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PASSO CATTIVO (Monti della Laga) |
PREMESSA: l’itinerario va preso con le pinze in quanto presenta tratti critici specialmente quando si attraversa Passo Cattivo. Diversi sono i punti esposti ed il tracciato, nel suo complesso, non si presta ad essere percorso da tutti. Si raccomanda attenzione massima e gambe ben allenate perché sono frequenti i tratti percorribili solo con bici a spalla. Alla fine del giro presumo accuserete un leggera stanchezza.
Abbandoniamo l’auto in corrispondenza del primo slargo a dx che si incontra appena imboccata la S.P. per Tottea. Prendiamo la S.S. 80 del Gran Sasso d’Italia in direzione L’Aquila e costeggiamo dall’alto il fiume Vomano. In località Palidini, poco prima della galleria, svoltiamo a dx per il S.I. del C.A.I. In realtà questa è la vecchia strada per Tottea, ormai flagellata dalle frane e chiusa al transito veicolare (strada da evitare dopo forti precipitazioni piovose e soprattutto durante lo scioglimento delle nevi causa caduta massi). Con poche pedalate si lievita in quota e bisogna fare attenzione al baratro presente sulla dx (la strada in molti punti è sprovvista di protezioni). Il fondo è agevolmente pedalabile tranne che in qualche punto invaso da pietrozzi franati. Merita una prima sosta “fotografica” nei pressi della statua di San Gabriele dotata di una passerella che si affaccia sul Catagnone. Arrivati all’abitato di Tottea, si segue l’indicazione C.A.I. ma adesso la pendenza si fa accentuata sino all’uscita dal paese. Incrociamo una strada asfaltata, prendiamo a sx e saliamo ad una una sbarra dove il percorso diventa brecciato. Poche pedalate ed entriamo in una prima zona selvaggia dove si alternano tratti pedalabili e piccoli strappi in salita alquanto proibitvi. Si attraversano in sequenza antichi boschi e radure per poi rientrare nella fitta selva. Il sentiero comunque è sempre evidente. Giunti ad un bivio C.A.I., prendiamo a dx una ripida discesa che porta al Rio Fucino. Ci troviamo molto vicini alla diga del Lago Campotosto ma la nostra direzione è opposta…Da Rio Fucino, in forte pendenza ci portiamo sotto il Coppo. Attenzione però a non prendere la sterrata che sale a sx!! Ci si mantiene sul sentiero di dx e da questo momento non si incrocieranno più indicazioni C.A.I. Tuttavia la traccia è ben visibile. L’unico punto dove ci si può rifornire d'acqua fresca è nel Fosso di Cesa Grande (acqua di ruscello ovviamente). L’ambiente torna selvaggio quando arriviamo a Passo Cattivo. Bisogna prestare attenzione ai punti esposti del Fosso Cavone ed alle numerose insidie del terreno. Siamo su un’antica via pastorale, un tempo percorsa da migliaia e migliaia di ovini, oggi solcata solo da fungaioli e da qualche pastore macedone. Arrivati ad un valico, usciamo dal bosco ed intravediamo dall’alto l’abitato di Alvi. Provate a voltarvi indietro e potrete ammirare da lontano le azzurre acque del Lago di Campotosto unitamente alla fitta selva che avete appena attraversato. Usciti allo scoperto, ora si potrebbe scendere verso Alvi e chiudere l’anello ma noi proseguiamo per quello che il Cinghiale definisce il “secondo lotto”. Pedaliamo tra i prati fino alla Presa del Miglio, attraversiamo il Fosso di Pila Comma ed il Fosso delle Vetiche. Il “secondo lotto” si presenta molto affascinante perché ci dona un’ampia visuale sul Gran Sasso oltre che a regalarci “trialistici” single track. Il sentiero torna ad essere segnalato in corrispondenza dell’incrocio con la carrareccia che scende a Frattoli. Qui finisce il “secondo lotto”. Si potrebbe chiudere l’anello scendendo a Frattoli e di conseguenza riprendere la S.P. per Aprati ma ora che il gioco si fa duro, non ce la sentiamo di tornarcene a casa!! Svoltiamo a sx per la brecciata che sale ripida e dopo un piccolo strappo, prendiamo subito a dx per il sentiero C.A.I. che indica Cesacastina. E’ sempre il tracciato N. 357 a guidarci nel “terzo lotto” ovvero tra il Fosso di Piacoinolo ed il Fosso Malbove. Transitiamo ora di nuovo nella boscaglia, su ponticelli di legno, su impianti di captazione dell’acqua, spendendo le ultime energie rimaste…prima di lanciarci in picchiata in una discesa al cardiopalmo. Le ultime grandi emozioni ce le regala la ripida carrareccia che scende a Cesacastina. Dopo un breve strappo in salita, giungiamo alla chiesetta di Santa Maria Maddalena dove con qualche pedalata in più, arriviamo ad una splendida fonte dalla quale sgorga acqua limpida e fresca. Siamo ormai alle porte del paese. Il nostro punto di partenza dista circa 11 km (quasi tutti in discesa) e lo si raggiunge tramite asfalto, unica via percorribile!!!!...a meno che non ci si voglia suicidare salendo a Crognaleto, passando per la Piana dei Ferri e poi per il Fosso del Prete....ecc ecc….ma questa è un’altra storia…
Codesto anello, che il Cinghiale percorre da anni,in compagnia del Papero è qualcosa di più di un’escursione in montainbike. Rappresenta l’itinerario “principe” dove ci siamo fatti le ossa ieri…per poter essere indomabili oggi...
CINGHIALE - PAPERO 18/07/2010 APRATI
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Commenti
barilotto
25.02.2012 21:30