Monte Paolo

Monte Paolo

Attenti alle cadute

categoria: mountain bike.
data: 21 aprile 2007
hanno pedalato: Zanna, Luce, Gerry, Bartolo, Scanferla, Cavina.
tempo impiegato: 2 ore 50 min.
lunghezza: 44 km.
tipo strada: 33.9 km asfalto; 10.1 km sterrato.
altitudine partenza: 15 m.
altitudine massima raggiunta: 417 m.
altitudine minima raggiunta: 15 m.
guadagno dalla partenza: 400 m.
dislivello massimo: 402 m.


Accesso alla partenza: partendo da Ravenna bisogna raggiungere Russi, superata la cittadina in direzione Faenza dobbiamo seguire le indicazioni per l’abitato di Prada. www.ciclostanco.it Oltrepassato il paese, dopo circa 1,3 km incrociamo la SP60, via Corleto, che imbocchiamo a destra. Seguendo sempre la strada principale giungiamo alla Pieve di Corleto che troviamo sulla nostra destra.

Descrizione: organizzato da Lele un amico di Riccardo. Io, Riccardo e Bartolo ci siamo incontrati presso il distributore del Agip sulla faentina con appunto Lele e un suo amico (non ricordo il nome), guida guida che ti riguida siamo finiti sempre nel solito posticino il cimitero della Pieve di Corleto. www.ciclostanco.it Forse vi stareste chiedendo il perchè di questo lungo preambolo, bè arrivati al parcheggio del cimitero all’improvviso spunta lui l’uomo misterioso Gerry (passa di lì per caso) che nell’attesa aveva gia fatto due giri del percorso. PIEVE di CORLETO: il territorio di ogni diocesi, dopo l'Editto di Costantino del 313 d.C., venne suddiviso in pievi. La parola "pieve" deriva dal latino "plebe" (popolo, comunità di fedeli). Al centro di ognuna di esse fu costruita una chiesa, di solito nelle vicinanze di un castello. www.ciclostanco.it Il territorio della Pieve di Corleto si estendeva dal fiume Lamone al Montone e da San Biagio fino a Prada e Russi. I fedeli fin dal V-VI secolo si ritrovavano nella chiesa, che era dedicata a Santo Stefano, patrono dell'Impero Bizantino. A capo della pieve c'era un arciprete, aiutato da altri sacerdoti. Verso l'anno Mille vennero istituite altre parrocchie: Basiago, San Giovannino, Reda, San Barnaba, Saldino, Albereto. Tutte dipendevano dalla Pieve di Corleto nella quale si trovava il Fonte battesimale. Qui furono battezzati, fino alla Pentecoste del 1918, tutti i bambini nati nel plebato. Nell'archivio parrocchiale sono conservati i registri di battesimi, cresime, matrimoni, morti ed i nomi di tutti gli arcipreti dal Concilio di Trento (1576) ad oggi. Il primo documento che ricorda la chiesa plebale di Santo Stefano in Corleto (cioè bosco di còrili o nocciòli) porta la data dell'11 giugno 896 e si trova nell'archivio arcivescovile di Ravenna. Inoltre Corleto è ricordata da una bolla di Papa Celestino II, datata 7 dicembre 1043, tra le 22 pievi della Diocesi di Faenza. www.ciclostanco.it Nel 1220, durante le lotte fra Forlivesi e Faentini, la chiesa e il castello della Còsina furono distrutti quasi completamente. Quattro anni dopo la chiesa venne ricostruita in stile romanico a tre navate e fu volta ad oriente secondo la tradizione antica. Poiché era sul punto di crollare, nel 1778 fu rifatta, su disegno dell'architetto faentino Giovanni Battista Campidori, ad una sola navata con volta a bótte e con la facciata rivoltata rispetto alla precedente. La chiesa, oggi in restauro, è in stile neoclassico, anche se alcuni elementi, come la pala d'altare e la cantoria, risentono ancora dello stile barocco. Nell'abside c'è un quadro raffigurante la lapidazione di Santo Stefano, copia realizzata nel 1920 dal pittore forlivese Camporesi da un originale del Cìsari. www.ciclostanco.it La chiesa di Pieve Corleto ha sotto di sé una cripta che risale al sec. XI. Il termine "cripta" deriva dal greco "krypto" che significa nascondere: è un edificio di culto che si trova generalmente sotto il presbiterio. Alla cripta si scende da una stanza della canonica con una scaletta a due rampe. Nonostante le dimensioni ridotte (m. 5 x 7 circa) ha la forma di una piccola basilica a tre navate, con le volte a crociera sostenute da quattro colonne: due di marmo venato e due di granito. Tutte hanno capitelli diversi fra loro: tre sono in pietra e uno in cotto. Al centro è stato ricostruito un piccolo altare sul quale viene celebrata la Messa una volta l'anno. È stato fatto un sondaggio di scavo dal quale risulta che il pavimento originario si trovava a circa 80 centimetri sotto quello attuale. Nella cripta sono raccolti diversi materiali risalenti all'epoca romana o medievale: frammenti di mattoni manubriati, una soglia di casa romana, un capitello corinzio spezzato che stava in cima alla facciata della vecchia chiesa a sostenere una croce di ferro, frammenti di una croce medievale in pietra locale (sasso spungone). Poiché era ritenuta un edificio pagano, la cripta è stata utilizzata fino a non molti anni fa come cantina. Scrive lo storico faentino Tonduzzi nella metà del 1600: "Hoggi dì, per essere affatto sotterra sepolta, serve per grotta da conservarvi il vino". www.ciclostanco.it Fra il materiale di epoca romana che si trova nella cripta c'è anche un capitello a forma di pigna. Questa "pigna", che stava in cima all'abside della chiesa, ha una storia particolare. Il 16 ottobre 1220 durante uno dei tanti scontri fra Faentini e Forlivesi, questi ultimi, con l'aiuto dell'imperatore Federico II, distrussero la pieve e portarono via la "pigna". Scrive il Tonduzzi nelle sue Historie di Faenza: "Partito dal Faentino, a pena arrivò Federico su 'l Forlivese (...), ordinò che il Castello della Cosna si demolisse, il che subito da Forlivesi, dandoli mano il medemo imperatore con le sue squadre, fu esseguito, e con tal impeto, che le guardie stesse, che v'eran dentro, sariano cadute in lor potere, se non fossero corse le militie Faentine, e non le havessero sottratte al pericolo, e ridotte al sicuro; anzi i Forlivesi non contenti di ciò, gettorono a terra la Chiesa e Campanile di Corleto, seco portando a Forlì un tal sasso fatto in modo di pigna, che era sopra la Treuna della Chiesa".Quattro anni dopo (8 aprile 1224), i Forlivesi vollero fare la pace con i Faentini e restituirono loro la pigna. Inoltre versarono la somma di 200 lire di allora per la ricostruzione della chiesa: "...Erano in tanto i Faentini risoluti di vendicare sopra i Forlivesi l'ingiuria fattoli sotto l'autorità di Federico Imperatore nella demolitione del Castello sopra la Cosna; il che presentito da quelli, mandorono a Faenza li 8 aprile Bartolomeo Naso Bolognese Podestà, insieme con 20 de più conspicui Cittadini, quale (...) consegnò nel medemo tempo la pietra in modo di pigna, che era sopra la Treuna, o cupola della chiesa di Corleto, trasportata da essi a Forlì all'hora, che la demolirono; pagò libbre 200 di moneta da darsi a Monsig. Vescovo per la restaurazione della Chiesa".
www.ciclostanco.it Iniziamo il nostro giro con una nebbiolina non di stagione, panorami negati. Si sale dalla stessa strada del giro di monte Poggiolo ma arrivati sulla discesa “serpentone” la si lascia sulla sinistra rimanendo sul crinale, si prosegue sulla strada asfaltata che fa una larga curva a destra, quando sulla sinistra inizia un tremenda discesa asfaltata con sassolini tremendi sulle curve. Qui purtroppo, a 14.1 km,dopo due terribili tornantini, in una falsa curva viene disarcionato Riccardo dalla sua FRW. Trovato incastrato in un fosso tra le leve della sua bicicletta. Niente paura non è successo nulla a parte due ginocchia sbucciate e la ruota posteriore un po’ fuori centro. Ripartiamo, alla fine della discesa abbiamo girato a sinistra su una strada asfaltata in direzione sud, dopo 3 Km si incontra il bivio sulla sinistra per Monte Paolo. Santuario di MONTE PAOLO: sorge a Km 7 dal paese in cima al colle omonimo. Vi sostò in meditazione Sant'Antonio da Padova a cui è dedicato. Il monastero risale all'inizio del XX secolo. Nei pressi dell'eremo si può ammirare la grotta del Santo, dove quest'ultimo si raccolse in preghiera, raggiungibile attraverso il sentiero della speranza. Nell'anno 2000 è stato realizzato nelle vicinanze dell'eremo un percorso arredato di mosaici che ricordano le fasi cruciali delle vita e della predicazione del Santo. All'interno del Santuario si trova la reliquia di Sant'Antonio. www.ciclostanco.it L'eremo è attualmente gestito da una comunità di francescani. Tutte le domeniche del mese di settembre vi si svolgono celebrazioni in onore di Sant'Antonio. La strada sterrata inizia e finisce con una ripida salita fino alla chiesa in cima al monte 440 mt. fontanella. Qui inizia la discesa fino a Castrocaro “Brisighella secondo Lele” una bellissima discesa ma anche per me e arrivato il momento del patacca. Dopo una curva, mi sono trovato davanti a un cofano di una Punto bianca, dalla paura ho chiuso gli occhi e sono scivolato in terra attendendo la botta, ma per fortuna la Punto era già ferma, che caga. www.ciclostanco.it Siamo ripartiti io con un po’ di pelle in meno su lato sinistro e il pensiero di due feriti su sei nel gruppo, che giornatina. www.ciclostanco.it Arrivati a Castrocaro siamo andati verso la Terra del Sole poi verso Villagrappa fino alla Pieve di Corleto dove l’uomo misterioso è scomparso tra le nebbie faentine. Un bravo a Riccardo che non ha mai mollato anche con le ginocchia grondanti e con la bici ciondolante come un carrettino tailandese.


Varianti:

Punti critici: dopo circa 13,6 km dall’inizio comincia una rapida discesa asfaltata stretta e con molta ghiaia sul tracciato, per fortuna non molto lunga 800 m.; a 21,57 km inizia una veloce e pericolosa discesa sterrata che prosegue per circa 2,4 km.

Luce
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Inserito da
ciclostanco
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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
22.06.2011
Località
Castrocaro
Regione
Emilia-Romagna
Web
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Distanza
44.0 km
Dislivello
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