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LE TRE PIANE |
Questa escursione rappresenta una sorta di ridimensionamento della più ampia e faticosa traccia denominata “ I Cinque della Laga”
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/4932 . Lasciamo il Pandinobike sulla S.P. che da Aprati porta a Cesacastina, più precisamente in corrispondenza di uno slargo ubicato poco sotto la frazione di Cervaro. Diamo inizio alla pedalata in direzione del paese e lo raggiungiamo al solo fine di rifornirci d’acqua dato che la prossima fonte la troveremo a distanza di diversi chilometri. Vicino ad un fontanino incontriamo un simpatico cagnolone che da subito ci riempie di feste. Lui è la nostra guida di oggi. Infatti non appena rimontiamo in sella ci segue con passo spedito. Torniamo leggermente indietro e prendiamo a sx per Crognaleto. Ci innalziamo sulla sx del Fosso Vaccaroli all’interno del quale il torrente scorre impetuoso alimentato dallo scioglimento delle nevi. Oltrepassato il fosso, dopo un paio di curve svoltiamo a sx in direzione della frazione di Valle Vaccaro. Siamo sempre nel Fosso Vaccaroli ma stavolta sul lato destro. In alto è ben visibile un vecchio rudere. Continuando diritti ci portiamo nei pressi della frazione di Valle Vaccaro dove, in corrispondenza di una curva, parte dalla destra una carrareccia che risale il Colle San Pietro per poi proseguire verso la Mirella. Dall’alto dominiamo il fosso Zugano mentre all’orizzonte si può godere lo spettacolo della catena del Gran Sasso. Continuando su per la salita, si giunge ad un bivio. A sx la strada sale al Colle della Pietra mentre noi svoltiamo a dx e scendiamo ad Altovia, borgo fino a pochi anni fa completamente disabitato, oggi restaurato e adibito a residenza estiva. Ovviamente nella discesa abbiamo cura di attendere il nostro amico cane che con lingua penzolante non accenna a rallentare l’andatura. Dopo una breve capatina al rudere di S.Egidio riprendiamo la comoda salita portandoci a quta 1200 m circa. Si apre davanti il panorama sui Monti Gemelli e su tutto il versante teramano. Alla nostra destra, il Prato di Pantanelle (la prima delle tre piane di oggi). Le abbondanti piogge cadute negli ultimi giorni e la primavera ormai impostasi rendono il grande prato più verdeggiante che mai. Giriamo a dx per una traccia erbosa e tagliamo il prato salendo di una cinquantina di metri di dislivello fino ad una grande croce. Dalla croce possiamo godere di un panorama a trecentosessanta gradi degno di essere fotografato nella sua totalità. Adesso scendiamo tra i prati e raggiungiamo velocemente Piano Roseto (seconda piana) dove finalmente ritroviamo una fonte d’acqua. Attraversiamo sulla dx l’esteso piano erboso dirigendoci verso una vecchia capanna di pastori. Si notano due strade che entrano nel bosco, sia quella di sx che quella di dx si ricongiungono aldilà della selva. Noi scegliamo quella di destra e penetriamo nel bosco. Poche pedalate e ci ritroviamo affacciati sul versante di Crognaleto. Un accattivante single track passa sotto delle imponenti rocce arenarie e non senza qualche difficoltà giunge alla chiesa della Madonna della Tibia. Collocata scenograficamente su uno sperone roccioso, la piccola chiesetta custodisce al suo interno un altare barocco ligneo dipinto e dorato tardo-seicentesco ed una statua in legno di Madonna con Bambino detta "la paesana".
La leggenda narra che la chiesa fu fatta edificare nel 1617, per grazia ricevuta, da un facoltoso commerciante di bestiame di Amatrice che, caduto da cavallo e fratturatosi una tibia, implorò l'aiuto della Madonna per il suo ritorno a casa. Il 17 agosto di ogni anno, di sera, alla luce delle torce si svolge il tradizionale pellegrinaggio a piedi dal borgo di Crognaleto alla chiesetta rupestre. Dopo aver sciolto le campane che suonano a festa per richiamare tutti i devoti, si celebra la Messa, in un'atmosfera carica di sacralità. Alla statua lignea della Madonna della Tibia si attribuiscono guarigioni miracolose ed un generale potere di protezione degli abitanti e del territorio dalle calamità. La festa della Madonna della Tibia, da non confondere col ricordato pellegrinaggio, ricorre invece l'8 settembre.
Scattata l’immancabile “foto amicizia” scivoliamo per la traccia di sinistra che porta a Piano Vomano. Più in basso incrociamo la sterrata che conduce a Crognaleto e proseguiamo sulla sx. Ora attraversiamo la terza ed ultima piana dell’escursione ossia il Piano di Crognaleto. A terra è sempre evidente il solco lasciato dal passaggio di moto da trial. Lo seguiamo per l’intero pianoro. La traccia entra nel bosco attraversando dei pantani creati dai numerosi cinghiali che popolano la zona. Il nostro cagnolone coglie l’occasione per dissetarsi e rinfrescarsi le zampe. Si procede in un saliscendi fino al Colle Pizzuto. Il single track che andiamo a percorrere è colmo di svolte e drops che si alternano a tratti puliti ed a tratti scoscesi. In qualche punto è possibile trovare il passaggio occluso da grossi pini abbattutisi durante l’inverno ma sono facilmente aggirabili. Ad un certo punto ci lasciamo a dx un’ampia mulattiera che scende nel fosso. Proseguiamo sul divertente single track fino ad un crocevia dove troviamo la segnaletica C.A.I. che indica a dx per Cervaro. Siamo sul Colle Tondo. La seguiamo e continuiamo in discesa tecnica stavolta sprofondando nel fosso sottostante. Lungo la strada è presente qualche paletto C.A.I. di conforto. Si continua a scendere e la traccia si fa sempre più stretta e sporca essendo invasa da fogliame ed arbusti. Oltretutto abbiamo costantemente il cane davanti che ci impedisce il sorpasso. Svolta dopo svolta, ignoriamo una piccola traccia che scende a sx e ci avventuriamo verso il fosso. Pedaliamo in un intricato saliscendi, che dalla base del Fosso si alza di qualche metro. Improvvisamente tra gli arbusti, scorgiamo non lontano la nostra auto posteggiata sulla S.P. Ci siamo. Chiudiamo l’anello non prima di aver affrontato una decina di metri proibitivi in discesa che ci permettono di uscire sulla strada per Cervaro. Il cane è sempre qui con noi, appollaiato all’ombra di una roccia…che aspetta. Ricaricate le bici sull’auto, mentre ci accingiamo a ripartire, mia avvicino al cane nell’intento di salutarlo…ma lui drizza di colpo le orecchie e con uno scatto si infila in auto. Si adagia sul poggiapiedi anteriori e ci guarda con due occhi che paiono dire “ non scendo dall’auto se non mi riportate dove vi ho incontrato”. Detto fatto! Riaccompagnamo il nostro amico a Cervaro e appena arrivati lui scende con disinvoltura dal veicolo e corre incontro al suo padrone incredulo. Poi si volta un istante…. ci osserva per qualche secondo….scuote il capo in segno di saluto e…. se ne torna a casa….arrivederci amico mio!
CINGHIALE –PAPERO 25/04/2012 Cervaro (TE)
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rpapero
25.04.2012 22:40