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Monte Ienca |
TESTO PRESO DALLA DESCRIZIONE DEL CINGHIALE.
Partenza ore 7 dalla diga del Lago di Provvidenza. Clima mite, assenza di vento, addensamenti nuvolosi sparsi. Pedaliamo per circa 15 km su asfalto affrontando il Valico delle Capannelle in direzione Assergi. In prima battuta poteva sembrare una scelta poco opportuna per noi nemici del bitume ma visto quello che ci aspetta è meglio scaldare i motori senza troppo dispendio di energie (poco prima del bivio per Arischia avremmo potuto prendere a sx la brecciata che sale al Rifugio Alessandri per poi salire al Passo del Belvedere). Giunti a quota 1500 mt circa troviamo a sx una brecciata che si inerpica su per monte San Franco. La prendiamo, inseriamo il rapporto più leggero e ci mettiamo l’anima in pace. A 1630mt s.l.m. incrociamo la traccia che porta alla Sorgente San Franco. Noi proseguiamo diritti per il tracciato che mette a dura prova i nostri muscoli a causa di improvvisi strappi. Arriviamo al Colle del Vento dove un paio di foto ci stanno proprio bene. Da qui è visibile la nostra meta…è ancora tanto lontana…meglio non pensarci và! L’ascesa continua lasciandoci a sx la Piana dei Cavallari per finalmente giungere in un posto incantevole, il Passo del Belvedere. A 360 gradi la visuale è perfetta sul lago di Campotosto e su tutta la Laga, più in la i Monti Gemelli, sotto di noi la Valle del Chiarino con Monte Corvo che ci guarda dall’alto. Prendiamo il sentiero N. 111 del C.A.I. per poi lasciarcelo sulla sx…Siccome questo sport lo si pratica solo se dotati di un briciolo di sana pazzia, altrimenti è meglio stare a casa, decidiamo di snobbare un comodo e segnalato sentiero per caricarci le bici a spalla e puntare la vetta dello Ienca. Lassù…sulla sommità della montagna la nebbia giunge minacciosa spinta dal vento. In due minuti i panorami che ci circondano scompaiono per lasciare il posto a nebbia ed aria gelida. Saliamo , l’apice è li ma gli ultimi metri si sa …sono interminabili. Finalmente giungiamo in vetta ma abbiamo solo il tempo di attrezzarci per la discesa e scattare qualche foto…L’ordine è categorico: abbassarsi di quota il prima possibile. Scendiamo a picco e in pochi minuti siamo in un altro luogo magico ma reso spettrale dalle condizioni atmosferiche : il Lago di Camarda. Ora bisogna affrontare, prevalentemente a piedi un tratto di vertiginosa discesa, è il sentiero N.115 del C.A.I. che scende nella Valle del Chiarino. A quota 1700mt circa abbandoniamo di nuovo la via maestra per mantenerci a mezza costa. La zona è stata teatro in passato di grosse frane che hanno cancellato parti di sentiero e reso difficile il passaggio in numerosi punti. Di conseguenza viaggiando a mezza costa possiamo restare sempre padroni della situazione scegliendo il punto più agevole dove scendere…è così facciamo. Incrociamo finalmente la strada che sale allo stazzo di Solagne. Siamo in piena Valle del Chiarino(meta di amanti della montagna,pastori,boscaioli, fungaioli e temerari cercatori di genziana) ora non ci resta che lasciare le leve dei freni e gustare il dolce sentiero che attraversa la valle passando per il Castrato, San Martino ed il Fosso del Chiarino. La discesa è lunga e veloce fino a Lago di Provvidenza dove arriviamo con la consapevolezza di aver compiuto un anello sicuramente non per tutti…panoramico all’eccesso, spietato e non pedalabile nella sua parte centrale….ma che ci ha regalato grandi emozioni.
LA CAPRA ringrazia il Cinchiale ed il Mago per la splendida avventura...
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Come arrivare al punto di partenza
Da Teramo si prende la SS80 direzione L'Aquila-Roma, dopo Ortolano si incontra la diga di Provvidenza.
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