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FORESTA DI SAN GERBONE (short) |
La Foresta di San Gerbone, è un bosco-vivaio, creato nel dopoguerra dal Corpo Forestale, da poco dichiarato "Bosco Vetusto": riconoscimento di alto valore scientifico e di prestigio, determinato dalla somma di diverse condizioni e caratteristiche, presenza di alberi ad alto fusto, di alberi morti, presenza di un ecosistema unico. Oltrepassato l’abitato di Morrice, lasciamo l’auto su uno slargo poco prima del ponte sul torrente Castellano. Iniziamo a salire su asfalto ed al primo bivio prendiamo a sx andando ad attraversare dapprima la frazione di San Giovanni e poi quella di Collefrattale. Prima di lasciare il paese facciamo rifornimento d’acqua in quanto la fonte successiva la troveremo soltanto dopo molte pedalate. Usciti fuori da Collefrattale imbocchiamo una comoda carrareccia forestale che sale dolcemente regalandoci una bella vista sulla vallata del Castellano e sugli abitati di Pietralta e Colle Pietralta. Giunti al bivio con la strada che porta alla Piana dei Cavalieri, ci manteniamo a dx e spingiamo forte sui pedali lungo un improvviso strappo in salita. Ci troviamo sul sentiero 323 C.A.I. che si insinua magicamente nella Foresta di San Gerbone. Dopo tanti anni di fatiche e gioie tra queste montagne, il Cinghiale ancora oggi si emoziona di fronte alla bellezza, alla pace ed al mistero che avvolge questo luogo. Se poi ci si sofferma alla stupenda Cascata di Faoia, allora ben si comprende il valore naturalistico di questa mitica selva. Siamo dinanzi ad un impressionante salto d’acqua da una gigantesca pietra arenaria. Portarsi al di sotto della cascata ci fa sentire minuscoli… Superato, appunto, il fosso di Faoia si perviene ad una sbarra, aldilà della quale il sentiero si fa più stretto e sconnesso. Tagliamo il Fosso Pedatelle e proseguiamo passando poco sotto la Grotta di San Gerbone fino ad affacciarci sul fosso omonimo con ulteriore annessa cascata. La strada incomincia a farsi ripida, a tratti spietata ma con un po’ d’impegno si riesce a lievitare velocemente a quota 1400m circa. Non mi risparmio la solita raccomandazione di avere molta prudenza. Si pedala su un sentiero antico e collaudato ma pur sempre teatro di frane e smottamenti di terreno…ricordatevi, mentre salite, di gettare sempre un occhio sulle parti esposte così vi renderete conto della pericolosità della zona. Perciò prudenza…almeno sino a giungere alla Casermetta di San Gerbone. Qui, se si ha l’accortezza di munirsi preventivamente di un fiasco di vino con treccia di salsicce, è possibile farsi una grigliatina volante all’ombra della splendida pineta che circonda questo rifugio di pastori. Il sito dispone di tettoia, barbecue, arnesi per grigliare e fonte d’acqua freschissima. Dopo la doverosa sosta alla Casermetta, percorsi pochi metri, arriviamo ad un’altra sbarra. A sx si può salire a Prato
Lungo e svalicare nel versante di Umito ma noi prendiamo a dx e ci lanciamo nell’appassionante discesa che tocca il Fosso di Faoia fino ai Piani Cattini. Si percorre un sentiero fatto di insidie, trabocchetti, droppate e chi più ne ha più ne metta, tutto interamente all’ombra della Foresa di San Gerbone. Qualche piccolo tratto in risalita ci tiene le gambe ben calde ma è irrilevante considerata la sensazione che si prova scendendo tra questi boschi. Col cuore pieno di entusiasmo intercettiamo la strada forestale per Collefrattale e da lì all’arrivo non resta che un “tiro di schioppo”.
Il tracciato sopra descritto, se percorso in primavera può presentare problemi di fruibilità a causa dei tronchi caduti durante l’inverno. Si consiglia pertanto di percorrerlo in estate o in autunno, quando cioè, i boscaioli saranno già passati con i trattori ed oltre ad aver liberato il tracciato, avranno anche battuto per benino quella che sarà la vostra pista in discesa. Buon divertimento…
CINGHIALE – PAPERO – MAGO- CAPRA 16/04/2011
Morrice (AP)
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da Morrice (AP) si prende per Acquasanta
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rpapero
16.03.2012 18:50