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LA GRANDE FRANA |
Dopo aver inanellato a dovere la Montagna dei Fiori, questa volta tenteremo di fare altrettanto con la montagna gemella ossia la Montagna di Campli. Tutto è stato studiato a tavolino. Si parte dalla Traversa di Campli. Per questa escursione, oltre ad essersi rifatto vivo il Papero, torna a pedalare col Cinghiale anche il Mago, specialista in percorsi accidentati e pericolosi. Dalla Traversa prendiamo l’asfaltata per il paese di Battaglia che dista pochi km essendo ubicato proprio ai piedi della Montagna di Campli. Quest’ultima, avente la forma di un ferro di cavallo, è costituita da due sommità, il Monticchio ed il Monte Foltrone. Dall’abitato di Battaglia parte una carrareccia a fondo terroso che inizia subito a darci i primi problemi di pedalabilità. Nella notte c’è stata una consistente ghiacciata ma il sole caldo del mattino la sta disciogliendo provocando l’intasamento dei nostri organi di trasmissione. Dopo aver attraversato dei campi coltivati in località Castagne, in corrispondenza di un primo fossato, il Mago purtroppo subisce la rottura del cambio. Per lui giro finito, anzi neanche iniziato possiamo dire. Peccato, si prospettava un’escursione adatta ad animali come lui. Gli consegno le chiavi del Pandinobike e proseguo il tragitto col Papero che intanto impreca a causa del fango. Il fondo torna accessibile nei pressi di Pietrerosse, ora possiamo alleggerirci della melma accumulata e continuare a pedalare fino a Pian Cerreto. Ci troviamo poco sopra la S.P. per Macchia da Sole e da questo punto la carrareccia si interrompe. Parte ora il sentiero 14A che sale ripido sulla Costa dell’Elce. Giunti alla Salluta, il tracciato gira verso sx e si mantiene a mezza costa sotto il Colle Bianco. Si tratta di un vecchio sentiero un tempo percorso dai carbonai ed oggi ridotto molto molto male. Le continue frane hanno invaso il sentiero in più punti e diversi tronchi d’albero ci sbarrano il cammino. Sotto di noi sulla dx il fossato sembra senza fine visto che culmina nelle famigerate Gole del Salinello. Proseguiamo senza sosta tra passaggi scoscesi fino a quando…inaspettatamente il sentiero si interrompe in corrispondenza di una vecchia e gigantesca frana. Anni or sono quando dal Colle Bianco si distaccò un enorme porzione di montagna rendendo inaccessibili le frazioni di Leofara e Macchia da Sole. Di solito cerco di seguire le orme degli animali sulla neve ma questa volta non riusciamo a venire fuori da una situazione del genere. Ci siamo spinti fin sopra la frana ignorando di avere sotto i piedi un fondo ghiaioso ma completamente ghiacciato,di conseguenza pericolosissimo. Poi il sottoscritto( lo ammetto) soffre nell’avere il fossato a sx e di tornare indietro non se ne perla. Ci sembra di essere nelle sabbie mobili, più tentiamo di avanzare e più la situazione peggiora. L’unica cosa che ci resta da fare è provare a scendere mantenendoci all’interno di solchi dove si sono accumulate delle foglie in modo da avere un letto morbido dove casomai atterrare in caso di caduta. In parte l’impresa ci riesce ma ora la pendenza diventa eccessiva e risalire è impossibile a meno che non si abbiano delle funi appresso. In verità sarebbero utilissime per scendere quei 200m che ci separano dalla strada della salvezza. Per un attimo inizio a scivolare, il Papero rimane inerme, ma trovo un appiglio su un tronco d’albero. Tentiamo di scendere da diversi punti ma è tutto inutile…siamo stanchi, iniziamo a perdere la lucidità mentale e soprattutto l’ansia sta prendendo il sopravvento. Allora proviamo a scambiarci qualche battuta per sdrammatizzare, arrivando ad invidiare il Mago che a quest’ora se ne starà a casa davanti ad un bel piatto di pasta fumante. Dopo esserci riposati a cavalcioni su tronchi d’albero, il Papero si trasforma in una scimmia scendendo disperatamente e portandosi dietro la bici. Io lo seguo tenendomi sempre ben saldo a qualche appiglio di fortuna. Per scendere quei maledetti 200m abbiamo impiegato più di un’ora ma adesso, tra sospiri di sollievo, il Papero, raggiunta la S.P. mi scatta una di quelle foto che custodirò gelosamente nella mia bacheca : biker in azione sulla frana. Ci rendiamo conto che il tentativo di inanellare la montagna di Campli è fallito ma siamo ugualmente contenti per aver raggiunto la provinciale indenni. Se ora ripenso a quello che abbiamo incoscientemente rischiato faccio mea culpa e chiedo venia. Ora ci dirigiamo verso Guazzano sfruttando un reticolato di carrarecce che ci ridonano il sorriso e velocemente ci riportano al punto di partenza non prima di aver percorso un breve tratto su asfalto. AH! Dimenticavo il provvidenziale intervento del Mago che a bordo del pandinobike, con lo sguardo rilassato e la pancia piena ci recupera dal luogo di partenza. Un sentito ringraziamento voglio rivolgerlo all’amico Papero che in queste circostanza ha dimostrato freddezza e spirito di sacrificio.Oggi ha vinto la montagna, anzi la montagna vince sempre, e quando a volte riusciamo a dominarla è soltanto perchè Lei ha voluto così.
CINGHIALE-PAPERO 15/01/2012 TRAVERSA DI CAMPLI
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barilotto
17.01.2012 06:25