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santuario fonte Colombo-santuario francescano Greccio (Rieti) |
Uso fonti dal sito del cammino di francesco
www.camminodifrancesco.it
Lunghezza: 20,8 km
Il percorso si snoda sulle colline a sud della Piana Reatina. Si lascia la strada provinciale Tancia, in località Macelletto, per procedere in direzione Fonte Colombo, prima su strada comunale, poi su sentiero. Il tratto da percorrere si presenta in salita con un dislivello di 160 metri e una lunghezza di 1900
metri. Si giunge al santuario di Fonte Colombo.
Da qui, per raggiungere la seconda meta del cammino, il Santuario di Greccio, si riparte in direzione dell’abitato di S. Elia. Per lasciarsi alle spalle i 2 chilometri di strada ed i 150 metri di dislivello, che separano dall’abitato
di S. Elia. Il cammino prosegue lasciando sulla destra la chiesa di S. Elia Profeta. In leggera discesa si procede verso l’abitato di Piani Poggio Fidoni percorrendo strade di campagna che corrono sulla sommità dei rilievi in direzione est – ovest.
Per lunghi tratti il panorama è ampio e, sulla destra (verso nord), è possibile ammirare la piana reatina mentre in direzione opposta scorrono le colline interne, con i centri di Poggio Fidoni, Morini, la Val Canera, etc. La strada è parzialmente ombreggiata da piante di Roverella (Quercus pubescens) che ne delimitano la carreggiata.
Attraversato l’abitato di Piani Poggio Fidoni, si transita per un breve tratto lungo la via Tancia e si entra in Val Canera, lasciando la strada provinciale per risalire in località Colle Posta. Da qui, con un osservazione a 360 gradi, è possibile dominare tutta la Valle Santa: a sud la Val Canera; a nord la piana reatina, sovrastata ad est dal monte Terminillo; ad ovest l’abitato di Contigliano ed in lontananza Greccio, con il Santuario a cui dà il nome.
Proseguendo, la strada attraversa le colline con un percorso di 2,5 chilometri, caratterizzato da un leggero saliscendi, in larga parte ombreggiato da grandi Roverelle, che conduce fino a Contigliano. Ad accogliere il pellegrino è il vecchio borgo di Contigliano Alto che sovrasta l’abitato di più recente
costruzione. Attraversato il paese si prosegue per la località Piano e, quindi, in leggera ascesa, si segue il sentiero Onnina (dalla omonima sorgente che sgorga in località Piano di Contigliano). Lungo l’itinerario è possibile fare tappa all’Abbazia di San Pastore, recentemente ristrutturata, ove si giunge dopo 3,5 chilometri di percorso.
Lasciata l’Abbazia sulla destra, si percorre Via San Pastore che porterà ad incrociare più volte la strada provinciale per Greccio. Si arriva al Santuario di Greccio.
Testo a cura della Scuola Forestale dello Stato di Cittaducale
Greccio: la nuova Betlemme
"Francesco amava l'eremo di Greccio, dove i frati erano virtuosi e poveri, e
aveva una predilezione anche per gli abitanti di quella terra per la loro
povertà e semplicità. Perciò si recava spesso a riposare e soggiornare là,
attirato inoltre da una celletta estremamente povera e isolata, dove il
padre santo amava raccogliersi."
Leggenda Perugina, 34, in Fonti
Francescane. Editio Minor, Assisi,
Movimento Francescano, 1986
Incassato nella roccia, come un nido d'aquila, l'eremo di Greccio è una
straordinaria fusione di architettura e natura. I confini delle costruzioni si
perdono nei boschi rigogliosi di lecci che accolsero le solitarie ascesi di
Francesco.
La presenza di San Francesco
Il Santuario è noto in tutto il mondo per essere stato scelto dal Poverello
di Assisi come teatro di uno dei momenti più alti e lirici della sua
esistenza: la prima rievocazione della Natività di Betlemme della
storia del Cristianesimo, avvenuta nella notte di Natale del 1223.
San Francesco amò teneramente gli abitanti del borgo di Greccio e fu
legato da profonda amicizia con Giovanni Velina, forse feudatario del
luogo. Il signore locale sostenne il Santo nel suo progetto di rappresentare
la Nascita del Bambino.
La leggenda avvolge la nascita dell'eremo.
Secondo un racconto popolare
Francesco chiese a un bambino del borgo di lanciare un tizzone per
stabilire il luogo del convento. Dalle porte del paese il tizzone giunse fino
allo sperone di roccia dove oggi sorge il Santuario
La tradizione popolare vuole che sopra l'attuale convento, tra i boschi a
più di mille metri, nel 1209 Francesco stesso abbia eretto una capanna per
le sue meditazioni. Il luogo fu denominato Monte San Francesco e nel
1712 vi fu dedicata al Santo una cappella.
Al di là della leggenda, la prima presenza di Francesco a Greccio accertata
storicamente risale al 1223. Una presenza precedente è probabile ma non
documentata.
Dopo lo straordinario evento del Natale del 1223, il Santo fu protagonista
di tanti episodi significativi che ebbero luogo a Greccio. Questi episodi
hanno una collocazione cronologica precisa: dal tardo settembre del 1224,
dopo le stimmate, al 1226. In quell'anno Francesco, a soli sei mesi dalla
morte, partì per Siena e non rivide più la sua amata Valle Reatina.
La storia del Santuario
La fraternità di Greccio crebbe in ampiezza da molto presto, subito dopo il
1223 vi fu un rapido sviluppo insediativo con l'erezione di vari ambienti.
Infatti, negli ultimi anni di vita di Francesco vi si costituì una piccola
comunità. Solo Greccio tra gli insediamenti reatini ebbe durante la vita del
Santo delle costruzioni dedicate esclusivamente ai frati.
Grazie alla testimonianza di Tommaso da Celano è possibile stabilire la
datazione della chiesa di San Francesco, edificata sopra la cappella di
San Luca dove Francesco rappresentò il Presepe. Nella prima biografia del
Santo, la Vita Prima, a proposito dell'edificio Tommaso dice: "Oggi quel
luogo è consacrato al Signore, e sopra il presepio è stato costruito un
altare e dedicata una chiesa ad onore di San Francesco". Egli individua
così un arco cronologico che va dalla canonizzazione di Francesco (16
luglio 1228) al 25 febbraio del 1229, quando fu presentata la Vita Prima.
Gli edifici oggi esistenti sono stati datati, in base alle loro caratteristiche
costruttive, al XV sec. e attribuiti a maestranze locali.
Pochi anni dopo il Santuario è protagonista di un evento rilevante: l'11
agosto del 1246 parte proprio dall'eremo la famosa Lettera di Greccio.
Leone, Angelo e Rufino, i tre compagni di Francesco, la scrissero come
introduzione alla cosiddetta Leggenda dei tre compagni, una biografia del
Santo.
Non tutti gli studiosi concordano nel ritenere autentico il documento, un
dato però non sfugge: quando i tre estensori della lettera vollero
raccogliere testimonianze su San Francesco si ritirarono a Greccio, segno
della costante e forte presenza della memoria del Santo in quell'eremo.
A circa un decennio dalla Lettera, la storia dell'eremo venne segnata dalla
presenza di un grande intellettuale: Giovanni da Parma. Generale
dell'Ordine, dotato di una forte tensione spirituale, Giovanni da Parma fu
sottoposto a processo nel 1257 da parte dei suoi confratelli per aver
aderito alle dottrine eretiche di Gioacchino da Fiore. Scelse allora di
ritirarsi a Greccio, dove rimase per circa trent'anni. Fu, negli ultimi anni di
vita, un punto di riferimento per il movimento degli Spirituali e per
Ubertino da Casale, che lo venne a trovare a Greccio. Ciò ha fatto
assumere al Santuario un posto particolare nella tormentata storia del
Francescanesimo degli esordi.
Un altro evento di grande importanza nella vita del convento si verificò
nel 1373: Greccio, le altre comunità eremitiche del Reatino e quelle delle
Marche e dell'Umbria, ottennero il permesso di scegliere il proprio
confessore. Iniziò così il processo di adesione del Santuario al grande
movimento dell'Osservanza, il movimento nato in seno all'Ordine
Francescano e affermatosi nel XV sec. ad opera di San Bernardino da
Siena e San Giovanni da Capestrano che spingeva a una vita ascetica
rigorosa.
I luoghi e l'arte
Un ampio piazzale introduce agli ambienti conventuali e regala ai visitatori
un panorama di rara bellezza che abbraccia l'intera Valle Santa.
Il cuore del Santuario è la piccola cappella del Presepe, costruita nella
grotta che secondo la tradizione vide la rievocazione della Natività da
parte di Francesco. Sotto la mensa dell'altare si conserva la roccia che,
secondo la tradizione, ospitò il simulacro del Bambino durante la
rievocazione voluta da Francesco.
Sopra l'altare un affresco quattrocentesco rievoca a destra la Natività del
Signore. La Vergine è colta nell'intimo gesto di allattare il Bambino alla
presenza di San Giuseppe. Sulla sinistra si stende la rievocazione della
Natività voluta da Francesco a Greccio: il Santo, in vesti di diacono, è
inginocchiato al centro della scena davanti al Bambino, alle sue spalle il
popolo grecciano assiste al miracolo. L'affresco è attribuito all'anonimo
Maestro di Narni del 1409.
Fuori dalla cappella s'incontrano due affreschi: una Natività, di scuola
umbro-marchigiana e un San Giovanni Battista.
Dalla cappella del Presepe si accede al nucleo più antico del convento: il
refettorio dei frati, il dormitorio, la cella di San Francesco e il pulpito di
San Bernardino. Il refettorio ospita gli umili resti del lavabo e del canale
per lo scarico che servivano ai frati per lavare le stoviglie. Il camino è
stato costruito nel Novecento.
Il dormitorio è costituito da un ambiente lungo 7 m e largo circa 2 m, qui
vissero i primi frati. Alla fine del dormitorio s'incontra la piccolissima cella
scavata nella nuda roccia nella quale Francesco riposava.
Si visita poi la suggestiva chiesa di San Francesco, della prima metà del
Duecento. L'ambiente è coperto da una volta a botte decorata da un cielo
stellato e dall'immagine del Beato Giovanni da Parma. Interessanti gli
arredi: gli stalli del coro, il leggio e il supporto ligneo girevole della
lanterna che illumina le pagine del libro corale. Sopra l'altare si trova un
dipinto del XVI sec. di scuola umbra che rappresenta la Deposizione tra
Santi. Sulla parete di sinistra si trova un affresco trecentesco con San
Francesco e un Angelo che gli annuncia la remissione dei peccati. Sopra
l'affresco si conserva il pregevole tondo quattrocentesco raffigurante la
Madonna col Bambino, attribuito a Biagio d'Antonio.
Nell'oratorio attiguo, sopra l'altare, composto da un'austera mensa, è
conservata la copia trecentesca del ritratto di San Francesco, eseguito
secondo la tradizione nel 1225, un anno prima della morte del Poverello.
Secondo la tradizione locale il ritratto sarebbe stato commissionato dalla
nobile romana Jacopa dei Sette Soli, amica e protettrice del Santo.
Francesco, dal volto sofferente, si deterge gli occhi tormentati dalla grave
malattia che funestò i suoi ultimi anni.
Il Santuario ospita anche il dormitorio di San Bonaventura, eretto
secondo la tradizione durante il periodo in cui Bonaventura fu Generale
dell'Ordine (1260-1270). Attraverso uno stretto corridoio in legno si
accede a quindici piccole celle anch'esse di legno. In questi ambienti
semplici e di grande suggestione i frati vissero per secoli, fino al 1915,
quando si spostarono al piano superiore. La prima cella a destra ospitò,
secondo la tradizione, due frati straordinari: San Bonaventura, da cui la
costruzione prende il nome, e San Bernardino da Siena.
Uscendo dal convento e inoltrandosi nel bosco si trova la grotta che
ospitò i ritiri spirituali di San Francesco: una grotta naturale che fu
sistemata con tavole e graticci per accogliere il Poverello. Nel corso del
Trecento vi fu eretta una cappella ornata da un dipinto che riproduce la
scena del trapasso di Francesco. Dopo il terremoto del 1948 la cappella fu
restaurata.
A pochi passi è situata la grotta del beato Giovanni da Parma, che qui si
ritirò per trentadue anni (1257-1289) in solitudine e penitenza dopo
essere stato accusato di adesione alle teorie eretiche di Gioacchino da
Fiore.
Il sentiero che conduce a questa grotta porta anche alla cosiddetta Roccia
del Tizzo, il luogo in cui cadde secondo la leggenda il tizzone lanciato per
decidere l'erezione del convento. Lo stesso sentiero porta a una loggia
quasi sospesa nel vuoto che regala un panorama indimenticabile.
Dal piazzale si accede alla chiesa della Vergine Immacolata, edificata
nel 1959 su progetto dell'architetto Carlo Alberto Carpiceci. All'interno si
conservano due presepi novecenteschi, memoria devota della prima
rievocazione della Natività voluta da Francesco. Il primo, opera dello
scultore Lorenzo Ferri, è realizzato in legno; il secondo, in terracotta, fu
realizzato da Luigi Venturini.
La presenza di Francesco nel Santuario di Greccio nel racconto
diretto delle fonti
Il Patto con i lupi a Greccio raccontato dall'Anonimo Reatino
Quando egli dimorava nell'eremo di Greccio, gli abitanti di quel luogo
erano vessati da molteplici malanni: branchi di lupi rapaci divoravano non
soltanto gli animali, ma anche le persone; la grandine regolarmente, ogni
anno, devastava campi e vigne. Durante una predica, l'araldo del vangelo
disse a quella popolazione tanto afflitta: "A onore e lode di Dio
onnipotente, mi faccio garante davanti a voi che tutti questi flagelli
scompariranno; a una condizione però: che mi prestiate fede e abbiate
compassione di voi stessi; dopo una confessione sincera, dovete fare
degni frutti di penitenza. Vi avverto anche che, se sarete ingrati verso i
benefici di Dio e ritornerete al vomito, il flagello si rinnoverà, si
raddoppierà la pena e più terribile infierirà su di voi l'ira di Dio".
Alla esortazione di Francesco gli abitanti fecero penitenza e d'allora
cessarono le stragi e si allontanarono i pericoli; lupi e grandine non
causarono più danno. Anzi, fatto ancor più notevole, se capitava che la
grandine cadesse sui campi confinanti, come si avvicinava al loro
territorio, là si arrestava, oppure deviava in altra direzione. I lupi
osservarono il patto fatto con il servo di Dio; né più osarono violare le
leggi della pietà, infierendo contro uomini che alla pietà si erano
convertiti: Ma solo fino a quando gli abitanti restarono fedeli ai patti
promessi e non trasgredirono, da empi, le piissime leggi di Dio.
Anonimo Reatino, Actus Beati Francisci in Valle Reatina, IV, 14-
20, a c. di A. Cadderi, Assisi, Edizioni Porziuncola, 1999
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Testi di Riferimento:
A. Terzi, Memorie francescane nella Valle Reatina, Rieti, Il Velino, 1955
Fonti Francescane. Editio Minor, Assisi, Movimento Francescano, 1986
a c. di M. Righetti Tosti Croce, La Sabina Medievale, Rieti, CARIRI, 1990
a c. di L. Pellegrini e S. da Campagnola, Il francescanesimo nella Valle
Reatina, Rieti, CARIRI, 1993
Anonimo Reatino, Actus Beati Francisci in Valle Reatina, a c. di A. Cadderi,
Assisi, Edizioni Porziuncola, 1999
foto santuario:
http://www.provinciarieti.it/foto/greccio_santuario.jpg
il paese di Greccio visto dalla valle:
http://www.robertopetrelli.it/images/Greccio/Greccio%20-%20Il%20paese.jpg
abbazia S.Pastore recentemente ristrutturata:
http://www.fondoambiente.it/faiscuola/include/immagineForumCensimento.asp?idMessaggio=755&idForum=33&nomePagina=in-giro-per-l-italia.asp
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Commenti
CRISTIANCUSTOM
15.05.2011 13:38
L'ho effettuato personalmente in mtb ma in direzzione opposta, purtroppo si deve fare i conti con un bel tratto in salita molto ciottoloso che ci costringere a scendere dalla mtb. Cosiglio per cui di seguire la guida.
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