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ALVI |
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Partenza fissata in località Aprati. Più precisamente abbandoniamo l’auto in prossimità del ponte sul torrente e risaliamo la s.p. pedalando in direzione di Paladini. Giunti all’imbocco dalla prima galleria, sulla S.S. 80 del Gran Sasso, svoltiamo a dx per il sentiero 300 C.A.I. ovvero la vecchia strada per la frazione di Tottea. La traccia si presenta subito in salita. Transitiamo facendo attenzione al lato dx della strada, privo di qualsiasi tipo di protezione, sotto c’è un dirupo che non lascia scampo. Il tratto in questione va assolutamente evitato dopo abbondanti precipitazioni in quanto le frane sono all’ordine del giorno e possono provocare il distacco di enormi blocchi di arenaria. Agevolmente si raggiunge l’abitato di Tottea con relativa fonte dalla quale occorre far abbondante scorta d’acqua per il proseguo del viaggio. Entrati in paese seguiamo l’indicazione C.A.I. per Campotosto e ci inerpichiamo a sx su per una forte salita che ci fa lievitare a quota 1100m circa. L’ascesa diviene più morbida e il bitume lascia spazio ad una comoda carrareccia in falso piano. Ci si addentra nel bosco e la carrareccia termina in corrispondenza di una slargo. Svoltiamo per il sentiero di sx che sale deciso serpeggiando tra grossi massi di roccia arenaria. Tagliamo Cesa Bassa attraversando il Fosso Ciambrone e proseguiamo tra macchie di felci per poi rientrare nel bosco. Il sentiero, dopo averci costretto ad alcuni passaggi bici a spinta, torna ad essere pedalabile e, in un saliscendi, conduce nei pressi della diga del Rio Fucino, a due passi dal Lago di Campotosto. Giunti ad un bivio svoltiamo a dx mantenendoci sempre sul sentiero 300 che stavolta precipita giù fino al guado del Rio Fucino. Risaliamo le Cannavinelle restando sempre sulla traccia di dx e incrociamo la carrareccia che riscende al Lago di Campotosto. Giriamo a dx e continuiamo per l’ampia carrozzabile che dopo alcune decine di metri inizia salire ripida. Arrivati alle Pianocchie vediamo la segnalazione C.A.I. per Il Coppo ma la ignoriamo mantenendoci sulla strada a mezza costa che prosegue per la Folgora. Incomincia un gradevole sentiero che porta a Passo Cattivo. Affrontiamo accorti un tratto con diversi punti esposti al fossato. La traccia diventa più difficoltosa e tecnica. Passo Cattivo non a caso porta questo nome pertanto si consiglia l’uso di protezioni all mountain sia per i severi tratti da superare sia onde proteggersi dagli arbusti e dai rovi che tendono a richiudere la traccia. Lasciatoci alle spalle Passo Cattivo arriviamo sul crinale montuoso detto Perone che scende sulla dx. Dall’alto si scorge l’abitato di Alvi. Iniziamo a scendere facendo molta attenzione sia la fondo non troppo agevole ma soprattutto alla miriade di tracce scavate dagli animali che si intersecano facendoci perdere la retta via. In tutti i modi, basta restare sempre sulla sommità del crinale e attraversare una grossa pineta per non smarrire l’orizzonte. Man mano che si scende la traccia si fa più evidente anche se occultata qua e là da tronchi d’albero caduti di traverso. Il sentiero scivola sornione verso Alvi ma nell’ultimo tratto, virando a dx , ci concediamo una discesa libera su un gigantesco sperone di roccia che sovrasta la Valle del Rio Fucino. Dalla frazione di Alvi transitiamo sulla s.p. in direzione Aprati effettuando qualche divertente taglio sopra la cosiddetta Torre del Mulino. Qualche centinaio di metri prima del bivio per Tottea ci rimettiamo su carreggiata ordinaria andando a chiudere velocemente il nostro anello. Itinerario breve ma abbastanza difficile e duro a causa delle particolarità del fondo e della discesa impervia che conduce all’abitato di Alvi.
CINGHIALE 09/08/2012 Aprati (TE)
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rpapero
09.08.2012 22:06