GROTTA DELLA PAURA

L’anello di oggi è il risultato della combinazione di due tracce ossia Laturo http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/6989 ed il Sentiero del Brigante http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/6583 . La nostra spedizione nella valle del Rio Castellano si snoda tra vecchi borghi, impervi fossati ed antiche strade di brigantaggio. Il tutto incomincia dalla diga del Lago di Casette da dove risaliamo sulla provinciale in direzione di Valle Castellana e proseguiamo a sx per Settecerri. La partenza potrebbe risultare traumatica dato che i 500m di dislivello da affrontare sono concentrati su pochi km. Ma oggi col Cinghiale ci sono i colleghi della Majella e quegli indiavolati dei Tritacatene che piuttosto, sin da subito, sembrano effettivamente “tritare” la forte salita che ci si para davanti. Quando ci affacciamo sul versante di San Vito iniziamo a lavorare di fantasia su un’eventuale ascesa al Monte Girella non appena la neve si sarà sciolta definitivamente. Dal Colle San Pietro all’abitato di Settecerri ci separa un rettilineo in salita sul crinale della montagna. A sx troviamo il versante più affascinante della Montagna dei Fiori mentre a dx i Sibillini finalmente stanno riponendo nel guardaroba l’abito bianco. A Settecerri, la salita ci concede una tregua. Incontriamo un gentile signore del posto al quale chiediamo informazioni sulla cosiddetta “Grotta della Paura”. In merito a questo sito, dal nome inquietante, non si riescono a reperire notizie ufficiali. La leggenda narra che diverse persone siano morte di spavento in prossimità della grotta la quale, ai giorni nostri, resta ancora inesplorata. L’abitante di Settecerri ci informa che la Grotta della Paura si trova sulla strada che andremo a percorrere. Inoltre ci racconta che alcuni speleologi si sono avventurati per circa 200m al suo interno riuscendo a capire soltanto che la grotta….continua…continua…continua in discesa forse per chilometri e chilometri fino addirittura a raggiungere il fiume Castellano. Ma la sua pericolosità, dovuta anche alla minaccia di caduta di enormi blocchi di pietra arenaria, ha tenuto lontani pure i più temerari. Galvanizzati dal racconto del gentile signore, ripartiamo di slancio alla ricerca della grotta come se la dura salita appena affrontata non ci avesse minimamente scalfito. Presa la strada sterrata per Leofara, svoltiamo a dx mantenendoci sulla traccia C.A.I. (priva di segnalazioni). Dopo aver percorso un sentiero tra gli arbusti troviamo sulla sx una grossa roccia dalle forme bizzarre. Proseguiamo diritti sino ad incrociare una mulattiera che scende dalla sx. Adesso,come da informazioni assunte, dovremmo essere vicini alla grotta. Dopo aver perso quasi un ora ispezionando un’ennesima formazione rocciosa, finalmente scorgo un’apertura. Chiamo il resto del gruppo che immediatamente si precipita in prossimità della grotta. Oscar dei Tritacatene, munito di una piccola lampada, è il primo ad infilarsi dentro. Lo seguiamo in blocco restando affascinati da questa caverna che scende dolcemente negli abissi. Al suo interno si avverte una bellissima sensazione, ci si sente spinti dal desiderio di esplorarla, di capire dove porti e cosa ci sia oltre quel cunicolo oscuro. Quando, alzando gli occhi ci accorgiamo che sopra di noi pendono dei grossi blocchi di pietra, decidiamo di avanzare soltanto di pochi metri lasciando le nostre menti libere di fantasticare. Andando alla ricerca di questo posto l’obiettivo del Cinghiale era quello si suscitare un’emozione ai compagni di viaggio…spero di esserci riuscito. Riprendiamo l’escursione. Arrivati ad un bivio ci manteniamo a sx e subito dopo un dosso erboso scendiamo all’impazzata per raggiungere il borgo abbandonato di Laturo. Ironman e Luca danno sfogo alla loro pazzia e si lanciano giù per il sentiero. Me li ritrovo su un pianoro erboso a contemplare la magia del borgo fantasma. Sul posto incontriamo il Sig. Federico, un personaggio di buon cuore che ha provveduto alla pulizia dei sentieri che conducono a Laturo e che con impegno tenta di evitare che questo antico borgo venga abbandonato al suo destino. Scattata qualche foto scendiamo su selvaggio single track al Fosso di Laturo dove ci concediamo una dolce sosta in riva al torrente. Il cammino continua costeggiando il corso d’acqua per un tratto non proprio agevole. Sfortunatamente è proprio in questo tratto che il Papero resta vittima di una brutta caduta. Forte contusione al gomito ed il braccio che si gonfia a vista d’occhio, per lui purtroppo giro finito. Il sentiero che porta ad Olmeto diventa sempre più evidente e pedalabile. Riprendiamo, dopo una breve risalita, la strada brecciata e scivoliamo dolcemente verso la S. P. per Valle Castellana. Ivi giunti, salutiamo i Cinghiali della Majella che decidono di concludere in anticipo la spedizione dando man forte per il ritorno al Papero. Il resto del gruppo prosegue il viaggio in direzione del bivio per Vignatico. Arrivati alla diga del Lago di Talvacchia ci accingiamo a salire per due km a Rocca di Monte Calvo per poi proseguire su ampia carrareccia sino a San Gregorio. Fatica è compiuta. Siamo di nuovo lievitati a quota 1000m circa e ora scendiamo a dx per la strada asfaltata. La visuale ora spazia sul versante di Acquasanta Terme. Quando vediamo sulla sx un vecchio campo da calcio vuol dire che è giunta l’ora di divertirsi. Un sterrata a dx precipita dal crinale della montagna andando ad intercettare il Sentiero del Brigante, un mix di natura, adrenalina e fatica, un lungo tratto pieno zeppo di svolte, canali, drop e salti che richiede molta concentrazione ma che dona altrettanta soddisfazione. Non voglio dilungarmi troppo descrivendo la bellezza del Sentiero del Brigante, servirebbero troppe parole…per cui rinvio tutto al link sopra indicato. Il nostro lungo viaggio tra storia, natura e leggenda termina nella splendida oasi naturale del Lago di Casette. Al sospirato arrivo troviamo ad attenderci un Papero rigenerato dalla cospicua quantità di birra assunta in attesa del nostro ritorno. Il giro in questione, abbastanza duro ed impegnativo, richiede, oltre che buone gambe, una discreta lucidità mentale soprattutto nella seconda parte dove, un biker che giunge troppo stanco, rischia di farsi male seriamente.
Ma oggi nessuno poteva fermare la nostra sete di conoscenza e fame di divertimento. I Tritatatene ancora me li vedo salire su una ruota sola oppure scendere dalle mulattiere come un branco di cinghiali mentre io gioiosamente continuo a pedalare respirando la polvere che sollevano. Lieto e speranzoso…di aver fatto cosa gradita…il Cinghiale vi dà appuntamento alla prossima avventura!

CINGHIALE – PAPERO 31/03/2012 Castel Trosino (AP)

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Commenti

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rpapero

02.04.2012 18:45

per info il ci trovate su http://www.facebook.com/#!/groups/232264236837873/


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@lessio

17.04.2012 10:22

Un'nformazione, ma quella divagazione che c'è dopo Settecerri, è per andare a vedere la grotta della paura oppure è un errore di percorso. In quale punto si trova questa grotta, sono passato su quei sentieri decine di volte ma non ne sapevo nulla.
Grazie per le info.

Infos

Inserito da
rpapero
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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
02.04.2012
Località
Strada di Valle Castellana, 63100 Ascoli Piceno AP
Regione
Marche
Tempo Percorrenza
6 ore
Distanza
41.3
Dislivello
1915
Difficoltà tecnica
medio
Condizione fisica
medio-duro
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