcun sentiero". Solo nel novecento però l'industria boschiva si è specializzata nel trasporto del legname inventando un metodo davvero ingegnoso, "la menata". Si costruiva una piccola diga sul torrente e poi la si rompeva, l'acqua defluiva lungo la valle trasportando il legname fino alle porte della città di Ascoli Piceno. Uno stupendo sentiero, che passando dal Fosso della Secinella e dal Fosso della Tentazione, sbuca sulla carrareccia per il Ceppo. Si percorrono infine circa sette km di strada piacevole e pianeggiante onde far ritorno al piazzale del Ceppo ipotecando un’esperienza all mountain certamente diversa e più impegnativa rispetto al “classico” itinerario delle Cascate della Morricana.


CINGHIALE 03/11/2012 Ceppo (TE)

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rpapero

05.11.2012 18:52

per info ci trovate su http://www.facebook.com/#!/groups/232264236837873/
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FabioBt

20.10.2013 00:18

Fatto oggi,da premettere che conosco quei posti dove diverse volte siamo arrivati fino al sentiero che porta a 2000 metri ma ridiscendendo subito nel bosco per poi prendere la discesa che dal ceppo porta a fornisco,un classico.Mi e' piaciuta molto la salita fino alla cima,l'abbiamo quasi pedalata tutta a parte tratti impossibili,dall'omino di pietra onestamente niente a che fare con la bici,pochi pezzi in sella e sali scendi a piedi molto snervanti,almeno per noi sono sembrati cosi,non piacciono.Poi dalle cascate il bosco molto bello fino alla fine ma poca roba rispetto al tempo perso prima,mancava appunto per finire in bellezza la discesa fino a fornisco ma difficile da integrare in questo giro, .In generale un giro molto bello e panoramico,belle le cascate,Lo consiglierei ma non lo ripeterei onestamente. Grazie per la descrizione accurata e per la traccia.Ciao,Fabio.

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rpapero
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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
05.11.2012
Località
Strada Provinciale 48, Parco Nazionale del Gran Sa
Regione
Altro
Tempo Percorrenza
4
Distanza
21
Dislivello
1000
Difficoltà tecnica
medio-difficile
Condizione fisica
medio
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