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GOLE DEL SALINELLO (sentiero 411 C.A.I.) |
L’itinerario si divide in due tratti completamente diversi tra loro. Il primo comodo, rilassante, panoramico…il secondo impervio, difficile e selvaggio. Il giro si snoda all’interno della riserva naturale “Gole del Salinello”. Può essere compiuto in qualsiasi stagione dell’anno dato che non si toccano mai alte quote ma consiglio di approfittare di una bella giornata di sole come quella di oggi per trarre il massimo da questa escursione. Partiamo dalla base del fossato dove scorre il fiume Salinello (poco sotto Ripe) ed iniziamo a salire verso l’abitato di Rocche Ischiano. La strada dolcemente attraversa le campagne circostanti, ci troviamo in una zona sita ai piedi dei Monti Gemelli e numerose sono le mulattiere di collegamento tra i vari versanti. Penso che ci sarà moltissimo lavoro da fare in futuro tra questi due splendidi rilievi quali la Montagna dei Fiori e la Montagna di Campli. Attraversato Rocche Ischiano prendiamo a dx per la provinciale e la percorriamo velocemente fino al bivio per Macchia da Sole. Svoltiamo a dx ed incominciamo a salire toccando le due frazioni di Garrufo e Guazzano. Agevolmente arriviamo fin sotto la Costa dell’Elce dove la strada inizia a scendere di poco per poi mantenersi tra gli 800/900 m di quota. Si inizia a pedalare su un tratto ombroso ed umido. Siamo tra il Monte Girella ed il Monte Foltrone. Suddetto tratto fu teatro, anni or sono, di una gigantesca frana che costrinse la Provincia alla chiusura della strada per molto tempo. Oggi il tratto è percorso da pochissime persone che vogliono raggiungere le località di Macchia da Sole, Macchia da Borea e Leofara. Gardando a dx quasi ci gira la testa, sotto di noi le Gole del Salinello. La strada taglia le Vroghe ed il Fosso dell’Acqua. Ora si vede bene il rudere di Castel Manfrino,posto in cui forse ancora oggi qualche temerario spera di ritrovare finalmente il leggendario tesoro nascosto…ma per questo tipo di narrazioni preferisco girare la palla ai pochi residenti di Macchia da Sole. Ammessi che ce ne siano, attraversiamo l’abitato ma non si vede nè si sente anima viva eccetto un lontano guaire di cani. Prendiamo a dx per una brecciata che porta a San Vito e la percorriamo un po’ a fatica a causa della neve caduta un paio di giorni fa, ma nessun problema, in poco tempo arriviamo sopra Castel Manfrino. Da quassù la vista spazia in lontanaza tra il Gorzano Pizzo di Moscio e Cima Lepri. In corrispondenza di una curva a sx troviamo una tabella in legno. Girando a dx scivoliamo sotto la strada sfruttando una piccola traccia che risale leggermente per poi scendere di colpo tra i cespugli. Qui bisogna fare attenzione a puntare rigorosamente Castel Manfrino evitando di “infognarsi” in tracce che vanno verso il fosso. Giunti ad un crocevia con tebella C.A.I. prendiamo a sx per un sentiero che cala nel Fosso del Lago. Il percorso inizia a farsi duro, scosceso e pericoloso, specialmente fatto in condizioni di neve e ghiaccio ma con un po’ di accortezza si riesce a scendere divertendosi. Attraversato un piccolo corso d’acqua, pian piano ci riportiamo in quota. D’ora in poi si viaggerà sempre tra gli 700 e gli 800 metri affrontando un infinito saliscendi che si snoda tra passaggi rocciosi, sentieri nei boschi, eremi, frane e antiche mulattiere che fanno da passerella sulle imponenti pareti delle Gole del Salinello. Esattamente a quota 777m troviamo un bivio con una traccia a dx che scende vertiginosamente alla base delle Gole. Il Cinghiale preferisce mantenersi sul sentiero superiore anzichè abbassarsi di 200m di dislivello (da recuperare sul finale). Siamo alla Vroga della Caccia, continuiamo a mezza costa sul fianco della montagna. Il tragitto ci costringe a scendere di sella in numerosi punti ma si tratta di piccoli ostacoli superabili agilmente. La gran parte della traversata del sentiero superiore si compie in sella anche se è richiesta una certa abilità. Molti sono i punti esposti (non esageratamente) e di conseguenza farsi male in questa zona rappresenterebbe un grosso problema anche per i soccorsi. Si arriva al Fosso delle Trocche dove troviamo un’altra indicazione C.A.I., la ignoriamo mantenendoci a sx e seguiamo il sentiero fino alla fine quando dopo una discesa, diviene carrareccia. Seguendo questa, in pochi minuti giungiamo a Ripe, riprendiamo la strada asfaltata e attraversiamo il paese. Poco fuori dall’abitato prendiamo un’altra strada sulla dx che scende verso il fiume. Già è visibile il punto d’arrivo ma per concludere in bellezza facciamo una scorciatoia imboccando una discesa su mulattiera che invita al gesto folle….ricordatevi di frenare……siete arrivati! Per concludere posso dire che l’anello di oggi mi ha sorpreso notevolmente. E’ un percorso da vero cinghiale, da non sottovalutare e soprattutto da fare con gli occhi ben aperti…qui la montagna può mostrare anche il suo volto cattivo.
CINGHIALE – MAGO 27/12/2011 RIPE
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Commenti
barilotto
30.12.2011 21:13