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Alta Val Stirone...bellezza sconosciuta |
Il Tour di sabato mi è rimasto negli occhi e nel cuore tanto è stato bello e divertente.
In teoria bisognerebbe scrivere e descrivere a mente fredda, per analizzare meglio, per descrivere con dovizia di particolari i luoghi visti e le sensazioni provate. Il tempo (sempre lui) smussa gli angoli, miscela meglio i colori e da alle cose il giusto valore. Ma il giro è stato talmente bello che non posso far di meno che provare a raccontarlo, così ancora a caldo con gli occhi pieni di tanta bellezza e gambe e braccia ancora impregnate di fatica; quella fatica che da soddisfazione quella che sparisce con una buona mangiata, quella che godi nel sentirla, quella che ti ricorda il percorso appena terminato.
L’azzurro del cielo appena appena velato da quel filo di foschia dovuto al caldo improvviso, il verde brillante della natura in esplosione che varia di quantità e intensità a secondo della quota di riferimento, il fresco pungente dell’acqua che entra nelle scarpe e bagna le gambe nei parecchi guadi che abbiamo compiuto nel tragitto nel greto dello Stirone (ancora lui, quest’anno è il filo conduttore di molte escursioni) sono raccolti negli occhi e nella mente che non vuole lasciarli andare. Il tempo è già cambiato, il cielo grigio e minaccioso, l’aria già più fresca non fanno che aumentare le sensazioni piacevoli di questo freschissimo ricordo.
Il PR di “quelli che … il sabato mattina” , il nostro Gianluca, mi aveva preavvisato che il giro sarebbe stato veramente “ gustoso” e aveva anche convinto altri ragazzi ad unirsi a noi.
Alla fine ieri mattina ci siamo ritrovati in 8.
Niente male.
A dire il vero non siamo partiti insieme da Salso, ma ci siamo ritrovati alla fine della salita dei Massari.
Questa lunga inghiaiata è uno “slargapolmoni” universalmente riconosciuta come tale e da moltissimi usata per portarsi verso il Kanate senza percorrere troppo asfalto.
I ragazzi che verranno con noi, li conosco già, sono il gruppo di veloci discesisti della “north face”.
Tutto sommato un ensamble eterogenea ma estremamente simpatica. Bravo Luca!
Così in compagnia ci avviamo verso la cima del kanate.
Giusto per rodare le bici percorriamo la “riservetta”, per l’occasione in grande spolvero. Infatti oltre alle normali difficoltà, il tracciato presentava anche grandi buche piene d’acqua e fango, a cui si faticava a prendere le misure, specialmente in profondità. A tutto si aggiunga un leggero fondo scivoloso che mischiato ai sassi smossi ci ha permesso di collaudare le nostre abilità di guida .
Poi la solita dura salita alle antenne. Non si scappa, è sempre dura. Questa volta l’ho presa giusta, sono partito lemme lemme e lemme lemme sono arrivato, risparmiando polmoni e muscoli per “il dopo”.
Intanto che i nostri amici vestono le protezioni “da battaglia” noi che siamo più lenti ci avviamo…
Dio, proprio lentissimi non siamo, lasciamo andare le nostre mtb per i sentieri che ogni volta sembrano più in ordine e puliti. E’ una sensazione strana, ma in effetti sembra siano stati tolti tanti sassi erranti e colmati fastidiosi solchi .
Alla fine del pratone in discesa, sulla strada che ci porterà a case Boschini ci fermiamo ad aspettare il resto del gruppo. Aspettiamo poco. I ragazzi arrivano come razzi, quasi saltando la strada.
Le loro bici da free ride viaggiano leggere sullo sconnesso. La mia non è male, ma forse ho la forcella un po’ più dura del necessario. Ma dopo il freddo non l’ho più regolata. Ma non mi posso lamentare la mia bici è decisamente stabile … è solo il pilota che …
Ci rilanciamo ini discesa nel sentiero che appena si scorge nel verde dell’erba che cresce ogni giorno di più.
Si viaggia veloci, anche troppo, sento che è la bici che mi sta portando in giro, decisamente non comando io.
Lascio passare i più veloci e tiro un pelo i freni. Anche Luca è dello stesso avviso e affrontiamo la discesa con attimo più di calma.
Questo ci consente di buttare un occhio qua e la per gustare meglio lo stupendo paesaggio che ci circonda.
Negli ampi prati spuntano pavoneggianti orchidee, e il bosco verdeggia di giovani foglie .
A case Boschini prendiamo la vecchia strada che porta verso Berzieri.
Attraverso il piccolo, bellissimo agglomerato di case e ho appena il tempo di dare un velocissimo saluto agli amici che abitano su questa meravigliosa terrazza, fuori dalla confusione della vita quotidiana.
Ancora giù, seguendo un antico sentiero (era la vecchia strada)
L’antica strada ci consente una discesa veloce e divertente, mai banale, in rado bosco che guarda a sud ovest.
Ci stiamo divertendo come i matti, ogni
Metro di questo percorso ci soddisfa a pieno in ogni sua parte, ma il bello deve ancora venire.
Entriamo nel piccolo abitato di Berzieri. Siamo nella storia.
Queste case in pietra videro nascere il dottor Berzieri che, con i suoi studi, comprese le qualità curative delle acque salmastre di Salsomaggiore. Fino ad allora le saline di Salsomaggiore fornivano solo sale ed erano colonie penali. Con la scoperta delle proprietà curative delle acque salsoiodiche Salsomaggiore ebbe uno sviluppo incredibile e meta di “curandi” di altissimo livello. Ospiti delle terme di Salsomaggiore furono i regnanti di tutta Europa e gli alberghi della “nuova” cittadina si dotarono di ogni lusso e comodità. Poi vennero le cure finanziate dalla “mutua” e Salsomaggiore vide momenti di grande ricchezza. La storia degli ultimi anni ha visto la lenta decadenza dei luoghi termali classici. Ora c’è la necessità di riconvertire il turismo e la mentalità della nostra bella cittadina. Ci pare giusto offrire al mondo dei bikers la possibilità di godere degli splendidi percorsi attorno a Salsomaggiore e, nello stesso tempo, dei positivi benefici degli effetti delle acque termali . Con questi pensieri in testa affrontiamo la stupenda discesa che ci porta al primo guado dello Stirone. Passiamo a fianco di un antico mulino ristrutturato e guadiamo. L’acqua fresca e alta va passata con decisione e velocità. Ne usciamo assolutamente rinfrescati, oltre che ben bagnati.
Una bella risata, ci si confronta e via, si riparte in salita.
Al momento di attraversare Berzieri una parte del gruppo decide di rientrare verso casa.
Siamo rimasti in 5 ma ben decisi a divertirci fino in fondo.
La salita che abbiamo davanti è costante e non durissima, si pedala bene, fa caldo ma un filo d’aria ci consente di respirare bene. L’ambiente che ci circonda è idilliaco e pedaliamo tranquilli guardandoci attorno.
Una lunga discesa su strada ci accompagna in un mondo di fiaba che non pensavamo potesse ancora esistere. Risaliamo pian piano. Facciamo una sosta, uscendo per un attimo dal tracciato per andare a vedere un altro mulino trasformato in residenza da vacanza. E’ sul fiume (per forza era un mulino) in una conca verdissima . Prati bellissimi e piante per l’ombra ne fanno una classica icona da pubblicità. Ci fermiamo un attimo ad ammirare. Paolo ci descrive una via che scende completamente lungo l’acqua, perfettamente percorribile in momenti di secca … vedremo.
Risaliamo ancora un po’ fino all’ abitato di Rigollo.
La strada da asfaltata si tramuta in strada bianca. Sembra di percorrere quelle stupende inghiaiate tipiche della Toscana e del senese in particolare; mancano solo i cipressi. In prossimità di case Azzali deviamo verso il basso. Attraversiamo un piccolo gruppo di case in pietra in cui il tempo sembra essersi fermato per poi imboccare un piccolo sentiero in discesa. Dapprima erboso e veloce il piccolo tratturo diventa ben presto ripido sconnesso e sassoso. Molto impegnativo direi. I nostri amici free riders sono soddisfatti e anche noi siamo felici. Ma non è finita. Ancora un tratto in picchiata su terra scorrevole.
Ora iniziano i guadi. In poche centinaia di metri il percorso ci porta ad attraversare lo Stirone 3 volte.
La prima senza problemi, la seconda presenta qualche difficoltà in più, il terzo passaggio è franato.
Dobbiamo scendere lungo la corrente qualche metro ed andare a guadare più a valle. Per tutti è inevitabile mettere i piedi in acqua per non rischiare di cadere . Fortunatamente la giornata dalla temperatura quasi estiva ci consente di ridere di questo frangente.
Il tempo passa e anche i kilometri, e ben presto ci ritoviamo sulla fondovalle che da Pellegrino va verso Fidenza. Paolo e Luca hanno intenzione di risalire verso Aione. Io ho problemi di orario e decido di andare con gli altri amici che fanno rotta verso casa.
Sotto l’antico borgo di Vigoleno decidiamo di riguadare lo Stirone e di percorrere il parco omonimo fino a Scipione Ponte.
Il percorso del parco è sempre divertente.
La chicca finale ce la concediamo con la discesa dei gradini di fronte al cimitero di Salsomaggiore.
Ho una fame notevole.
Fortunatamente sono ormai arrivato.
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Come arrivare al punto di partenza
partenza
Da Milano o da Bologna
Percorrere l'autostrada del Sole A1 fino all'uscita di Fidenza/Salsomaggiore Terme, si prosegue seguendo la direzione Fidenza/Fontanellato/Salsomaggiore Terme.
Da Brescia o da Genova
Dall'autostrada A21, continuare sull'autostrada del SOle A1 fino all'uscita di Fidenza/Salsomaggiore Terme, si prosegue seguendo le indicazioni prima per Fidenza e poi per Salsomaggiore Terme.
Da La Spezia
Percorrere l'autostrada della Cisa A15, uscire al casello Parma Ovest, seguire le indicazioni per Noceto, Fidenza, Salsomaggiore Terme.
Da Parma
Percorrere la "Via Emilia" SS 9 seguendo le indicazioni per Ponte Taro, Noceto, Fidenza, Salsomaggiore Terme.
Treno/Bus
In treno
Dalla stazione di Fidenza (distante 9,5 km circa dalla stazione di Salsomaggiore), servita dalla linea Milano - Bologna, prendere la linea per Salsomaggiore Terme.
Per consultare gli orari dei treni visitare il sito web delle Ferrovie dello Stato e il sito web delle Ferrovie Emilia Romagna.
Il punto di partenza è situato davanti alle Terme Zoia dove c'è ampia possibilità di parcheggio
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Commenti
stefano alinovi
30.04.2012 21:53
In caso di guadi impossibili è veramente duro tornare sulla strada bianca ad Azzali.
Per info e accompagnamenti
Stefano Alinovi Guida di mtb
mail stefano.alinovi@libero.it