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Monteviasco |
Il perchè delle selte...succede a volte che rimanga un pò d'amaro in bocca per una meta saltata...
in effetti sabato scorso ervamo partiti di buona lena per salire al Lema e scendere a Monteviasco, ma le condizioni del meteo ci avevano fatto tornare indietro senza completare il giro...
e allora questa mattina mi sono ripresentato all'appuntamento per un secondo tentativo, risoluto a non farmi "ricacciare" indietro...
Partito prestino da Due Cossani, mi sono infilato subito nella sterrata che arriva all'agriturismo del Roccolo...la strada corre parallela a quella asfaltata, ma il bitume ed i tasselli delle mie gomme non vanno d'accordo. La sterrata è molto tranquilla con qualche saliscendi e fondo in buone condizioni, ma soprattutto passa attraverso un bosco di faggi che mette buonumore. In lontanaza si sentono i picchi al lavoro e spesso si trovano i segni sui tronchi...Dall'Agriturismo Roccolo, si scende sull'asfalto (purtroppo) con veloci tornanti, giusto in corrispondenza del monumento a San Carlo Borrmeo. Fatte le foto di rito, si riparte in direzione Curiglia. Qui ci sono due opzioni: la prima prevede di proseguire per Viasco su una sterrata più o meno pianeggiate (Via Verde Varesina), la seconda un pò più impegnativa per la quota da raggiungere segue l'indicazione per Sarona e Agriturismo Le Gemelle. Io ho scelto la seconda. La strada da percorrere è appena fuori dal centro e sale sulla destra. Ecco, sale...sale sempre!!! in realtà si sale qualche centinaio di metri e poi, in corrispondenza di una edicola votiva si gira a destra e si va via in piano...Bene, preparatevi a spengere forte sui pedali, perchè dalla fine del tratto in piano la strada comincia a salire veramente, senza sosta. Il fondo è asfaltato e la strada è molto stretta, e si riesce a pedalare bene, anche se ogni tanto bisogna fermarsi a tirare il fiato. Si giunge all'abitato (molto in vendita) di Sarona e si prosegue passando in mezzo alle case, lungo una strada lastricata di binderi di pietra, in direzione Alpone o agriturismo Le Gemelle. Oggi il panorama era ottimo e la temperatura non troppo alta, ma con il passare dei giorni la salita potrebbe essere più ostica. Superato l'abitato di Sarona la strada torna ad essere asfaltata e ben pendente, senza sosta fino alla fine dell'asfalto, dove si biforca: a destra un sentiero va al rifugio Madonna della Guardia, mentre a sinistra una sterrata arriva all'agriturismo "Le Gemelle". Ottimo panorama e sosta ristoratrice a quota intorno a 1220, metro più metro meno. La strada per l'agriturismo prosegue in falsopiano verso la fine dell'abitato, direzione Nord. Appena dopo l'ultima casa si trova un largo sentiero sulla destra, la cui destinazione sembra sconosciuta anche ai locali interrogati in merito, mentre un sottile sentierino nel prato a mezza costa conduce verso il cartello "Viasco". Imboccato senza indugi e seguito molto attentamente...oggi la vegetazine era bassa ma attenzione ad andarci in estate perchè le felci sono alte più di un metro e possono nasconderne alcuni tratti. Seguendo il sentiero si arriva in mezzo al bosco di faggi. Qui la traccia si fa meno evidente e bisogna seguire i segni bianchi e rossi sui tronchi, aguzzando bene la vista giachè spesso la vernice è scolorita. Il fondo è infido, cosparso di foglie e di rami secchi che tendono ad infilarsi (chissà perchè) nelle ruote, nel cambio, sull'arco della forca...insomma in tutti quei posti dai quali dovrebbero star bene alla larga. Oggi la situazione era leggermente complicata dalle pietre umide sulle quali le ruore facevano poca presa. Ad ogni modo ho seguito il crinale in discesa, mantenedomi leggermente verso ovest e giungendo all'abitato di Viasco. Fuori dal bosco ho preso la strada sterrata in direzione est e l'ho seguita fino in fondo. La strada, che viene da Curiglia, fa parte della "Via Verde Varesina" (sui cartelli viene simboleggiata da tre V sovrapposte). Il fondo è discretamente mantenuto, con frequenti saliscendi, in un bosco spettacolare di faggi. Sottobosco ben pulito e mantenuto dai locali che evidentemente ne cavano legna. Lungo il percorso si trovano cartelli didattici che illustrano diversi aspetti delle attività locali, spesso scomparse oppure delle caratteristiche geologiche della zona. Al termine della sterrata, in località Forestale, si trovano i resti di una vecchia teleferica che traportava il materiale all'Alpe Cortetti. Da questo momento la sterrata diventa sentiero che si inerpica sul ripido fianco della montagna...quindi si spinge, anzi ci si carica la bici in spalla per superare un centinaio di metri di dislivello circa, fino all'alpe Cortetti, abbandonata ed in rovina da tempo, se si eccettua una piccola costruzione a ovest. Da qui comincia una lunga sequenza di saliscedi, con il sentiero che spesso passa in tratti esposti, quasi sempre protetti da "corrimano" metallici. Ottimi scorci sulle pendici a sud, coperti di abeti e faggi ed anche sul Lema ed il Poncione di Breno. Purtoppo il sentiero è poco pedalabile, un pò per il fondo cosparso di grossi pietroni, un pò per i tratti a forte pendenza. Ad ogni modo con un pò di impegno e molto sudore si giunge alla "fine della fatica" quando si trova il cartello che indica "Alpe Polusa". Da qui ci si lascia scendere verso Monteviasco. Il paese molto bello, tutto in pietra, merita una visita. "Best place for lunch" per me è il lato a sud della chiesa, dotato di panchine, panorama su Curiglia ed ottima insolazione!! Finito di mangiare, oggi ho pisolato sdraito su una panchina, al sole. Per chiudere degnamente la giornata sono tornato indietro a prendere un caffè in uno dei due bar-ristoranti (oggi colmi di turisti) che stanno in centro al paese, uno di fronte all'altro.
Bene, fine del gioco...adesso si fa sul serio!!! I gradoni di Monteviasco...son venuto qui per questi!!! Vestizione (non obbligatoria ma fortemente consigliata) prima di cominciare la discesa sui gradoni che conducono a valle. 1200-1400 gradoni in pietra di diverse altezze, forme e lunghezza segnano la strada! Il percorso è fitto di tornanti, quasi tutti stretti, alcuni esposti, molti altri protetti da parapetti in legno. I gradoni sono molto diversi fra loro e bisogna lasciar correre le ruote per non rischiare di impuntarsi e cappottarsi!! Con un pò di pazienza e un pò di tecnica si arriva alla fine della interminabile scalinata. Con un pò di ulteriore tecnica ci si possono concedere nose-press in grande quantità!!
Oggi, complice l'interruzione dell'attività della funivia e la concomitanza della Pasquetta, c'era molta gente sulla scalinata, sia in salita che in discesa. Tutti molto gentili si sono scansati per lasciare passare il ciclista, l'unico in giro!!!
Il rientro su asfalto verso Due Cossani è veloce e attinge alle ultime briciole di energia rimaste a diposizione delle gambe, che in tutta la giornata hanno pedalato e spinto per 8 ore, 29 km e qualcosa come 1767 metri (non 2680) in salita e hanno governato la bici per 1765 metri (non 2667) in discesa, (sono dati del Garmin...)
Buon divertimento!
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FORMULA75
25.04.2011 23:33