COLLEGRATO

Continua il viaggio del Cinghiale alla volta dei borghi dimenticati nei Monti della Laga. Oggi le poco confortanti previsioni meteo consentono un’incursione limitata alla prima parte della giornata. Nel pomeriggio dovrebbe piovere pertanto si parte rinunciando alla visita all’eremo di San’Angelo in Volturino ubicato sotto le Porchie della Montagna dei Fiori. L’itinerario ha inizio dallo slargo in prossimità del bivio di per Settecerri. Attraversato il Ponte Rio, su bitume, si raggiunge Cesano e poco più avanti prendo a dx in direzione San Vito. Pedalo su comoda strada panoramica e oltrepasso le frazioni di Villafranca e Cerquito, dove, nelle adiacenze del cimitero, trovo un fontanino. Proseguo sempre su asfalto fino a San Vito mentre nell’ascesa tengo sott’occhio sia i Sibillini che la Laga. Il Vettore è quasi pronto per accogliermi mentre Pizzo di Sevo ancora stenta a sbiancarsi. Ulteriore ricambio d’acqua fresca nella piazzetta di San Vito e continuo su per la frazione di Carpane. Da Carpane si interrompe il bitume e parte la brecciata che attraversa il Canale Brecciarolo e successivamente costeggia Pozzoranno. Sulla mia sx noto rigagnoli d’acqua che scendono dalle pareti dolomitiche del versante più affascinante della Montagna dei Fiori. Approdo a Cerro, sulla sx in alto trovo l’ennesimo punto d’acqua. Mi fermo intanto a studiare il versante di Settecerri cercando di individuare più single track possibili che scendono nella vallata del Rio. Riprendo la marcia in forte pendenza, passo Corano e mi inerpico su carrareccia lungo la Costa della Teglia. Dopo una serie di tornanti incrocio la strada che sale all’eremo di Sant’Angelo in Volturino. Mi fermo, guardo il cielo terso ed il sole che fà capolino dietro il monte Girella…poi penso alla strada da fare…non so cosa mi attende tra quei fossi che vedo sulla mia dx. Con rimpianto proseguo diritto per la Croce di Corano. Breve sosta di osservazione sulle Porchie, svolto a dx per la strada che costeggia Colle San Giorgio e , dopo un breve tratto in discesa, passo sotto il Colle il Monte. Davanti si apre la visuale sulla Valle del Castellano. Mi trovo sul sentiero n. 17 C.A.I. che da Leofara passa per il Monticchio e scende a Settecerri. Inizia una prima veloce discesa su sterrata. In corrispondenza di una curva a dx, se si presta attenzione, ho pensato di costruire un “omino di pietra” per segnalare un piacevole bypass alla carrareccia. Prendendo a sx si taglia un curvone sfruttando un vecchio sentiero pastorale che in men che non si dica mi porta ad uno slargo. Qui si nota la strada che scende a Laturo ma questa volta il Cinghiale svolta a sx e si mantiene sulla traccia di dx che sale ripida per pochi metri. Aggiro una formazione rocciosa ed inizio a scendere vertiginosamente. Passo sotto la “Grotta della Paura” (ma essendo solo col cavolo che le faccio visita) e corro giù per il sentiero lungo Valliceta. La discesa finisce su un tratto pianeggiante. Ora punto il Monte Capitone. Sulla dx incrocio una invitante traccia che scende nel Fosso del Pantano ma fortunatamente proprio ieri, da colloqui intercorsi con personale del C.A.I., ho appreso che suddetto sentiero risulta impraticabile. Sarebbe la vecchia strada che porta al borgo fantasma di Lepora…chissà se un giorno si riuscirà a percorrerlo. Ciò posto, il sentiero dinanzi a me sale al Monte Capitone da dove si riscende di colpo nel bosco. Dopo un saliscendi attracco al Colle Vucine pedalando su traccia selvaggia che passa sotto enormi pietre arenarie. Quando finalmente emergo dalla selva, a sx posso godere del panorama sul Lago di Talvacchia e sul mio prossimo obiettivo: Collegrato. Il sentiero , ben marcato e battuto, si presenta divertente alternando passaggi su roccia, tra boschi di pini e tra vecchi ruderi. Giungo al Borgo di Collegrato: Collegrato è una frazione di Valle Castellana e si trova a circa m.700 di quota. L’accoglienza è delle migliori: nel salire verso lo sparuto gruppo di case si gode di bellissimi panorami, offerti dalle anse eleganti del Lago di Talvacchia, dalla sua diga, dai Monti Sibillini e dalle morbide cime dei Monti della Laga. Dopo una ripida ed ampia scalinata lastricata di pietra semicoperta dall’erba ci conduce, tra due file di abitazioni, ad una graziosa chiesetta con facciata in pietra arenaria e campanile a guglia che reca sul portale la data 1937, quando è stata quasi completamente rifatta sui resti di una chiesetta preesistente. E’ di recente ristrutturazione ed è consacrata a San Giovanni Battista. Collegrato non è completamente disabitata: una famiglia vive qui tutto l’anno, ma d’estate il borgo è ripopolato da chi ama questo posto ed ha comprato qui una casa per poter godere del silenzio e della natura. In mezzo a ruderi e a case fatiscenti, in tutto una decina di edifici, qualche abitazione è stata ristrutturata, talvolta con tecniche raffinate talvolta con metodi invasivi e contrastanti con il contesto, e consente un più che decoroso soggiorno. Di fianco alla chiesa i gradoni continuano e si inerpicano tra rovi ed ortiche verso la parte antica di questo borgo, tra case ormai dirute ed irrecuperabili. In una di queste, a dispetto del tempo, fa ancora bella mostra di sé un bel balcone con supporti in legno, caratteristico perché costruito con tecniche edilizie longobarde, il cosiddetto gafio. Si tratta dell’esempio meglio conservato di tutti i Monti della Laga, eccettuati naturalmente quelli ristrutturati di Leofara e Valle Piola. In corrispondenza di una fonte laterale alla chiesa imbocco il sentiero che conduce al Colle Portella dove insiste una croce. Arrampicandosi su roccia per la croce si può godere del panorama sul fosso del Pantano e sul Fosso Vallechiara. Adesso, approfittando che siamo dinanzi ad una croce con tanto di Santo Padre, cogliamo l’occasione per raccomandarci a Lui in quanto la discesa per il borgo fantasma di Serra non è affatto un gioco. Discendo tra rocce e svolte dalla pendenza proibitiva, già intravedo i ruderi di Serra. Non posso non fermarmi sul pianoro erboso di questo ennesimo borgo abbandonato e distrutto dal tempo. Da Serra riparte il sentiero che passa per Colle Gabrielli. Questo ultimo tratto è un gioiellino della montagna (anche se soggetto al taglio legna ed oggi un po’ invaso da tronchi che a fatica tento di rimuovere) e io comunque procedo con attenzione su single track di “qualità” sino ad incrociare la strada per Settecerri. Svolto a sx e concludo in velocità questa bellissima traccia che merita di essere percorsa sia per le sue particolarità ma soprattutto per solcare quei sentieri dimenticati da tutti e che il Cinghiale vorrebbero tornassero al loro splendore.

CINGHIALE 04/04/2012 frazione Cesano (AP)

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rpapero

04.04.2012 21:52

per info il ci trovate su http://www.facebook.com/#!/groups/232264236837873/



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rpapero
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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
04.04.2012
Località
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga,
Regione
Altro
Tempo Percorrenza
4 ore
Distanza
25
Dislivello
1140
Difficoltà tecnica
medio
Condizione fisica
medio
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