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IL GIGANTE CHE DORME |
Questo 2011 ancora riesce a regalarci ottime giornate per le nostre escursioni tra le montagne e allora perché non approfittare? Si… magari anche nel giorno della vigilia di Natale…scambiandoci anticipatamente un regalino che altrimenti nessuno potrebbe donarci. Oggi il Cinghiale ha pensato di fare un giro ai piedi del “Gigante che dorme” in compagnia dei Cinghiali della Majella i quali sembrano averci preso gusto a solcare questi territori. Meglio così, quello che non fa l’ente Parco cercheremo di farlo noi in sella alle nostre bici, col sudore e la passione che di certo non ci manca. Partenza da Isola del Gran Sasso nei pressi della scuola elementare dove, parcheggiata l’auto, ci dirigiamo verso Castelli. Appena passato il ponte sul Ruzzo svoltiamo a dx per l’agriturismo Santa Lucia. Scendiamo verso il fiume e lo costeggiamo pedalando sul sentiero 117 C.A.I. ovvero una comoda sterrata che si restringe nel finale diventando una traccia con qualche strappo in salita. La giornata si presenta soleggiata e neanche eccessivamente fredda ma a ridosso del fiume l’umidità ci penetra dentro e non serve a nulla incalzare nella pedalata. Attraversato il fiume, risaliamo il fosso fino all’abitato di Pretara. Ora inizia il tratto più monotono dell’anello perchè siamo costretti a spararci qualche km di bitume che però ci ripagherà profumatamente più tardi. Raggiungiamo prima la frazione di Ceriseto e poi San Pietro. Il paese è un vero balcone sul Gran Sasso e sulla vallata compresa tra quest’ultimo ed il Montagnone. Non fermarsi ad osservare il panorama sarebbe un peccato capitale. Volgendo lo sguardo verso il Vado di Sole, in sequenza, ammiriamo il monte Camicia seguito dal Prena, dal Brancastello e dall’imponente vetta centrale del Gran Sasso. A seguire La Madonnina ed il Montagnone…e pensare che soltanto pochi giorni fa scendevamo proprio da lassù. Poco dopo Piano San Pietro ci addentriamo tra i boschi, incontriamo un boscaiolo che ci parla di branchi di lupi presenti nella zona, soliti abbeverarsi nelle fonti pastorali dalle quali sgorga acqua gelida. Assunta qualche informazione, lo salutiamo e proseguiamo il cammino fino alla fine dell’asfalto. Si arriva ad un bivio dove a sx si va per Santa Colomba mentre a dx si imbocca il famigerato sentiero dei Quattro Vadi che, man mano, da carrozzabile diviene traccia strettissima, taglia la Macchia di San Pietro e precipita letteralmente in un fosso. Qui bisogna necessariamente scendere di sella e fare attenzione a qualche punto esposto oltre che alle lastre di giaccio formatesi nella notte. Non senza difficoltà ci abbassiamo di quota per riprendere il Sentiero Italia. Ora il tracciato si presenta comodo, veloce ma ricco di grandi e piccole insidie. Il fogliame è caduto abbondante, i rami sono nascosti sotto le foglie e le lastre di ghiaccio rappresentano un vero ostacolo. Sono ben sei i fossi che tagliamo passando sopra gli impianti di captazione dell’acqua prima di giungere a Fonte Nera. Il tracciato si mantiene sempre a quota 1000/1100m. Adesso inizia forse la parte più divertente perchè la strada si restringe notevolmente e ci si trova più esposti al fossato. Arriviamo all’antica chiesa di san Nicola, siamo esattamente sotto il “paretone” del Gran Sasso. L’autoscatto della foto amicizia è gia azionato mentre tutti noi non possiamo fare a meno di contemplare la parete che sembra caderci addosso. Ignorando il sentiero Italia che scende a Casale San Nicola, ci avventuriamo per il 208 C.A.I. Appena il sentiero curva a sx bisogna fare estrema attenzione….ci troviamo su terreno franoso ed esposto. Non a caso la via è “ferrata”. E’ solo un piccolo tratto dopodiché c’è bisogno semplicemente di benzina nelle gambe per affrontare il lungo sentierino panoramico che taglia le Gravare di Biselli e la Valle Situra, passa sopra Le Grotte ed arriva ad un bivio. A sx ci si addentra nel Fosso Pisciarellone mentre a dx si affronta un bel single trak tra rocce, neve e ghiaccio. Eccoci finalmente alla Fonte Chiavatteri. L’area si mostra accogliente, pulita, dotata di strutture per il bivacco…il tutto immerso in un’oasi naturale di pace, l’ideale per prepararsi alla discesa, rilassandosi e brindando a questo Natale che bussa alla porta. Prosecco e vino rosso Montepulciano che durante il viaggio appesantivano gli zaini, ora possono finalmente scorrere nelle nostre gole rese arse dalla fatica compiuta. Si abbassa il sipario sul bizzarro teatrino di cinghiali! Ora ripartiamo salendo verso un vecchio rudere. Percorriamo l’ampia carrozzabile fino ad una croce. Da questo punto inizia un’entusiasmante discesa su fondo sterrato. Si arriva ad un bivio dove, proseguendo dritti si giunge sin dentro il paese di Cerchiara, mentre girando a dx (strada che il Cinghiale consiglia vivamente) si scivola veloci sul fianco della montagna. Siamo sotto il ponte dell’autostrada, adesso, svoltando a sx e mantenendoci sotto al ponte, non ci resta che intercettare via San Valentino. Quest’ultima è un’antica via che scende ad Isola del Gran Sasso passando davanti a quel che resta della Chiesa di San Valentino. Il tratto è velocissimo. Si arriva improvvisamente ad una curva a gomito, in corrispondenza della Masseria Vecchia, si attraversa il ponticello sul Mavone e girando a sx, in scioltezza facciamo ritorno alle auto. Questa traccia è una “classica” della zona di Isola del Gran Sasso, il periodo migliore per percorrerla è sicuramente tutto l’anno (eccetto dopo nevicate abbondanti sotto i 1000m). Sono contento di averla proposta e condivisa con gli amici Cinghiali della Majella che, quanto a passione, cuore e abilità nella guida non hanno nulla da invidiare a nessuno.
Un ringraziamento ai fedeli compagni Papero e Mago.
Ciò posto, ora ci si può tranquillamente ubriacare con i parenti.
Il Cinghiale vi augura Buon Natale.
CINGHIALE-PAPERO-MAGO 24/12/2011 Isola del Gran Sasso
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barilotto
27.12.2011 22:19