Transardinia

Descrizione Tappe
Tappa 1: Olbia - Mamone (frazione di Bitti)
Lunghezza: Km 75,6-Dislivello salita: 2096 m-Dislivello discesa: 1400 m.-Quota massima 1003 m. Tempo di pedalata: h 7.55- Partenza ore 7.00-Arrivo ore 19.00

Già con la prima tappa si ha subito modo di testare se la forma fisica, mentale e l'allenamento saranno sufficienti per riuscire a compiere tutta l'intera traversata fino a Cagliari. Ci aspetta infatti subito una delle tappe più lunghe e quella con maggiore dislivello di tutta la traversata, il tutto per fortuna mitigato però da un'ottima scorrevolezza dei fondi (a parte una breve salita) e dalla ciclabilità totale. La bellezza, quasi pastorale e la quiete del comprensorio attraversato, sopratutto dopo Monti, aiuta e incoraggia e fa quasi passare in secondo piano la fatica della giornata e anche la quantità inverosimile di reti e cancelli che si devono oltrepassare.
Il traghetto è giunto in orario, alle sei di una fresca e luminosa mattinata di fine Maggio, scendiamo dalla rampa già in sella alle nostre mountain bike direttamente sulla banchina del porto di Olbia e subito accendiamo il navigatore. Sarà la nostra “stella cometa” per indicarci la via e per districarsi nella miriade di strade, sentieri, incroci e deviazioni che incontreremo nei prossimi sette giorni di cammino. Una breve sosta in centro al paese per la prima colazione e finalmente ci mettiamo in marcia per cominciare questa splendida avventura. Attraversato rapidamente l'abitato si pedala subito in campagna, su una stradella asfaltata, con brevi tratti sterrati che costeggia la statale. La oltrepassiamo sotto un basso ponticello in cemento ed in breve si raggiungono le prime case di Monti (come prima giornata abbiamo optato per percorrere la variante più facile che passa appunto per questo paese). Oltrepassato il piccolo abitato si prosegue su asfalto “immersi” in un bel boschetto di sughere e presto inizia la salita sterrata (Km 25), subito dopo una fonte. Si pedala ancora su un largo sentiero in salita che attraversa un ambiente molto bello, abbastanza selvaggio, ampio e panoramico sulla valle sottostante e sul Monte Limbara che ne occupa il versante opposto. Si oltrepassano alcuni cancelli a cui segue un breve tratto di salita ripido su sentiero che termina su un ampio altipiano granitico. Si oltrepassa un alto cancello (km 46,5) andando ad immetterci in una larga strada sterrata che si percorre per circa tre km per poi deviare a destra su una ripida e lunga rampa cementata, direzione sud, che sale sino a Punta Giammaria Cocco a 1006 m. di quota (km 52). Qui e su tutta la dorsale che si apre innanzi a noi sono in fase di installazione numerose pale eoliche; sfrutteremo le piste cementate realizzate dal cantiere per scendere verso il paese di Alà dei Sardi (km 60). Una breve sosta e poi si può cominciare l'ultima lunga salita della giornata. Dapprima su asfalto che poi presto diventa una strada sterrata larga e con ottimo fondo che attraversa il demanio forestale di Alà, costeggia un laghetto, e oltrepassata una caserma Forestale (fonte 4) ci porta all'ultimo strappo in salita della dura giornata. Raggiunto il colle e oltrepassato l'ennesimo cancello si scende veloci al vicino agriturismo Mamone (km 75.6), posto in splendida posizione panoramica e dominante sulla vallata che sarà la meta della giornata successiva. Questa tappa è stata pedalata assieme ad un gruppo di bikers romani conosciuti all'uscita del traghetto accomunati a noi dall'obbiettivo di realizzare l'intera transardinia.


Tappa 2 Mamone (frazione di Bitti) – Oliena
Lunghezza: Km 56,1-Dislivello salita: 962 m-Dislivello discesa: 809m.-Quota massima 959 m. Tempo di pedalata: h 5,31- Partenza ore 8,30- Arrivo ore 17.50

Questa seconda tappa ci permette di recuperare un po’ di energie e di non stancarci troppo in vista delle successive quattro giornate che saranno tutte molto intense. Si pedalerà attraversando l'altopiano di Bitti dove purtroppo alcune direttrici sono di recente state asfaltate come su asfalto è anche la lunga salita al valico di Ianna e S'Ozzastru, dal quale ci appare finalmente il paese di Oliena, meta della giornata. Per contro cominciano i primi sentieri un po' tecnici in discesa in un territorio plasmato dalle forze della natura ma intimamente connesso anche all'attività umana della pastorizia e dell'allevamento brado dove panorami agresti ed allo stesso tempo selvaggi ci faranno da contorno per tutta la giornata.
Dall' agriturismo Ertilia di Mamone si risale al passo proseguendo poi a sinistra in leggera salita e quasi subito si comincia a scendere incontrando poi un breve tratto di sterrato tecnico. Al termine (km 6.0) si oltrepassa un cancello entrando nella tenuta forestale Loelle-Buddusò. Si pedala ora in una bella zona boscata e ombreggiata con tratti su asfalto e tratti sterrati sino al km 8,8 quando, dopo un piccolo guado, si lascia la stradella principale superando l'ennesimo cancello su una traccia poco visibile nell'erba. Al km 12.5 entriamo sulla Statale 389 che lasceremo al km 17,6, poco dopo la casa cantoniera, per una la larga strada sterrata. Entriamo presto in un’ area di cantiere e la strada è stata asfaltata, sono state anche realizzate alcune enormi rotatorie, anche se il traffico è quasi inesistente. Si procede quindi sempre su asfalto attraverso l'altipiano di Bitti con radi grandi alberi inclinati dal vento. Al km 23.5 bivio a destra (cartelli agriturismo Degolai) e ci immettiamo nuovamente sulla vecchia strada statale che lasciamo poco dopo per uno stradello sterrato a sinistra. Segue ora un tratto acquitrinoso invaso dalla vegetazione e dall' erba alta che porta alla Fonte di Oliena. Dopo esserci rinfrescati si torna a pedalare e il panorama, salendo, si fa via via sempre più ampio e interessante. Si scende su sterrata fino ad attraversare l'asfalto presso il bivio per Su Tempiesu e da qui si prosegue in salita (cancello) su ripida sterrata che termina ad un ovile (km 32,3). Comincia ora una discesa sterrata su mulattiera fino ad incrociare la superstrada per Nuoro, la si costeggia su una pista polverosa e poco dopo si devia a sinistra sulla strada provinciale 51 bis che in costante e lunga salita ci porta al valico di Ianna e S'Ozzastru (km 47). Da qui dopo un attimo di riposo all'ombra del grande albero di Olivastro che da il nome al luogo, si sale ancora un po' su strada sterrata e giunti ad un altro ovile davanti a noi si apre tutta la vallata con il paese di Oliena, adagiato ai piedi del Monte Corrasi. La nostra meta è ormai sempre più vicina. Segue discesa sterrata e poi breve risalita asfaltata fino al centro del paese. Lungo il percorso superiamo il gruppo dei bikers romani fermi per recuperare vettovaglie e purtroppo non avremo più il modo di incontrarli all'arrivo: uno di loro in una discesa a metà della tappa è stato vittima di un brutta caduta. Recuperato con l'elicottero e trasportato a Nuoro per fortuna senza conseguenze più gravi....in bocca al lupo Pietro, riproveranno la traversata il prossimo anno..e noi tiferemo per loro!!

Tappa 3 Oliena-Albergo Monti del Gennargentu (località di Orgosolo)
Lunghezza: Km 59,9-Dislivello salita: 1966 m-Dislivello discesa:1497 m.-Quota massima 1102 m. Tempo di pedalata: h 6,50-
Partenza ore 8.45 , arrivo ore 19.30

Con la terza tappa si entra nel vivo dell'itinerario, le difficoltà aumentano: il dislivello diventa importante se si affronta anche la variante del Supramonte di Orgosolo, il fondo è maggiormente impegnativo, spesso si pedala su pietre smosse ed in qualche caso occorrerà portare brevemente la bici a mano. Ma attraversare con le sole nostre piccole forze queste aspre e selvagge montagne dove pochissime sono le tracce dell'uomo è un'emozione davvero unica ed indimenticabile.
Dal paese di Oliena si sale su strada prima asfaltata poi cementata, via via sempre più ripida che con stretti tornanti sale sino ad un primo punto di sosta nei pressi di un ristorante (km 4,40- 50'). Proseguendo la strada diventa presto a fondo naturale continuando a salire sino ad un posto di controllo della Forestale a quota 950m. (km 7,9). Qui si lascia la strada principale per una strada sterrata e dopo una grande fonte coperta da una struttura in cemento si comincia un bel traverso a mezza costa sul versante ovest della bastionata calcarea del Supramonte. L'ambiente è splendido, allo stesso tempo severo e imponente. Segue un breve tratto decisamente non ciclabile, tra grossi massi e alberi di leccio, che presto però termina (km 10,1) per trasformarsi in una larga strada sterrata che continua a prendere lentamente quota alternando anche numerosi saliscendi fino all'incrocio con la strada forestale che sale a Punta Solitta (km 15,2). Qui proseguiamo diritto e presto ci attende una prima lunga discesa con successiva risalita a cui segue un’ altra forte discesa (fino a quota 620 m. presso gli ovili di Alineddos- km 25). Dopo una meritata sosta attacchiamo la successiva risalita e giunti al bivio con la variante soft, in loc. Ianna Aladurre, il gruppo si separa. Chi è stanco svolta a destra per la via più breve verso il posto tappa, chi ha ancora energie in corpo al bivio tenendo la sinistra continua a salire invece su larga strada sterrata con pendenza costante con l'ultimo strappo ripido sino ad un anonimo valico a quota 1056 m. Entriamo ora nell'altipano meridionale del Supramonte, quello di Orgosolo. Da qui il sentiero subito diventa sassoso e scende ad un ovile con fonte (wp fonte 9) quindi compie un bellissimo percorso inoltrandosi in ambiente selvaggio ma particolarmente bello, privo di insediamenti umani, regno di animali allevati allo stato brado e animali selvatici, tra bianche formazioni calcaree e radi boschi di leccio. La pista, sempre comunque abbastanza evidente diventa via via sempre più sassosa, scende fino a quota 860 m. aggirando un grande promontorio. Si intersecano altre piste, ma svoltando sempre verso destra si giunge ad un ovile dal quale comincia una sterrata polverosa che con moderata salita ci riconduce al margine della grande bastionata leggermente più a sud del punto in cui si è fatto l'ingresso precedentemente. Quindi dopo aver nuovamente svalicato a poco più di mille metri di quota si scende per una veloce strada sterrata, larga e scorrevole che conduce alla caserma Forestale di Murtes. Da qui ci attendono gli ultimi dieci km su asfalto quasi tutti in discesa fino al posto tappa in cui passeremo la notte: l'albergo Ai Monti del Gennargentu.

Tappa 4: Albergo Monti del Gennargentu-Agriturismo Girgini (Desulo)
Lunghezza: Km 48.0-Dislivello salita: 1245 m-Dislivello discesa:1290 m.-Quota massima 1823 m. Tempo di pedalata: h 5,07- Partenza ore 8,35-Arrivo ore 17,30 Con la quarta tappa abbiamo voluto attraversare il Gennargentu, in quanto ci sembrava un tributo dovuto transitare al cospetto delle più alte cime dell'isola, e per raggiungerle è stato scelto un avvicinamento più soft rispetto a quello previsto dalla transardinia classica. Abbiamo quindi affrontato il massiccio del Gennargentu percorrendo la lunga ma piacevole strada asfaltata che parte dal paese di Fonni. Raggiunta la cima abbiamo privilegiato la splendida via di cresta fino a Punta Paulinu e da qui siamo rientrati in quella che è la traccia classica fino all'Agriturismo di Mario Todde, poco sotto ad Arcu Guddetorgiu. Per la realizzazione di questa tappa si ringrazia l'amico Carlo Deidda, noto bikers di Desulo per le preziose informazioni dateci e per il supporto morale offerto quando è venuto ad aspettare il nostro arrivo proprio all'ultima risalita in loc. Arcu Istidda
Lasciato l'ospitale Albergo ai Monti del Gennargentu ci dirigiamo verso il paese di Fonni percorrendo una piacevole stradella sterrata tra campi e muretti in pietra. Oltrepassata la statale (km 4,52) superiamo un cancello e in leggera salita raggiungiamo un ovile in cemento, da qui il percorso è poco visibile per l'erba alta ed occorre seguire bene la traccia gps (il breve tratto dopo il cancello è stato elaborato sulle mappe e può essere senz’altro migliorato ricercando una variante un po’ più “pulita”); oltrepassiamo una rete e raggiungiamo una stradella asfaltata che ci condurrà sulla statale 389. Qui svoltando a sinistra in breve giungiamo a Fonni (km 13,5). Dopo una sosta nel bar del paese cominciamo a salire con pendenza molto regolare, su ampia strada asfaltata seguendo sempre le indicazioni per gli Impianti Sciistici e per Monte Spada. Al km 22,9 incontriamo la prima delle due fresche fonti che sono state realizzate con “opere comandate” dalla popolazione del paese che abbiamo appena lasciato. Dopo la seconda fonte il panorama si apre maggiormente e la nostra prima meta della giornata compare davanti a noi. L'ambiente è brullo, privo di alberi, ricorda molto alcuni tratti dell' Appennino centrale tra Marche e Abruzzo, l'erba è ancora molto verde a causa delle notevoli precipitazioni che si sono verificate nelle settimane precedenti. L'unica nota stonata sono gli impianti di risalita e le ferite delle piste da sci sul versante nord del Broncu Spina. Al km 28,7 dopo aver incontrato l'arrivo della strada sterrata che sale da Genna Duio (via di salita della transardinia classica) lasciamo l'asfalto e cominciamo a salire per una sterrata che aggira il versante sud della montagna e ci conduce in vetta (km 30,1). Qui altra meritata sosta, anche per ammirare il panorama che, tenendo alle spalle le discutibili installazioni degli impianti e le antenne presenti, spazia comunque incontaminato verso sud sud-ovest. Ripartiamo percorrendo la bella traccia di cresta praticamente tutta percorribile in sella che conduce ai piedi di Punta Paulinu,. Da qui anzichè aggirare la sua cima rocciosa (tratto non ciclabile) scendiamo nel ripido ed erboso vallone sottostante senza via obbligata, prestando attenzione al fondo sconnesso, raggiungendo le evidenti macerie del Rifugio La Marmora. Quindi imbocchiamo a destra il sentiero cai, che scende ripido e tecnico fino alle fonti di Mennula Cora a quota 1490 m. Ora davanti a noi ben visibile tutta la strada sterrata che andremo a percorrere ed i suoi numerosi saliscendi che ci porteranno a destinazione. Incontriamo l'amico Carlo proprio sul culmine della ultima risalita da cui già vediamo, più sotto nel bosco, i tetti e le mura verde chiaro dell' agriturismo Girgini. Una citazione particolare è dovuta a Mario Todde, il titolare dell'Agriturismo Girgini, profondo conoscitore ed estimatore di queste aspre terre sarde, il quale ci ha intrattenuto cordialmente dispensandoci tantissime informazioni sul territorio, sulle tappe della traversata, sulla vita pastorale di ieri e di oggi. Tutto ciò, accompagnato dalla vera ospitalità sarda, ci ha permesso di conoscere meglio il territorio in cui ci stavamo muovendo e anche di ritemprarci per affrontare al meglio le difficoltà della tappa successiva.

Tappa 5: Agriturismo Girgini (Desulo)-Seui
Lunghezza: Km 66,3-Dislivello salita: 1646 m-Dislivello discesa:1965 m.-Quota massima 1184 m. Tempo di pedalata: h 6,21- Partenza ore 8,30-Arrivo ore 19,00 La quinta tappa è una magnifica galoppata sulle propaggini che dolcemente degradano dalle alte quinte del Gennargentu. Per me certamente la tappa più bella, lo sarebbe stata ancora di più se di recente non fosse stata asfaltata la lunga discesa che da Orruinas cala al Flumendosa. Pazienza.....il “progresso” richiede il suo tributo seminando anche in questi magici posti un inutile nastro di bitume. A parte ciò per tutta la lunga e faticosa tappa è comunque un susseguirsi di ambienti unici; nella prima parte magnifici boschetti di leccio con alberi secolari lasciano il passo ad ampie e ventose dorsali; a cui segue poi la valle del maestoso Flumendosa con le acque cristalline e le sue quiete anse. Un fiume, capace però di una forza immane quando le piogge gonfiano i suoi flutti. Spuntano poi, come dal nulla, gli affascinanti tacchi rocciosi, primo tra tutti Perda e Liana, inconfondibile e visibile già da grande distanza, nulla da invidiare ai rinomati parchi negli States. Infine l'attraversamento dello splendido dominio forestale di Montarbu, dove querce e formazioni rocciose rendono questo posto uno dei più affascinanti dell'intera isola.
Dall'agriturismo di Mario Todde si scende per qualche km su asfalto, poi la strada diventa sterrata e comincia a salire gradualmente sempre ben pedalabile. Attorno a noi splendidi e secolari lecci ci fanno da contorno, assieme a maiali allo stato brado, cinghiali e vacche al pascolo. Superata la località Bau Erragas (km 9,77) ci aspetta uno strappo in salita duro che ci porta proprio sotto il tacco di Genna Eragas. Poi la strada sterrata procede con altri saliscendi fino a sbucare su un ampio altipiano brullo e spazzato dal vento a quota 1150 m. Si prosegue in direzione sud-ovest verso il grande Nuraghe di Orruinas (km 19,6), praticamente al termine del grande altipiano. Purtroppo subito dopo segue la lunga dicesa, asfaltata di recente, verso il fondo valle. Il panorama che però si apre davanti a noi è davvero bello, ripaga del fatto che la pista non sia più a fondo naturale: sotto di noi le ampie anse del Flumendosa ed in lontananza l'inconfondibile profilo di Perda e Liana, in mezzo un susseguirsi di dorsali boscose incontaminate che andremo ad attraversare. Dopo un bagno ristoratore nelle fresche acque del fiume nei pressi di un ponte (km 29,7), da dove si possono ancora vedere i segni delle rovinose piene, riprendiamo a salire sempre su asfalto in direzione di Perda e Liana. Aggirato completamente il tacco al km 42,8 lasciamo la strada per una sterrata che si addentra, a sinistra ed in salita, nel demanio forestale di Montarbu. L'ambiente è molto suggestivo, boschi di querce si alternano a formazioni rocciose e dirupati costoni e la pedalata procede spedita su ottimo fondo portandoci alla casermetta forestale al termine del demanio (km 49,0). Sosta e scambio di informazioni con i forestali e poi si procede sempre su sterrato con diversi saliscendi sino ad un bivio per il Nuraghe Cercessa (km 53,2). Si pedala ora a ridosso della linea ferroviaria che porta a Seui, questo tratto sembra non terminare mai, oramai la stanchezza comincia a farsi sentire ma finalmente si svalica nuovamente nei pressi di un cancello che si deve scavalcare (km 59,9). Al di là c'è la strada asfaltata: siamo ormai in prossimità di Seui. Ma si lascia subito l'asfalto per una sterrata sassosa in discesa che termina al ponte sulla statale sotto il paese (km 63,1). L'ultima risalita della giornata, graduale ma asfaltata,“solo” 150 m di dislivello ma ora si sentono tutti sulle nostre gambe !!

Tappa 6: Seui-Armungia
Lunghezza: Km 69,6-Dislivello salita: 1761 m-Dislivello discesa:2271 m.-Quota massima 897 m. Tempo di pedalata: h 6,45- Partenza ore 8,40-Arrivo ore 20,00 La sesta tappa si lascia alle spalle le grandi montagne, Supramonte e Gennargentu, che hanno caratterizzato i giorni precedenti e via via si avvicina al termine dell'itinerario proseguendo inesorabilmente verso il mare. Dominano qui incontrastati i corsi d'acqua, grandi e piccoli, che per secoli hanno scavato e modellato le rocce creando una conformazione assai complessa del territorio. Questo purtroppo non lascia scampo alle nostre gambe infatti è un continuo susseguirsi di salite e discese ed alla fine anche per questa giornata lo sforzo richiesto è notevole. Il dislivello e lo sviluppo parlano chiaro: sarà un'altra tappa impegnativa.
Lasciamo Seui incontrando presto una mulattiera in ripida discesa molto rovinata con grossi sassi smossi e qualche passaggio tecnico. Questa termina ad un ponticello (km 3,62) da dove si pedalerà attraversando orti e proprietà private delimitate da muri in sasso fino ad un quadrivio nei pressi di una vasca di raccolta delle acque (km 6,77). Qui si procede in salita ripida e costante ma ben pedalabile sino alla sella Genna e'Mori. Attraversiamo la strada asfaltata e quindi proseguiamo su una larga pista sterrata a mezzacosta in direzione sud ovest verso l'evidente valle dinnanzi a noi. Infatti presto ci aspetta una discesa su mulattiera sassosa e via via più ripida sino al fondovalle sul Rio Girolamo. Guadiamo il bel torrente al km 17,6 attraversando con l'acqua fresca al ginocchio ripercorrendo l'antico guado usato da sempre dai pastori locali per le rotte della trasumanza. Ora ci aspetta una lunga risalita sterrata che porta all'altipiano di Perdalonga e poi al paese di Perdasdefogu. Arriviamo proprio con il sole allo zenith e il posto sembra deserto, una sosta in un bar nei pressi di un giardinetto pubblico e poi con calma affrontiamo la traversata, tutta su asfalto e sotto un sole cocente, di un brullo altipiano senza alberi, solo macchia e arbusti. Mentre le gambe spingono sui pedali la mente corre ai ricordi delle magnifiche e fresche tappe precedenti...ma la transardinia è anche questo !! Finalmente arriviamo ad una piccola garitta abbandonata (ex posto di controllo della zona militare che abbiamo appena attraversato) dove sappiamo che si lascia l'asfalto per una strada sterrata (km 45,0). Si scende finalmente, si supera un ovile e poi ad un incrocio si va a sinistra scavalcando un cancello chiuso. Attenzione però a non farsi prendere dalla veloce discesa che ci attende, occorre presto deviare a destra (wp biv dx- km 50,2) su una stradella poco evidente ed invasa dalla vegetazione dove occorre seguire bene la traccia gps perchè il percorso sembra quasi abbandonato. Si oltrepassa l'ennesimo cancello e poi una sbarra (km 52,2) e sbuchiamo su un magico altipiano calcareo, molto suggestivo e selvaggio che andremo ad attraversare per intero: l'altipiano di Murdega. Se ne esce oltrepassando un altro cancello e presto siamo all'ovile Ilixi Ucci da dove una lunga discesa sterrata ci porta a quota 65 m al guado sul Flumendosa. Il guado è ampio, percorribile in sella con l'acqua sino ai mozzi della bici…..che purtroppo porta via dalle nostre bici molta della “mitica” polvere depositatasi durante le precedenti tappe. Ora ci aspetta l'ultima fatica della giornata: oltre 300 m di dislivello in salita su strada asfaltata per raggiungere l'abitato di Armungia.




Tappa 7: Armungia-Cagliari
Lunghezza: Km 75,8-Dislivello salita: 1289 m-Dislivello discesa:1733 m.-Quota massima 916 m. Tempo di pedalata: h 6,44- Partenza ore 8,30-Arrivo ore 18.30 L'ultima tappa, si scende al mare di Cagliari ma non senza prima aver affrontato l' ennesima risalita a oltre 900 m di quota. La transardinia non molla mai, anche se certamente questa tappa è la meno impegnativa e con minor dislivello in salita. Particolarmente bello l'antico percorso dei minatori che andavano a lavorare alla miniera di Villasalto. Si pedala poi su un brullo altipiano verso il Monte Genis che aggiriamo per cominciare l'ultima lunga salita di tutta la traversata. Transitando ai piedi del versante scosceso e granitico del monte, si sale in vetta al Broncu Senzu, ultima cima di tutto il giro. Da qui attraversando un ondulato pianoro ci si affaccia finalmente sulla vasta piana di Cagliari prospicente al mare. Ora è davvero, finalmente, tutta discesa fino alla costa !!
Siamo giunti quasi alla fine, oggi rivedremo il mare, dopo tante giornate passate tra le montagne. Già un po' di nostalgia ci coglie, ma si comincia anche a percepire il successo dell'impresa; anche se l'ultima tappa sarà anch'essa lunga, ma meno faticosa delle precedenti. Subito si sale da Armungia alla chiesetta di N.S. Di Bonaria da dove imbocchiamo l'antico sentiero dei minatori che ci condurrà fino al paese di Villasalto (km 14,1) passando per la suggestiva miniera abbandonata. Sono ancora discese e risalite ma poi finalmente ci aspetta una lunga pedalata in piano verso il Monte Genis. Lo si aggira completamente su strada sempre asfaltata, dopo alcuni ovili in cemento (km 23,5) si scende brevemente e poi la strada comincia a salire diventando presto a fondo naturale (pietra di granito rosa). Si supera una fonte (km 25,1) continuando a salire con decisione sotto la parete granitica di Punta Serpeddì, conviene prendere un po’ di fiato ad una selletta dalla quale si vede tutta la via che porta in vetta al Broncu Senzu. La pista si inerpica sassosa e ripida (non pedalabile nella parte finale) tra le ondulazioni del terreno erboso e culmina sulla cima brulla a quota 916 m (km 27,9). Da qui ancora non si vede la meta finale, facciamo quindi una sosta per poi discendere leggermente e indi risalire verso un'altra ondulazione alla nostra sinistra sulla cui sommità sono ben visibili alcune antenne e ripetitori. Raggiungiamo la località Genna e' Funtana (km 35,1), ampia sella affacciata sulla pianura sottostante, in fondo si vede ora Cagliari e la costa. L'emozione ci prende un po' tutti, siamo ancora solo a metà di questa tappa ma sembra davvero di essere già arrivati: Cagliari ora sembra davvero li a due passi !! Ci attende comunque ancora l'interminabile discesa sterrata, sopratutto per me visto che è stata percorsa con un freno solo!! Segue poi una lunga pedalata in pianura attraversando il paese di Sinnai e, costeggiando per stradelle secondarie e sterrate il bordo est dello stagno di Simbirizzi, giungiamo al lungomare di Poetto dove terminiamo la giornata.
L'indomani, dopo una intera e meritata giornata di riposo passata in spiaggia percorriamo gli ultimi 5 km fino al porto di Cagliari dove si conclude la “nostra transardinia”.

Il gruppo era formato da: Michele (La guida), Alberto (Il meccanico), Marco (il fotografo) e Giovanna (la mitica donna del gruppo)

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Inserito da
ellyll
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Tipologia
Itinerario da A a B
Inserito il
20.10.2011
Regione
Altro
Tempo Percorrenza
7 giorni
Distanza
434.0 km
Dislivello
10965
Difficoltà tecnica
difficile
Condizione fisica
difficile
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