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PIETRA STRETTA |
Il Generale Inverno torna di tanto in tanto a turbare i nostri sogni ambientati sulle alte vette dei monti. Torna, col suo vento gelido, a ricoprire carrarecce e mulattiere di quel sottile strato nevoso di cui ormai siamo più che saturi. Allora la miglior risposta di un biker non può che essere quella di tirar fuori la divisa invernale appena riposta nel guardaroba e pedalare più in alto possibile quasi a sfidare i colpi di coda del Generale Inverno. Oggi, in compagnia del Cinghiale ci sono Matteo e la new entry Fabio Di Emidio. Abbiamo deciso di salire al valico di Pietra Stretta e affrontare il “trialistico” Fosso Grande. Per far ciò, gustando a pieno questo versante dei Monti della Laga, si è scelto di effettuare il recupero auto posizionandone una nella frazione di Ioanella ed una alla Traversa di Campli. Dall’abitato di Ioanella, in corrispondenza della chiesa, saliamo a dx per la ripida strada che porta sul Colle Sansonesco. Ivi giunti, si apre la visuale sulla Croce e sulla vallata ove scorre il torrente Rimaiano. Continuiamo l’ascesa che adesso diviene più dolce e costeggiamo il Monte delle Tre Croci. Guardando a valle, sulla nostra dx si notano varie tracce che scendono. Queste costituiscono un intricato labirinto di sentieri che puntano quasi tutti verso la vallata del fiume Vezzola. La strada costeggia un paio di fossi prima di entrare in una bella pineta. Giungiamo in località Acquachiara lasciandoci sulla dx il Rifugio delle Aquile. Prendiamo la carrareccia di sx la quale sale dapprima nei pressi di un allevamento di cinghiali mostrandoci lo spettacolo della vista sulla catena del Gran Sasso. Poi prosegue valicando su un pianoro erboso affacciato sul Fosso Grande con annessa Montagna di Campli. La visuale è superba soprattutto stamane che si può ammirare una montagna appena innevata dalle parvenze di dolce farcito con zucchero a velo. Proseguiamo in salita ma le cose iniziano a complicarsi perché, penetrando nel bosco, la neve caduta nella notte stenta a sciogliersi ai raggi solari. Fortunatamente, il provvidenziale passaggio di un fuoristrada, ci rende la salita meno faticosa consentendo un maggior grip. Ci lasciamo a sx il sentiero che scende dal Monte delle Tre Croci e continuiamo nel bosco sino ad ignorare un’altra traccia a dx. Quest’ultima conduce ad un vecchio rifugio e prosegue verso il Fosso Sant’Angelo. La carrareccia esce fuori dalla selva ombrosa, incrocia quel che rimane della strada per Poggio Valle e prosegue in salita lungo il crinale montuoso culminante a Pietra Stretta. Il tratto è molto suggestivo in quanto il panorama va dal Gran Sasso alla Laga e dai Monti Gemelli al teramano. Salendo, a sx in basso si scorge il borgo abbandonato di Valle Piola dominato dal Monte della Farina. Un ultimo sforzo e approdiamo al valico di Pietra Stretta. Ci si prepara alla discesa che oggi non risulta affatto semplice . Già di per se il Fosso Grande non è che sia una traccia per bikers di primo pelo ma, in particolar modo, oggi ci si mostra in veste bianca. La neve caduta sul single track rappresenta un pericolo costante. Dunque c’è pane per in nostri denti. Ne sanno qualcosa Emidio e Matteo. Il primo, dopo qualche incertezza, “esplode” sotto i Balzi di Castiglione…il secondo , con la forza della disperazione, scivola sul single track in sella ad una front. Posso in tutta sincerità affermare che attraversare il Fosso Grande in versione “Lapponia” è un’autentica avventura meritevole di essere vissuta. Certo bisogna essere fortunati approfittando della poca neve fresca appena caduta dal cielo perché, solitamente, in questo luogo la neve si accumula copiosa e permane per moltissimo tempo rendendo il fosso impraticabile. Scesi al cospetto delle pareti rocciose del Monticchio di Campli ci spariamo a tutta velocità la mitica discesa sul sentiero n.16 C.A.I. mettendo a dura prova freni ed equilibrio. Il ritorno all’auto “staffetta” si snoda lungo una veloce carrareccia mentre mi viene naturale voltarmi verso quel Fosso Grande. Arrivo a pensare che l’originale escursione odierna sia stata un dono di quel Generale Inverno,proprio lui, tanto odiato, tanto temuto che forse oggi ha voluto mostrar riconoscenza per la nostra tenacia.
CINGHIALE 10/04/2012 Ioanella(TE)
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rpapero
11.04.2012 14:11