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MONTE LIVATA |
Il Cinghiale cerca di allargare gli orizzonti andando alla scoperta di posti nuovi, alla ricerca di emozioni e di nuove grandi amicizie. Oggi, in compagnia del Papero, reduce da una grigliata in giardino protrattasi fino a tarda ora, ci rechiamo in provincia di Roma in particolare sui Monti Simbrunini (il nome di questo sistema montuoso deriva dal latino sub imbribus che significa sotto le piogge). Il ritrovo è nel comune di Subiaco. Situato a 408m s.l.m. nell'alta valle dell'Aniene, il pittoresco borgo medievale, costruito a scalinata su una rupe rocciosa che domina la valle alla destra del fiume, è centro di interesse religioso ed artistico, nonché turistico. All'uscita del fiume dalla selvaggia gola calcarea si trovano i monasteri benedettini del Sacro Speco e di Santa Scolastica. In età romana sorsero lungo tutta la val d'Aniene numerose ville romane, tra cui quella di Nerone. Nel Medioevo poi la zona divenne rifugio di popolazioni in fuga dai barbari e sede di castelli, eremi e monasteri. Ad attenderci a Subiaco c’è Andrea Serafini, attivissimo biker della zona, il quale ha provveduto a bonificare parte della traccia di oggi al fine di renderla fruibile. Abbiamo pensato di effettuare un recupero auto onde risparmiarci qualche km di bitume con pendenza del 15% (a tratti anche del 18%). Di conseguenza posizioniamo il Pandinobike a quota 800m circa poco sotto la Fonte della Grotta. Incominciamo a salire inesorabilmente su bitume. Le prime foto le scattiamo all’imponente parete di Morra Ferogna. Ci troviamo sotto il Monte Calvo e più precisamente nel Fosso dei Canali. Mentre si compie l’ascesa, nelle zone esposte a nord, ancora persistono corposi cumuli di neve che le alte temperature degli ultimi giorni non sono riuscite a sciogliere. Usciti fuori dal bosco a quota 1400m circa arriviamo sul Monte Livata. Il pendio, dai paesaggi mozzafiato, è zona turistica che attrae numerosi visitatori e amanti della montagna soprattutto dalla provincia di Roma. Dopo una breve sosta sul pianoro, torniamo leggermente indietro e imbocchiamo sulla sx una carrozzabile che culmina su un belvedere. Dall’alto è superbo il panorama su Subiaco e sulla valle dell’Aniene. Ci prepariamo alla discesa che si snoda in una prima parte su prato disseminato di pietrozzi, poi la pendenza si accentua ed è tutto fuori sella in direzione perpendicolare alla Nocicchia. Aggirato un ampio stazzo e dopo un breve tratto in risalita svalichiamo su un pianoro erboso. Inizia qui un fantastico single track molto tecnico tra radici recise e spuntoni di roccia. Lo si può percorrere godendo a pieno della miriade di insidie miste a drop e salti naturali. Andrea sembra conoscere ogni sasso e quando giungiamo all’incrocio con la traccia C.A.I. (in prossimità di un vecchio rudere) decide di prendere a dx per un sentiero. La natura carsica della montagna ci costringe ad abbandonare per un istante le nostre bici per incamminarci su una distesa di acuminate rocce calcaree. Ci affacciamo sulla vallata ed Andrea tende il braccio in avanti verso Subiaco indicandoci i siti di maggiore interesse storico e naturalistico. Ci narra di storie di papi ed imperatori transitati e vissuti in questi luoghi. Riprendiamo il tratto di sentiero appena percorso e ci apprestiamo ad assaporare un altro bel single track fino all’antico borgo di San Donato (disabitato ormai da circa un secolo). Ivi giunti sono ben visibili le vecchie fonti pastorali e la cisterna per la raccolta delle acque. Qua e là, tra prati verdi, si scorgono ruderi e si percorrono sterrate create dal continuo passaggio di bestiame al pascolo. Ripreso il sentiero C.A.I. adesso affrontiamo la parte più veloce del tracciato ossia quella che taglia Colle Lungo sulla dx. Si scende in velocità nel bosco, si vira verso sx uscendo sui prati e si prosegue per un’adrenalinica carrareccia fino ad affacciarsi poco sopra di quel che resta della villa dell’imperatore Nerone. Tornati a Subiaco cogliamo l’occasione per un breve escursus lungo il fiume Aniene. Il corso d’acqua nasce sul confine tra Lazio e Abruzzo dai Simbrunini, tra le province di Roma e Frosinone. Il fiume Aniene genera da due rami principali: l'Aniene propriamente detto e il Simbrivio. L'abbondanza e la continuità delle acque che lo alimentano fanno dell'Aniene un fiume di buona portata, che fu infatti utilizzato fin dall'antichità per alimentare acquedotti, successivamente come risorsa per la produzione industriale locale e per la produzione di energia elettrica. Noi lo costeggiamo per un po’ su rilassante carrareccia contemplando le sue acque limpide ed impetuose. Infine, ci viene sete e con la gola secca, ci riavviamo in direzione di Subiaco e concludiamo la giornata in birreria com’è giusto che sia. Un ringraziamento va ovviamente ad Andrea Serafini che con la sua efficienza e disponibilità ha reso possibile questa escursione in quella che ci auguriamo si riveli nuova terra di avventure per il Cinghiale.
CINGHIALE – PAPERO 25/03/2012 Subiaco (RM)
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rpapero
26.03.2012 21:29