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...come Giovannino |
Giovannino... già! Giovannino...
proprio lui, il testardo, sanguigno, uomo della bassa.
Uno degli scrittori italiani più letti e tradotti nel mondo (solo nelle scuole italiane non si sono mai letti i suoi libri...ma è un discorso lungo e difficile).
Già! Guareschi, proprio lui ha caratterizzato la bassa attraverso i suoi personaggi più famosi: Peppone e Don Camillo. La cinematografia ha trasportato le situazioni nel reggiano, in quel di Brescello....ma la realtà dei libri è decisamente ambientata e caratterizzata nella nostra nebbiosa bassa....la dove i due grandi fiumi della nostra bassa (Po e Taro) uniscono le loro acque e le loro nebbie più fitte.
Ho abitato per 15 anni a Trecasali, e da quando ho cominciato ad andare in mtb, il percorso che vado a descrivere è stato una palestra divertente. Per qualche tempo ho pedalato questi 40 km con il puro spirito del ciclista. Poi, invecchiando, ho rallentato i ritmi...e ho iniziato a guardarmi attorno...ho ricominciato a "respirare" l'aria della mia "bassa". Ho sentito mio ogni metro di argine....
Ogni volta riprendevo un pò di me stesso...sentivo dentro l'anima pugnace e nervosa di Giovannino...ogni volta capivo meglio i miei colleghi nativi della "bassa bassa".
Sensazione stupenda.
Il tracciato.
Anche se io sono sempre partito da Trecasali, ho pensato di piazzare il punto di partenza a San Secondo. Davanti alla Rocca dei Rossi.
Diciamo che vale la pena di perdere un pò di tempo per una bella visita(magari alla fine del giro). Penso che San Secondo sia la "capitale" della bassa. Dalla Rocca dei Rossi, seguendo una nuova e pregevole pista ciclabile arriviamo fin sull'argine del Taro. Con una manovra complicata a causa di una proprietà privata scorbutica con cani nervosi, passiamo sotto al ponte sul Taro e, dopo aver attraversato la strada assai trafficata, scavalchiamo il fiume e, sempre per ciclabile asfaltata mi dirigo verso Trecasali. Dall'alto dell'argine lo sguardo spazia per la campagna fin dove la foschia sempre presente lascia correre l'occhio. La possente sagoma del complesso industriale ex Eridania campeggia sul fondo. Dalla parte opposta lo stretto alveo del fiume con la foresta fluviale disordinata spesso infestata da preoccupanti sacchetti di plastica multicolori, lasciati dalle piene. Appare anche la sagoma della cinquecentesca "Baronessa" nelle campagne di S.Quirico. Si pedala svelti, mentre il Taro inizia il valzer delle anse. Da Trecasali al Po la strada è veramente poca, ma il Taro si prende tempo e terra, e aumenta a dismisura la distanza, come non avesse voglia di finire la sua corsa. Poco prima di Sissa finisce l'asfalto e comincia una carraia ben pedalabile. Ci si inoltra nella campagna, le colture la fanno da padrona, mentre, tortuoso, tranquillo, il fiume scorre pigro. Nei pressi di Palasone l'ansa del Taro crea uno degli "isoloni" . Nell'area golenale ampi campi coltivati punteggiati di antiche fattorie ormai abbandonate. Dopo la piena e l'alluvione dell'82 queste fattorie vennero fatte sgomberare. Ora sono solo depositi di materiali e fieno. Ci si può spingere all'interno di queste golene per immergersi nella campagna più intensa. Passiamo a fianco del santuario della Madonna delle Spine.
Ancora un altro isolone, il più grande. Qui il fiume ha preso una scorciatoia....si è stufato di fare tutto l'ampio giro, e ha tagliato....e ha veramente creato un isolone. Ora l'uomo ha ricostruito un istmo fragile per passare di la e imporre al fiume il corso classico...Sono sicuro che alla prossima piena....
A Gramignazzo attraversiamo su asfalto il "ponte del Diavolo". Questo ponte divenne la bestia nera degli aerei alleati che tentarono inutilmente di distruggerlo. Siamo ormai in territorio di Roccabianca. Sempre su carraia sfioriamo l'abitato dal quale spunta il castello dedicato appunto a...Bianca. Anche questo maniero merita una visita....vedete voi. Il paesaggio fluviale assume ora contorni misteriosi....Prima un piccolo cimitero semi abbandonato, poi una chiesetta semi distrutta nel golenale, portano la mente ai racconti guareschiani più struggenti e commoventi...Chiudendo gli occhi è probabile rivedere Don Camillo e Peppone in bicicletta....o la vecchia maestra....
Fontanelle è li.
A Fontanelle è nato Giovannino....e a Fontanelle c'è uno splendido museo a lui dedicato. Veramente bello.
Costeggiamo ora lo Stirone che qui va a sfociare in Taro (comincia a filare il tutto?). Ora il percorso si complica, ci sono da scavalcare diversi affluenti del Taro. Inizia così un curioso avanti e indietro....
Il terreno inghiaiato costringe il biker a mantenere concentrazione e pedalata. Le immagini che appaiono sembrano uscite da film...eppure è tutto attuale....
Spingendo sui pedali si rientra velocemente a San Secondo....Pizzerie, ristoranti, pasticcerie sono lieti di ospitare gli affamati. I caratteristici portici di San Secondo offrono riparo e ospitalità. La classica cadenza del dialetto ci ricorda simpaticamente, la nebbia, la spalla cotta, e la fortana...
Come si fa a non reintegrare le energie disperse?
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Come arrivare al punto di partenza
San Secondo Parmense
si trova 18 Km a nord-ovest di Parma
sulla direttrice per Cremona.
Uscite autostradali:
A-1 Fidenza
(da Milano, proseguire per Soragna,
indi San Secondo),
A-1 Parma
(da Bologna, percorrere tutta la tangenziale
nord di Parma in direzione “aeroporto”,
oltrepassato il quale immettersi a destra
sulla SP 10 di Cremona
e seguire le indicazioni San Secondo);
A-15 Parma Ovest
(seguire le indicazioni per Fontevivo,
Fontanellato, indi San Secondo).
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Commenti
stefano alinovi
10.12.2011 22:10
Per ulteriori info/accompagnamenti:
Stefano Alinovi guida di mtb
mail: stefano.alinovi@libero.it