VALLE DEL CHIARINO - VALLE DEL VENACQUARO

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Itinerario che richiede l’effettuazione del recupero auto in modo tale da omettere la percorrenza di diversi chilometri su bitume, oltretutto evitando l’intenso traffico motociclistico sulla S.S. del Gran Sasso d’Italia che nei fine settimana si trasforma nella pista del Mugello. Noi abbiamo collocato un veicolo sulla strada statale in prossimità del bivio per i Prati di Tivo e siamo andati con l’altro veicolo al nostro punto di partenza ossia il Lago di Provvidenza. Iniziamo a pedalare sfruttando il passaggio sopra la diga del lago e intraprendiamo il viaggio per la lunga traccia n. 111 C.A.I. Transitiamo su comoda carrozzabile all’ombra boschiva del Fosso del Chiarino. In diversi punti della strada permangono ancora i resti di gigantesche frane ma allo stato attuale il passaggio risulta ripristinato. Si prosegue costantemente tra i boschi sovrastando il torrente che rumoreggia sulla nostra dx fino a raggiungere il rudere Cappelli con annessa area campeggio e chiesetta di San Martino. Ci si accorge di essere il un luogo incantevole, per alcuni anni addirittura reso inaccessibile al turismo di massa causa frane che hanno sbarrato l’unica via di accesso alla valle rendendola ancor più selvaggia. Andiamo avanti sempre su carrozzabile che ora aumenta di pendenza, serpeggia ancora un po’ nella selva per aprirsi infine su una bellissima distesa prativa detta “il Castrato”. Troviamo un’ampia area bivacco con fonte a sx mentre a dx si estendono verdi pascoli con cavalli e bovini che fanno da padroni. Continuando in salita arriviamo ad un rifugio gestito dell’Amministrazione Separata di Arischia. Il sito è molto accogliente e fornito dei servizi indispensabili a tutti coloro volessero soffermarsi in questa stupenda vallata all’ombra dell’imponente Monte Corvo. Dopo una breve sosta ripartiamo in direzione dell’alta Valle del Chiarino dove ci attendono scenari completamente diversi, dove pian piano la roccia inizia a scorgersi sempre con più insistenza tra i prati. Approdiamo allo Stazzo di Solagne. Da questa piana ai piedi del Monte Corvo termina la pedalabilità del nostro tratto di ascesa. Ci carichiamo la bici in spalla e ci incamminiamo per un’evidente sentiero che sale dapprima tra i prati e poi costeggia un corso d’acqua proveniente dalla Sella di Monte Corvo. Durante l’ascesa ammiriamo il Pizzo di Camarda, la Sella delle Malecoste e la temibile Forchetta della Falasca. Quando tocchiamo quota 2100m circa ci troviamo di fronte un colle dalla forma affusolata. Prendiamo il sentiero di dx e proseguiamo con pendenza più clemente sino alla Sella del Vencquaro. Siamo finalmente alla nostra quota massima di oggi ovvero 2236m. Dalla sella, quando dinanzi ci si apre il sipario del Corno Grande e del Pizzo Intermesoli, già si resta senza fiato dall’emozione. Ma quando ci affacciamo su quella che in molti definiscono la più selvaggia valle della catena del Gran Sasso allora ci rendiamo conto che siamo al preludio di un’ esperienza che difficilmente dimenticheremo: attraversare in bici la Valle del Venacquaro. Da informazioni assunte dal C.A.I. diverse sono le specie faunistiche che popolano questo angolo di paradiso, dai camosci alle aquile oltre che a innumerevoli specie di insetti. Addirittura, fonti attendibili narrano di esemplari di orso bruno visti aggirarsi in queste zone. Scendiamo nella vallata tramite single track tecnico restando nel contempo estasiati dalla vista su Pizzo Cefalone e sulla Cresta delle Malecoste. Incrociamo il sentiero 144 e prendiamo a sx. Il paesaggio muta radicalmente cedendo il passo esclusivamente alla roccia. Si pedala tra la vetta settentrionale dell’Intermesoli e le pareti rocciose a strapiombo del Corvo seguendo l’evidente sentiero supportato da segnalazioni giallo/rosse. Tutto procede liscio sino a quando non ci si para davanti l’impressionante discesa per Fonte Gelata. La roccia ci avvolge, ci sbilancia, a volte ci disorienta in un single track infinito ed estremamente insidioso. Difficile restare in sella, specie quando la traccia costeggia il Brecciarone entrando e uscendo dalla boscaglia. La zona bassa, parzialmente devastata dalle frane, è un vero trittico di pericoli e nemmeno un biker superbo riuscirebbe a non poggiare i piedi a terra…ci permettiamo di dire che è impresa impossibile. Eccoci allora all’ingresso del bosco incantato di Fonte Novello dove la traccia torna ad essere molto più agevole. Si tratta di un bosco vetusto con faggi secolari che non hanno mai visto la lama di una scure o sentito il rombo di una motosega. Il bosco di Fonte Novello, oggetto di aspre contese tra le amministrazioni di Intermesoli e di Fano Adriano risulta ancora oggi “intoccabile”. Gli alberi sono addirittura numerati e monitorati costantemente da istituti universitari. Attraversiamo l’intero bosco vetusto,giungiamo al Fosso Venacquaro ove, lasciatoci a sx il sentiero che porta a Prato Selva, prendiamo la velocissima carrareccia che scende all’abitato di Intermesoli. Ivi giunti svoltiamo a dx per Pietracamela e successivamente a sx per la S.S. del Gran Sasso d’Italia. Possiamo dire che l’uscita all mountain di oggi si conclude qui, se non fossero per i cinque km di bitume in forte discesa che ci dividono dal punto di arrivo. Questa escursione, a parere del Cinghiale, è un’esperienza meravigliosa seppur stancante ed a tratti rischiosa. Ma soltanto percorrendo tali sentieri si possono sognare e studiare nuovi grandiosi itinerari che io mi impegno sin d’ora a tracciare, spero, per continuare a regalare emozioni.

CINGHIALE 01/07/2012 Lago di Provvidenza

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rpapero

02.07.2012 14:35

per info ci trovate su http://www.facebook.com/#!/groups/232264236837873/

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rpapero
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Tipologia
Itinerario da A a B
Inserito il
02.07.2012
Regione
Altro
Tempo Percorrenza
7 ore
Distanza
30.0 km
Dislivello
1350
Difficoltà tecnica
molto difficile
Condizione fisica
duro
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