alle sorgenti dello Stirone

Quando ho pubblicato l’itinerario del Monte di S.Cristina partendo da Pellegrino P.se qualcuno ha obiettato che il giro era troppo corto e che avrebbe voluto un percorso di almeno 30km…
Sono rimasto un po’ così … ho pensato che forse il nostro amico non aveva valutato bene il tracciato.
E’ vero il tragitto descritto è di soli 18 km, ma 1000 metri di dislivello non sono pochi tenendo conto che si sviluppano nel giro di 5 o 6 km. Ma di gente forte ce n’è tanta in giro.
Ne ho parlato con i miei amici …
Non dovevo farlo. Non aspettavano altro.
Al grido di “al fum nueter al gir giust!” , “quelli che…il sabato mattina” si son messi in moto, per l’appunto un sabato mattina.
Era ancora prima delle piogge di Aprile, e i sentieri erano in condizioni ideali, e anche le temperature erano da primavera inoltrata.
Allegra, dal centro di Salsomaggiore, la combriccola sabatina si avvia verso Pellegrino. I nostri sederi sono posati su delle grintose mtb, quindi, appena possibile, si abbandona l’asfalto a favore di strada bianca.
Per rompere il fiato e rodare le gambe la lunga salita di case Massari è quel che ci vuole. Sbuffando come un mantice anche questa volta arrivo in cima. Sulle gambe si fanno sentire abbondantemente i 3 giorni passati sul S.Cristina per le riprese del video appena pubblicato. Gli amici scalpitano attaccando il simpatico sentiero della “riservetta”. Quel km di saliscendi non è mai banale, si fa sempre volentieri, e tutte le volte ti mette alla prova. Caldi al punto giusto scivoliamo tranquilli lungo la strada della Costa fin sotto il Santuario di Mariano. Questa volta la “borotalco” la facciamo in discesa. Una volta in più diamo ragione a chi ha dato il nome a questo tratto. Le ruote sembrano venire inghiottite dalla polvere bianca e sottile.
Qualcuno ha indicato a Paolo una variante per la salita al monte S. Cristina. Andiamo a sperimentare questa nuova via. Imbocchiamo la strada che porta a Vianino. La giornata tiepida e gustosa e la direzione non troppo chiara ci fanno procedere lentamente e con attenzione. Nondimeno la strada anche se asfaltata procede decisamente in salita. Incontriamo un furgoncino fermo e ne approfittiamo per chiedere informazioni.
Poche nuove. Andiamo a naso e tenendo sempre presente la vallata sottostante lasciamo la strada principale per una bella strada bianca che sembra procedere nella direzione a noi utile. Il panorama ora guarda in direzione Valceno e il Cenedolo è proprio sotto di noi. Magari sbagliamo, ma quello che stiamo percorrendo è veramente un sentiero piacevole.
Arriviamo ad un bivio. La nostra carraia scende decisamente verso la Valceno, mentre a destra un sentierino sale decisamente in direzione del monte S.Cristina, che a nostro avviso è appena di la dal monticello che per ora ce ne oscura la vista. Dopo una impennata decisa il sentiero si addolcisce e diventa uno stupendo percorso ondulato che alterna veloci e scorrevoli discese a brevi e divertenti salitelle. Anche se abbiamo sbagliato qualcosa ci stiamo divertendo molto.
I nostri nasi non ci hanno tradito. Improvvisamente, uscendo dal bosco, ci ritroviamo in uno slargo ampio e ricco di sentieri che da essa si dipartono. So benissimo dove siamo!
E’ tutta la settimana che passo di qui durante la lunga discesa dal S.Cristina.
I miei soci non vogliono sapere niente e decidono di attaccare la vetta del monte da questa parte.
Li avverto che la via è tosta. Niente da fare.
Si va.
La via, in salita è veramente tosta. Tanto è divertente e bella in discesa, tanto è dura in salita.
Pedalata dopo pedalata avanziamo. Il tempo splendido, la temperatura mite, il colore del cielo, il verde dei faggi che stanno mettendo le prime tenere foglie alleviano la fatica. In un paio di occasioni siamo costretti a scendere e spingere la bici. Poco male .
Si sale. Si sale decisamente e la cima si avvicina. Ci fermiamo un attimo ad ammirare la sottostante vallata del Ceno. Il verde brillante della vegetazione fa risaltare il blu del cielo terso. Che meraviglia. Ne valeva la pena! Il giro è si faticoso ma di grande gratificazione. Alla fine penso che lo spirito della mtb sia questo.
Si sale ancora, ma le pendenze ora sono meno forti e si pedala bene. Sbuffando come una vaporiera arrivo anche io in vetta. I miei soci son già li che discutono sulla via da percorrere in discesa.
C’è la voglia di andare per una esile tracciola che dalla cima scende ripida e stretta in direzione ovest, verso Castellaro. Sappiamo che è un sentiero usato dai free riders. Non lo conosciamo e non ci fidiamo …
Prima o poi però … E’ una promessa.
Di scendere per l’inghiaiata non se ne parla nemmeno, quindi … quindi … scenderemo per la via di salita fino alla “piazza” e poi seguiremo le bandelle bianco/rosse fino a Careno. E’ una bella volata e ci divertiremo.
E ci siamo divertiti. La lunga via di discesa alterna tratti tecnici ad altri veloci e scorrevoli, nel mezzo, qua e la piccole risalite. Il sentiero ora si allarga in carraie da boscaioli, ora si stringe costeggiando il fianco della montagna. Sotto di noi piccoli rii scolpiscono e scavano profonde e misteriose vallicelle. Uno di questi rii è sicuramente lo Stirone “in fasce”.
Vederlo così con un filo d’acqua scorrere timido fra sassi e foglie cadute fa un effetto strano. Un po’ come si guarda un bimbo appena nato senza sapere quale sarà il suo destino.
Le nostre ruote corrono veloci sul terreno e noi ci stiamo divertendo davvero. Con un’ultima saltellante volata su fondo sassoso arriviamo a Careno.
Ci fermiamo al Santuario a fare scorta d’acqua. Salsomaggiore è ancora lontano e le idee sono estremamente bellicose.
Scendiamo a Pellegrino per il “sentiero del sindaco”. Questo sentiero è stato tracciato in anni passati dall’allora sindaco di Pellegrino e dal famoso fornaio Lusignani. Così me l’hanno venduta allora, così ve la vendo adesso.
Evitiamo il centro storico di Pellegrino, completamente pedonale, e iniziamo la salita verso Mariano.
C’è in giro una mezza idea di scendere dietro la chiesa per una via ….. Non ho capito cosa vogliano fare i miei soci, ma dietro la chiesa non ricordo niente che possa assomigliare ad una discesa uso free ride.
Ma per adesso saliamo. Saliamo tranquilli lungo una strada bianca e polverosa poi attraversiamo una fattoria . Alcuni maremmani bianchi, malridotti e alla catena accennano una sorta di protesta, ma niente di che. Poi sbuchiamo sulla costa e in uno spettacolare panorama arriviamo fin sotto Il santuario di Mariano.
(il nostro tour si sta trasformando in un pellegrinaggio vero e proprio… prima l’eremo, poi Careno, ora Mariano, ci manca solo S.Giovanni in Contignaco e siamo a posto … ma ci passeremo assai vicino )
Aggiriamo il Santuario attraverso un bel sentiero in discesa e … adesso dove andiamo a cercare la nuova via?
Penso di sapere dove è ma è necessario andare verso Case Boscaini e poi infilare una traccia molto sporca. Così facendo il giro si allunga a dismisura. I miei soci sostengono che ci deve essere una via più in la tornando verso la strada della Costa. Non mi risulta ma andiamo a vedere.
Intanto ci godiamo la stupenda strada nel bosco.
La bici corre contenta sull’ampia carraia. Alla fine di una breve ma erta salita teniamo un piccolo summit.
Consideriamo velocemente, tempi, kilometri e appetiti (ormai abbiamo finito le scorte di integratori) e mogli a casa. Malvolentieri facciamo rotta di rientro.
Ma la pedalata non è ancora finita.
La “riservetta” è bella da percorrere in salita, ma in discesa è ancora meglio. I sassi smossi, i gradini e le buche che ne caratterizzano il tratto fanno si che il biker non possa distrarsi nemmeno un attimo; i brevi secchi strappi tengono alto il ritmo cardiaco. Sempre bella, sempre attraente, anche quando c’è “sporco” (Paolo non la pensa proprio così … ma è l’uomo di classe del gruppo!)
Ridendo di queste stupidaggini scendiamo verso Pietraspaccata, ma lo facciamo andando a pescare un bel prato in discesa. Lo avevamo già fatto a febbraio, con la neve. Ora è un’altra cosa.
Risaliamo fino alla sommità del tratto di “case Massari” e come ciliegina sulla scendiamo lungo uno stupendo sentiero, veloce, stretto, per niente banale, ma gustoso dal primo metro all’ultimo. Una volata stupenda in un bosco appena accennato, gustando l’aria fresca che ci ristora. Fino a pochi giorni fa c’era un freddo cane, ora fatichiamo ad abituarci al caldo quasi estivo.
Evitiamo ancora qualche metro di strada provinciale andando per via traversa fino ai Tintori.
Stanchi, ma felici, davvero felici, rientriamo verso casa passando sotto le mura del castello di Contignaco e il campanile della pieve romanica di S.Giovanni. Il campanile rintocca le 2.
E’ tardissimo.
Ohi! 48 km 1500 metri di dislivello, alla fine non sono noccioline.






Come arrivare al punto di partenza

partenza
Da Milano o da Bologna
Percorrere l'autostrada del Sole A1 fino all'uscita di Fidenza/Salsomaggiore Terme, si prosegue seguendo la direzione Fidenza/Fontanellato/Salsomaggiore Terme.
Da Brescia o da Genova
Dall'autostrada A21, continuare sull'autostrada del SOle A1 fino all'uscita di Fidenza/Salsomaggiore Terme, si prosegue seguendo le indicazioni prima per Fidenza e poi per Salsomaggiore Terme.
Da La Spezia
Percorrere l'autostrada della Cisa A15, uscire al casello Parma Ovest, seguire le indicazioni per Noceto, Fidenza, Salsomaggiore Terme.
Da Parma
Percorrere la "Via Emilia" SS 9 seguendo le indicazioni per Ponte Taro, Noceto, Fidenza, Salsomaggiore Terme.


Treno/Bus
In treno
Dalla stazione di Fidenza (distante 9,5 km circa dalla stazione di Salsomaggiore), servita dalla linea Milano - Bologna, prendere la linea per Salsomaggiore Terme.
Per consultare gli orari dei treni visitare il sito web delle Ferrovie dello Stato e il sito web delle Ferrovie Emilia Romagna.

Il punto di partenza è situato davanti alle Terme Zoia dove c'è ampia possibilità di parcheggio

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Infos

Inserito da
stefano alinovi
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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
27.04.2012
Località
Largo A. Bazzoni, 43039 Salsomaggiore Terme PR, It
Regione
Emilia-Romagna
Tempo Percorrenza
5
Distanza
48
Dislivello
1500
Difficoltà tecnica
medio-difficile
Condizione fisica
duro
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Visite
380
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