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Campigna MTB8 |
Campigna MTB 8
In pellegrinaggio al Sacro Eremo
categoria: mountain bike.
data: 8 agosto 2008
hanno pedalato: Zanna, Fux, Luce..
tempo impiegato: 5 ore e 6 minuti.
tempo in sosta: 2 ore e 38 minuti.
lunghezza: 27 Km.
tipo strada: 2,5 km asfalto; 24,5 sterrato.
altitudine partenza: 1291 m s.l.m.
altitudine massima raggiunta: 1506 m s.l.m.
altitudine minima raggiunta: 1055 m s.l.m.
guadagno dalla partenza: 214 m.
dislivello massimo: 451 m.
Accesso alla partenza: il punto di partenza di questo tracciato è il Passo della Calla al confine tra Romagna e Toscana, appena raggiunto il Valico si trova un ampio parcheggio dove lasciare l’auto.
Descrizione: per questo percorso adotteremo la dettagliata e precisa descrizione del libro “ in bici nel Parco” di Sandro Bassi, disponibile presso gli Uffici del Parco delle Foreste Casentinesi, che consigliamo vivamente di acquistare, in quanto vi troverete le necessarie indicazioni per altri numerosi tracciati da seguire in questa zona …dal parcheggio del Passo della Calla prendiamo il viottolo forestale sbarrato (segnavia 00, GEA) che terrà sempre la cresta, spartiacque fra Arno e Bidente, ma anche fra Tirreno ed Adriatico.
www.ciclostanco.it Per inciso, la cresta costeggerà anche due riserve naturali integrali della massima importanza, quella di Sasso Frattino a sinistra e quella della Pietra a destra. Si salirà impietosamente fin quasi a 1500 m (nei pressi della vetta di Poggio Scali che è 1520 m). Per questo tratto, lungo circa 6 km e in inevitabile salita, non c’è possibilità d’errori o deviazioni. Segnaliamo piuttosto le particolarità naturalistiche, dai colossali faggi di crinale, spesso contorti dal vento e mescolati con l’acero di monte, fino alla bella conca doliniforme di Pian Tombesi, nei pressi della Riserva biogenetica “La Scodella”, in cui la pista si attarda concedendoci un po’ di respiro e di gettare uno sguardo alle felci e ai muschi che rivestono i macigni. Si tratta di un fenomeno “pseudocarsico”: non una vera dolina ma in pratica uno sdoppiamento della cresta.
www.ciclostanco.it Discorso simile si può fare per la successiva, e ancor più pronunciata, depressione imbutiforme, a destra della pista. Essa presenta al suo fondo anche una cavità naturale, creatasi per fenomeni tettonici (la locale formazione geologica, arenacea, non è carsificabile, ma è qui particolarmente fratturata). Altro punto meritevole di sosta è il panoramico varco che si apre sulla sinistra, alla sommità di un vertiginoso canalone affacciato sul dirupo del Pentolino e sulla sottostante, incantata foresta di Sasso Frattino.
www.ciclostanco.it Dopo l’edicoletta della Madonna del Fuoco, ai piedi della vetta di Poggio Scali, inizia la discesa, in realtà discontinua. Dopo il Passo Porcareccio (1453 m) avvista la fonte omonima, citata anche dalle antiche cronache, ed il sottostante acquitrino con relativa vegetazione peculiare (idem per la fauna, a proposito della quale si segnalano le curiose larve di tricotteri, insetti acquatici muniti d’astuccio autofabbricato con detriti disponibili in loco: qui stipole di faggio e aghi d’abete bianco). Alcune vaste radure (i prati, con spettacolari fioriture primaverili: indimenticabili quelli di croco) preannunciano la deviazione per il Sacro Eremo. Essa si trova all’inizio di Prato Bertone (1342 m). Il bivio è ben segnalato, ma se lo si sfila si arriva al Giochetto (1329 m) dove è possibile rimediare trovandone un secondo. In entrambi i casi si scende velocemente,. Su ripido sentiero, fino a vedere il vecchio muro di sassi che, come la “corona d’abeti”, cinge tutto l’insediamento.
www.ciclostanco.it Dal piazzale (1103 m)si staccano ben quattro vie, fatto sintomatico dell’importanza cruciale di questo luogo; noi prendiamo l’asfaltata che se ne va verso ovest e dopo 600 m teniamo quella di destra (indicazioni per Lontano), tralasciando l’altra che scende al paese di Camaldoli. 3 km di salita in mezzo alla meravigliosa “ corona di mille abeti che mille volte cinge l’Eremo” ci conducono in località Battilocchio dove lasciamo l’asfalto per prendere a destra uno stradello forestale (il bivio è visibile e segnalato, ad ogni modo se si raggiunge una casetta cantoniera della Provincia è segno che lo si è sfilato). Questo sale (sbarra) per un mezzo chilometro circa, per poi scendere al Fosso Pian del Varco in località “Capanna Maremmana” (1132 m). Salita abbastanza impegnativa, ora, fino ai 1303 m di un poggio ove a destra si stacca il sentierino per Passo Porcareccio.
www.ciclostanco.it Noi proseguiamo a sinistra, in discesa per mezzo Km, bel cerro isolato lungo la strada, fino all’Aia di Dorino (1214 m), crocevia di sentieri sfiorata anche dall’itinerario n.3. Qui voltiamo decisamente a destra (bivio che può sfuggire se non si fa attenzione), trovando subito una sorgente e scendendo con numerose giravolte in faggeta fino ai 1154 m del greto del Fossatone; qui attualmente il ponte manca del tutto, travolto dalle acque assieme alla strada. Guadato il rio, si risale lungamente la successiva pendice, dove l’unica annotazione di rilievo sul piano tecnico riguarda un breve tratto (peraltro ben segnalato dai cartelli) dove lo stradello si riduce ad uno stretto e franoso sentiero, da percorrere con attenzione. Sul piano paesaggistico va registrata invece la costante presenza del bosco misto a prevalenza di faggio, che in alternanza con tratti di conifere, ci accompagna fino alla confluenza nella statale della Calla.
www.ciclostanco.it La percorriamo in salita (dopo mezzo chilometro, in località Aia delle Guardie, si trova un ricovero sempre aperto, utile come riparo in caso di maltempo e dotato di servizi per l’eventuale pranzo: tavoli, panche, acqua) fino al Valico della Calla (altre strutture di riparo e ristoro, a 1295 m di quota.
Varianti:
Punti critici:
Fux
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