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per non sporcare(troppo) la bici |
L’inverno si stava facendo desiderare .
Come una bella donna ammiccava, diceva, non diceva, faceva freddo ma non troppo…
Precipitazioni zero.
Tra me e me penso : prima o poi comincia a venir giù davvero e non lascia più li.
Tutta l’acqua che c’è in cielo, tutta quella che è andata su prima o poi vien giù.
Deve venir giù! Altrimenti questa primavera e questa estate diventano veramente tragiche.
I bacini idrici erano veramente vuoti.
Le giornate si andavano facendo sempre più fredde e il terreno gelato.
Terreno e condizioni ottimali per le nostre mtb (temperature a parte)
Si parte al mattino col terreno intirizzito e rigido per il gelo e nella mattinata i raggi del sole ammorbidiscono il giusto la terra che diventa più morbida ed accogliente…una vera figata!
Quest’inverno sto pedalando più del solito, la compagnia del sabato mattina è un bello stimolo, poi ho messo su anche le coperture da fango…ma per ora sono servite un paio di volte…si e no
Ma non può mica continuare così in eterno, mi dicevo…prima o poi comincia ….
Se vien giù tanta neve e tanta acqua i nostri terreni diventano delle trappole mortali. L’argilla, il caolino, la creta, o quel che è si attacca alle coperture e non le molla più. In un attimo le biciclette diventano dei macigni, dei blocchi di cemento quasi intrasportabili. Poi si perdono quarti d’ora importanti, e tante energie utili per pulire, per togliere quella massa appicicaticcia dalla bici. Questa roba qui si aggrappa al mezzo a pedali e non lo molla più… fatica a staccarsi anche usando l’idropulitrice.
Pensando quindi a tempi meno grassi, umidi di disgelo e piogge, ho dato una occhiata a tutti i miei tracciati, li ho messi per bene sulla carta e da questo notevole malloppo ho cercato di tirare fuori una escursione che permetta un buon allenamento senza dover diventare matti a sbloccare continuamente le ruote della mtb. Nello stesso tempo ho provato ad inserire dei tratti di sentiero dove il fango non dovrebbe essere troppo invadente, anche perché un po’ sporchi a casa dobbiamo arrivare….altrimenti la moglie pensa male.
Va bene ricavare il tracciato dalla carta, ma è sempre meglio controllare che la carta corrisponda alla realtà.
Le carte IGM a cui faccio riferimento non sono di stesura recentissima, e in campagna e in montagna, si sa, spostare uno stradello, un carraia, è roba di poco.
La nebbia è un agente atmosferico che non ho mai collegato a Salsomaggiore.
Per me, nativo della “bassa” , la nebbia è un segno distintivo ed unico delle terre dietro Po.
Là dove matura e profuma il “culatello”, là è il luogo naturale della nebbia.
Eppure quest’anno, in questo inverno strano, la nebbia ha soggiornato a lungo sulle colline.
Le ha avvolte nel suo manto freddo e grigio quasi a nasconderle.
Io li col naso per aria a cercare segni beneauguranti.
Finchè una mattina, d’improvviso la nebbia squarcia il velo. Faceva un freddo becco, ma non ho avuto indecisioni. Si va!
La salita dopo pochi metri è un toccasana, comincio subito a riscaldare i muscoli troppo freddi.
La natura è come glassata, rivestita di un sottile velo di ghiaccio che brilla sotto i timidi raggi del sole che spunta appena dietro la collina.
La brina decora, con i suoi guizzi estemporanei, rami, foglie e fili d’erba.
Che bello!!! E spingo su per la salita ansimando.
Penso che respirare così forte con questo freddo non fa mica tanto bene….ma c’è da salire…
Quando giro verso Tabiano, l’amara sorpresa: nebbia…
Ma Tabiano non è la “città del respiro”?
La nebbia non è fittissima, ma sufficiente a dare quel senso di freddo gelido da cui non ci si può difendere.
Sui rami lo strato di brina è alto, ghiaccio su ghiaccio… e mentre scendo veloce per il sentiero, sento rumore di cristalleria infranta ogni volta che urto un rametto…
La voglia di rientrare a casa è tanta quanto il freddo, ma ormai sono fuori…cosa direbbero quelli del bar accanto a casa vedendomi rientrare subito?
Poi ho deciso di andare e si va…
E spingere! Come dice Matteo.
Risalgo verso il castello di Tabiano che mi appare ora più maestoso e misterioso, così avvolto…Non c’è nessuno in giro…
Ma chi ci deve essere? Lancilloto? Artù? Morgana? Merlino?
Dopo la disillusione sui miei eroi della fanciullezza dovuta alla lettura dei libri sulle nebbie di Avalon…
E spingere…
Sulla strada Boffalora arriva la stupenda metamorfosi…
Le nebbie si diradano pian piano facendo intravvedere un azzurro intenso, sfumato dal bianco della nebbia che svanisce. La brina proiettata contro lo sfondo celeste da degli effetti incredibili.
Riprendo tutto con la videocamera.
E’ tutto incredibilmente finto.
E’ tutto incredibilmente vero.
Una rapida digressione in Predella e con giro un po’ forzato (ma tanto dobbiamo fare allenamento) imbocco la discesa per case Tintori.
L’aria ancora greve di umidità ghiacciata fischia in modo anomalo attorno al casco e alla camera.
Un altro ghirigori sul tracciato e arrivo al bivio di case Massari, attraverso la strada e salgo verso Bonassera, ma tutto a sinistra sulla strada asfaltata.
Dopo poco l’asfalto si trasforma in ghiaia e proseguo su una comoda strada bianca che costeggia i campi da golf.
Il sole ora si fa sentire e apprezzo i suoi raggi tiepidi. La brina si aggrappa ancora ai rami delle piante, ma non è più così prepotente. Non si pavoneggia, tenta di sopravvivere.
Sosto qua e là a guardare ancora il paesaggio un po’ meno irreale di prima, ma sempre incredibile.
Appena sotto di me, nella vallata, la nebbia tiene in ostaggio paesi e città. Ora si ritira sotto i colpi del sole, ma rimane pronta a riconquistare il terreno perduto, appena torneranno le ombre della sera.
E la sera viene presto…
Abbiaiando ai cani che mi rincorrono per far casino e far vedere che “loro” la micca se la guadagnano, scendo costeggiando i margini del terreno da golf e poi giro sulla strada verso Grotta.
Appena fuori della piccola frazione giro per quello stupendo sentiero che corre parallelo alla strada, appena più alto, ma completamente immerso nel bosco. Se non ricordo male il terreno tiene anche in caso di pioggia e non lega più del necessario (bisogna pur sporcarsi un po’).
A case Faieto giro a destra fra gli sguardi indifferenti di annoiati cavalli, e l’abbaiare distante di cani …
La strada bianca garantisce una lunga discesa veloce prima della decisa risalita verso il pratone finale.
Già, il pratone non poteva mancare. Gianluca mi ha attaccato la malattia (un pratone al giorno…)
Prendo la carraia di fianco al Talita Kum (non se si scrive così ma ci siamo capiti) e dopo pochi metri a destra attacco il pratone…
Sempre duro mi fu quest’ermo colle….ansimo sulla salita guardando le fonde impronte di cavallo sul prato.
La mia mtb non sprofonda così tanto!
E son su.
Mi fermo, e me lo merito. Uno sguardo ancora verso la valle che si è scrollata di dosso un’altra piccola porzione di nebbia.
Poi la lunga discesa fino alla chiesa di Marzano…
Ora si potrebbe scivolare fino in centro a Salso…
Ma si potrebbe inserire anche …
Una ciliegina sulla torta.
Ad una curva tiro dritto ed imbocco una carraia in salita fin sotto una casa. Le persiane completamente chiuse e un senso di abbandono generale mi fanno pensare ad una abitazione abbandonata o comunque non frequentata. Passo da un antico cancelletto e mi lancio in una veloce discesa.
All’ombra le chiazze di brina passano fredde e veloci lasciando il posto al verde dell’erba appena scongelata da questo simpatico sole….che però andando verso valle tende già ad impallidire.
In un attimo sbuco dritto davanti allo stadio…
Quasi quasi vado a fare qualche ripetuta in pista…..
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Come arrivare al punto di partenza
Da Milano o da Bologna
Percorrere l'autostrada del Sole A1 fino all'uscita di Fidenza/Salsomaggiore Terme, si prosegue seguendo la direzione Fidenza/Fontanellato/Salsomaggiore Terme.
Da Brescia o da Genova
Dall'autostrada A21, continuare sull'autostrada del SOle A1 fino all'uscita di Fidenza/Salsomaggiore Terme, si prosegue seguendo le indicazioni prima per Fidenza e poi per Salsomaggiore Terme.
Da La Spezia
Percorrere l'autostrada della Cisa A15, uscire al casello Parma Ovest, seguire le indicazioni per Noceto, Fidenza, Salsomaggiore Terme.
Da Parma
Percorrere la "Via Emilia" SS 9 seguendo le indicazioni per Ponte Taro, Noceto, Fidenza, Salsomaggiore Terme.
Treno/Bus
In treno
Dalla stazione di Fidenza (distante 9,5 km circa dalla stazione di Salsomaggiore), servita dalla linea Milano - Bologna, prendere la linea per Salsomaggiore Terme.
Per consultare gli orari dei treni visitare il sito web delle Ferrovie dello Stato e il sito web delle Ferrovie Emilia Romagna.
Il punto di partenza è situato davanti alle Terme Zoia dove c'è ampia possibilità di parcheggio
Cartina
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Commenti
stefano alinovi
08.02.2012 16:45
L'itinerario, di per se non è niente di nuovo se non per l'ultima discesa in Salsomaggiore, ma vuole indicare la possibilità di allenarsi o cmq di pedalare anche in condizioni di terreno compromesse dal meteo avverso.
Per info :
Stefano Alinovi Guida di mtb
mail: stefano.alinovi@libero.it