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TRACCIOLINO DI ANNIBALE |
Lo avevo sentito nominare da un boscaiolo incontrato nella foresta di San Gerbone. Da quel preciso giorno, quel nome mi aveva iniziato a ronzare nella testa ma puntualmente cercavo di scacciarlo dalla mente considerandolo soltanto un azzardo. Poi dal dimenticatoio riemergono ricordi scolastici: Cartagine, le tre guerre combattute contro Roma per il controllo del Mediterraneo! Qualche ricerca ed esce fuori che un grande condottiero,attraversate le Alpi e sconfitti i romani in due decisive battaglie sul Ticino e sulla Trebbia, all’inizio dell’estate del 217 a.C. trionfò sulle sponde del Lago Trasimeno.Fu allora che iniziò la discesa verso sud seguendo la meno comoda delle autostrade, ma la più sicura per un guerrigliero come lui: l’Appennino. Assumendo informazioni ai piedi della Laga, scopro che la gente locale ancora chiama “tracciolino di Annibale” il sentiero che si insinua tra Piazzo di Sevo e Cima Lepri. Il Mago sembra averci preso gusto a spalleggiare il Cinghiale in quelle che più che uscite assomigliano a vere e proprie spedizioni. Partiamo dalla piccola frazione di Rio adiacente a San Lorenzo e Flaviano. Presa la provinciale che porta a S.Angelo, scavalcato un cancello, imbocchiamo una brecciata a sx che sale al Casale Zocchi. Giriamo a dx e poco dopo a sx addentrandoci nel bosco seguendo una vecchia traccia ormai quasi ricoperta dalla vegetazione, mantenendoci a dx ci tocca scavalcare un altro cancello a servizio di un pascolo privato. Un grosso toro ci osserva fisso, quando lo vedo nervosamente sbuffare dal naso, accelero il passo per immettermi sulla pedemontana per Macchie Piane ( sarebbe stato meglio andare a prendere la pedemontana direttamente a S.Angelo in modo da risparmiare tempo ed anche un po' di energia...visto che ne servirà). La strada, in salita costante, è lunga ma molto comoda. Ci fa lievitare a 1600 mt circa regalandoci nel tragitto la visuale sul Vettore che oggi reca in capo un velo bianco, e su Amtrice con il vicino lago di Scandarello. Arrivati a Macchie Piane la pedemontana lascia il posto al sentiero 371 del C.A.I. che sale ripido al Colle dell'Orto. In lontananza lo specchio del Lago di Campotosto è l'unica cosa luminescente in questa giornata grigia. Sopra di noi la solita nebbia che in un saliscendi continuo spegne e riaccende le nostre speranze di ascesa. La temperatura si abbassa vertiginosamente raggiunta quota 1900. Siamo sul tracciolino di Annibale. Questo versante della Laga risulta molto impervio, ben differente dai morbidi crinali del versante opposto. Bisogna attraversare il Fosso dei Caprini e proseguire con cautela verso il Vado di Annibale per trovare il sentiero che ci riporterà a valle. Ci troviamo tra Pizzo di Sevo e Cima Lepri. Strane sensazioni si avvertono quassù! Sarà la nebbia che copre e scopre le alte vette quasi fossimo ad un spettacolo di burlesque,saranno le storie del luogo che ci suggestionano ma sembra di essere spiati da qualcuno. Allora lancio lo sguardo sui crinali e nei fossati avvolti dalla nebbia, quasi volessi tornare indietro nel tempo...immaginando che quelle rocce aguzze che spuntano dai prati...siano invece prodi guerrieri che marciano su Roma. Torno in me...A quota 2100, poco sotto il Vado di Annibale, imbocchiamo il sentiero 366 del C.A.I. che dopo aver incrociato quel che resta della via Ranna, taglia lo Iaccio Piano e scivola giu pel l'aspra valle. La fatica si inizia a far sentire ma il duro che credevamo aver superato adesso ci si para davanti. Il Cavallo di Voceto: la natura qui mostra il suo lato pericoloso regalandoci una sorta di gigantesco "groppone" da cavalcare interamente mantenendo massima la soglia di attenzione. Il sentiero si presenta assai tecnico ed in molti punti trialistico. Il tragitto sembra non finire mai e la lucidità inizia a venir meno. Giunti a valle, alla testata del Cavallo di Voceto, un'evidente traccia ci fa precipitare nel Fosso del Molinaro. Questo è un altro luogo molto pericoloso a causa delle frequenti frane che si verificano soprattutto con lo scioglimento delle nevi. Mentre lo atrraversiamo il Mago ironizza sull'opportiunità di dotarsi di corda da alpinista per le prossime uscite. Ma cosa dire? Di certo tale posto non lo consiglio a persone ansiose....Pian piano la traccia ci riporta in quota permettendoci di uscire dal fosso.Il sentiero ora si innesta su una sterrata. Da qui si possono finalmente lasciare le leve dei freni e divertirsi nella lunga discesa per Voceto. Ivi giunti prendiamo a dx la provinciale che agevolmente, dopo aver percorso qualche km di bitume, ci riporta a Rio. Sulla starda del ritorno, fisso gli occhi verso il tracciolino di Annibale e sottovoce faccio una promessa a me stesso...."Tornerò...magari per spingermi ancor più su tra quelle laggendarie montagne".
N.B: la discesa dal tracciolino di Annibale di presenta piena di insidie, non mancano tratti esposti e punti proibitivi. Conviene rifletterci su prima di affrontare questo tracciato.
CINGHIALE - MAGO 03/12/2011 Rio
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Commenti
rewmtb
05.12.2011 22:41
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