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ALTOPIANO DI FANES |
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E’ un itinerario esteso e faticoso ma di eccezionale bellezza, quello che si snoda nel Parco naturale di Fanes-Sennes-Braies. Ai bikers più allenati che si avventurano per questa traccia il Cinghiale consiglia di intraprenderla dalla località di Longega, che in ladino vuol dire “vicino all’acqua”, data la presenza e la confluenza di due fiumi.
Longega è il crocevia che immette nella Valle di Marebbe e da qui il primo impatto è impressionante: si intravede lo sviluppo della valle, sovrastata da maestose montagne, le Dolomiti Marebbane, che all’imbrunire si accendono di un rosso fuoco, per poi spegnersi in un fioco viola che si perde nel nero della notte. Sebbene noi abbiamo iniziato questa escursione dal Rifugio Pederù, onde evitare la consistente affluenza turistica mattutina sull’Altopiano di Fanes, sarebbe meglio partire da Longega per concludere il lungo itinerario in discesa. Si incomincia pedalare comodamente su bitume fino a San Vigilio. L’inviolata natura montana a sud di S. Vigilio è considerata uno spettacolo molto emozionante. Questo tesoro gode della protezione del Parco naturale di Fanes-Sennes-Braies, che confina a nord con la Val Pusteria, a sud con la provincia di Belluno, ad est con la Valle di Ladro e ad ovest con la Val Gardena.
Chi da S. Vigilio attraversa la bellissima Valle di Tamersc e raggiunge la piana di Pederu, si trova improvvisamente confrontato con un impassibile arco montuoso. Tuttavia una serie di ottimi sentieri raggiungono gli estesi altopiani; il più esteso dei quali corrisponde al mistico e leggendario Altopiano di Fanes, caratterizzato dal piccolo crinale del Passo di Limo e l’omonimo lago nella Piccola e Grande Malga Fanes. La parte sicuramente più entusiasmante del giro e quella d’alta quota dove ci ritroviamo a pedalare per svariati chilometri immersi tra alte vette dalle quali primeggia il colosso del Piz Tabuin. Il sentiero n. 11, che dal Col de Locia scende alla Capanna Alpina, rappresenta un incubo per i meno esperti e nello stesso tempo un’allettante sfida per i bikers più temerari. Infatti riuscire a percorrere totalmente in sella ad una bici questo tratto di sentiero, stretto, ripido e tortuoso costituisce impresa assai ardua. Dalla Capanna Alpina ci lasciamo alle spalle le difficoltà tecniche ed il nostro itinerario ci regala alcune oasi di pace e tranquillità della Val Badia. La Val Badia insieme alla Val Gardena, Val di Fassa, Val di Fiemme, e Valle d’Ampezzo fa parte della Ladinia, terra in cui si parla la lingua ladina e si conservano particolari tradizioni ladine. Distesa ai piedi delle più belle vette delle Dolomiti, la Val Badia per la sua posizione geografica può essere considerata “il cuore delle Dolomiti“.
La Val Badia conserva nei suoi paesi di montagna usi e costumi antichi che accompagnano le tradizioni e le feste religiose in cui si vedono i costumi tradizionali e si possono assaporare i caratteristici piatti ladini come “les tutres o i crafuns mori“.
L’armonia tra il vecchio e il nuovo caratterizzano i paesi e le strutture della Valle in cui si cerca di conservare il paesaggio come patrimonio prezioso, tanto per la popolazione, quanto per i turisti. Il contadino, in modo particolare nelle zone di montagna, con il suo lavoro è sicuramente uno dei principali protagonisti per la cura e conservazione del paesaggio e dell’ambiente. Il nostro lungo e piacevole viaggio di ritorno al punto di partenza si snoda inizilmente sulla ciclabile che scende per San Cassiano e La Villa, poi sulla ciclabile della Val Badia costeggiando le rive del Rio Gadera fino a Piccolino. Da quest’ultimo abitato si imbocca uno stupendo sentiero che attraversa una fitta boscaglia per culminare sulla strada statale nei pressi di Longega. Qui si chiude l’anello e si conclude uno dei “classici” delle Dolomiti…un itinerario di rara bellezza di fronte al quale nessuno può restare indifferente.
CINGHIALE 28/07/2012 Piana di Pederù
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rpapero
22.08.2012 23:31