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Rallio - girando intorno al Dinavolo |
19 dicembre 2010
E' buio, notte o mattino non so, apro gli occhi , guardo l'orologio sono le 4.30, fuori e tutto buio e sono memore delle temperature della notte precedente:-7°. Ancora due ore e mi devo alzare per prepararmi per l'uscita prevista oggi sul monte Dinavolo. Qualche dubbio mi assale e l'idea delle temperature sotto zero da più forza i miei dubbi, vado, non vado, vado non vado?...conoscendomi so che se non vado poi mi pentirò di averlo fatto, qindi boia chi molla e alle 6.30 sono in piedi. Fatti gli incombenti di rito, cane, colazione, vestizione vado in box tutto bardato, carico la bici e parto appena mi avvio guardo la temperatura fuori *3
Ormai sono in ballo e vado. Come sempre arrivo in anticipo anche perche volevo fare una colazione in un bar del posto, peccato ch il paese di Rallio di Montechiaro è fatto da poche case intorno ad una chiesa e la piazza della chiesa saranno 300 mq.
Scendo dall'auto cero un bar, zero assoluto come la temperatura, vedo da una finestra una tizia che beve un caffe, penso sia un bar invece era un'abitazione.
sul posto la temperatura non scherza -4.5
Alle 9.00 puntualissimo arriva Claudio, ultimi preparativi, pressione gomme, lubrificazione, bardatura e si parte. a proposito di bardatura, tanto per andare sul sicuro avevo: maglia tecnica invernale, tecnica estiva, felpa, giacca bike autunnale, antivento traspirante e giacca felpata impermeabile.
Partiti, subito si sale su uno sterrato che porta in direzione dei boschi dove i sentieri sono bene innevati, neve ghiacciata e tratti di ghiaccio puro. I primi sentieri sono pedalabili anche se c'e' neve ma salendo la neve aumenta è il terreno sparisce e pedalare diventa difficile e con un dispendio notevole di energia:
Ormai l'idea del freddo non ci appartiene più, lidea di pedalare e anche spingere a piedi la bici in questi boschi pervade completamente i nostri pensieri e si gode il silenzio del posto, l'aria tersa e pura, solo il lontano latrato dei cani da caccia dei soliti cacciatori interrompono questo sogno ad occhi aperti. la salita continua e i sentieri innevati diventano sempre più difficili da pedalare fino al punto da doversi districare tra rami ed arbusti con le bici in mano
Dopo un paio di km alternati tra pedalate e spinte su sentiari innevati ritorniamo sul versante con fondo più pedalabile ma ancora innevato e qui è divertente perche si cerca di stare sulla solco lasciato dai fuoristrada.
Dopo ancora qulche km si va su fondo sterrato ma ben pedalabile con poca neve passando per tratti panoramici che a causa del cielo plumbeo non davano il giusto senso di profondita ma sempre un spettacolo incantevole da vedere.
Continuiamo a pedalare fino a giungere su una strada asfaltata che ci porta sull'altro versante del Dinavolo, quello che guarda sulla val Nure per andare a prendere poi il sentiero che ci avrebbe portato in cima al Dinavolo. Anche questo versante apre ai nostri occhi un panorama di monti e boschi innevati nel piu totale silenzio delle colline circostanti e dei paesini attraversati senza vedere anima viva tranne quattro oche, un paio di asini, un cavallo ed una volpe che turlupinava i cani da caccia che neanche lontanamente lìavevavno individuata e passeggiva tranquillamente nel bosco.
Proseguiamo il nostro cammino tra una pedalata e quattro chiacchiere, giram tutto intorno fino a che incrociamo quattro bikers che scendono dal Dinavolo esattamente dove avremmo dovuto andare noi, assolutamente ci sconsigliano di salire perche loro hanno vissuto un'odissea, neve impedalabile arbusti ed alberi caduti sul sentiero che rendono impossibile sia la slita in bike che la discesa. Forse la nostra età forse un po di buonsenso secglia di circumnavigare rimandando la salita al dinavolo in un'altra occasione quindi ripartiamo in direzione base e tentiamo l'ultima chance nel vedere se il sentiero che riporta a rallio era pedalabile: arriviamo sul posto e sembra pedalabile, quindi ci rivestiamo perche ora si scende e siamo sempre sotto zero:
Prendiamo il sentiero e si scende bene, è fluido, il solco non è innevato finche girato ad un svolta il terreno è troppo coperto di neve e ci sono alberi caduti:
quindi si ritorna indietro e si scegli un sentiero che porta direttamente a valle e meno innevato che ci riporta sula strada. anche qui si riprende fiato, a causa della temperatura la discesa è tranquilla perche i piedi sono mezzi congelati e smpre tra una pedalata e quattro chiacchiere si torna alla base.
Mentre si pedalava dicevo a Claudi che se avessimo trovato un bar un buon bicchiere di rosso trebbiano lo avrei bevuto volentieri. Arrivati alla base, rivestito e sistemata la bici ecco la chicca, Claudio ha uno zio che vive nel paese e mi dice di andare con lui cosi ci scaldiamo un attimo prima di ripartire, e con mio sommo piacere entro in questa enorme casa di campagna in una stanza enorme con un tavolo imbanidito al centro ed una bella stufa a legna in ghisa che emanva un dolce e caldo tepore che hanno ritemprato i miei piedi e qui, sorpresa, lo Zio simpaticissimo ci offre un buon bicchiere di vinello rosso,il primo bicchiere, il secondo bicchiere ed ero cotto a puntino, quante volte ho benedetto lo zio per quel vinello nessuno lo sa, era come la ciliegina sulla torta di un'altra particolare, fredda e calda allo stesso tempo giornata passata in bici scoprendo sempre nuovi posti, immerso nei boschi piacentini. Il giro no è stato lunghissimo, circa 15km ma vissuti bene e con lo spirito che sempre mi accompagna, rispetto per la natura, per le persone e per gli amici speci quelli nuovi che hanno la pazienza di sopportare la mia lentenza, le mi soste videofotografiche.
un'altra bella giornata da raccontare:
Arturo
http://video.mtb-forum.it/videos/view/112
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