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Gola della Rossa e di Frasassi |
Periodo migliore: tutto l’anno tranne i giorni di vento/pioggia per caduta massi nelle gole
Difficoltà: facile (non richiede specifiche capacità tecniche)
Tipo percorso: asfalto, tranne la parte finale che è rovinata da buche e breccia della cava
Traccia GPS: SI
Quota di partenza: 254 metri s.l.m.
Quota massima raggiunta: 254 metri s.l.m.
Dislivello totale: 71 metri s.l.m.
Cartografia usata: Selca Firenze – Carta escursionistica del parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi
Consigli: da evitare durante la settimana per circolazione mezzi pesanti. In inverno usare un abbigliamento adeguato.
> Premessa: per noi biker in MTB l’asfalto è un nemico (o almeno per me lo è… lo lascio a chi usa le ruotine sottili!) però mi è capitato di fare questa escursione e, anche se tutta su asfalto, vale più di mille strade sterrate per la bellezza della natura che ci circonda attraversando ben 2 parchi in un colpo solo: il parco della Gola di Frasassi e quello della Gola della Rossa.
Quindi, per una volta, un giretto facile facile per rilassarsi e tenere l’allenamento!
Partiamo dal parcheggio e, traversando tutto il piazzale, imbocchiamo la strada in asfalto seguendo l’indicazione di Vallemania – Rosenga.
Proseguiamo costeggiando tutta la piccola piana del fiume Sentino.
Ignorare i vari bivii che incontriamo e, arrivati alla fine della strada, svoltiamo a sinistra in direzione Grotte di Frasassi.
Oltrepassando il centro abitato di Pianello e lo stabilimento Ariston, inizia il suggestivo percorso all’interno della Gola di Frasassi.
Attraversata la parte centrale e più suggestiva della gola, oltrepassiamo l’imponente ingresso delle grotte (che troviamo alla nostra destra) e, in prossimità dell’abitato di San Vittore, svoltiamo a sinistra; è il primo bivio che incontriamo subito finita la gola.
Scendiamo in leggera discesa e passiamo davanti all’eremo di San Vittore alle Chiuse proseguendo per la strada asfaltata che, per un breve tratto, è lastricata con una pavimentazione molto scivolosa nelle giornate umide e/o piovose.
Dopo 600 metri circa giungiamo alla vecchia centrale idroelettrica delle Cartiere Miliani (sulla sinistra), oltrepassiamo il passaggio a livello ed il ponte sul fiume Esino.
Dopo la curva a gomito subito oltrepassato il ponte, NON dobbiamo imboccare la ciclabile sterrata che ho segnalato in altri itinerari (la tentazione c’è!), ma proseguire in salita fino all’incrocio nel paesino di Gattuccio.
> Nota: per chi non può far a meno della polvere: se imboccate la pista ciclabile sterrata, percorretela tutta e quando trovate nuovamente l’asfalto svoltate a destra e poi all’incrocio a sinistra trovandovi così al semaforo di Camponocecchio – vedi in seguito).
Allo stop prendiamo a sinistra in discesa e, ignorando gli altri incroci, continuiamo fino all’abitato di Camponocecchio riconoscibile da un tratto di strada rettilineo e dal semaforo che controlla il senso unico alternato all’interno del paesello.
Attraversiamo Camponocecchio e, all’incrocio con la S.S. 76 della Val d’Esino (SENZA IMBOCCARLA!) prendiamo in direzione dei paesini di Falcioni e Pontechiaradovo.
La strada ora sale e attraversa tutto il centro abitato di Falcioni poi inizia la discesa che, dopo circa 200 metri circa, tutti in discesa, attraversa la frazione Pontechiaradovo.
A questo punto ci troviamo davanti un altro passaggio a livello ed inizia qui a mostrarsi la maestosità della Gola della Rossa che si apre alla nostra destra.
Oltrepassato il passaggio a livello ed il ponte sul fiume Esino ci troviamo di fronte una piccola cappellina (da vedere perché molto carina!) svoltiamo a sinistra inoltrandoci così all’interno della gola percorrendo la vecchia strada statale ormai dismessa ma ancora in buone condizioni.
Proseguendo si incontra sulla destra un bivio con una sterrata che conduce ad una cava ed alle rovine del convento S. Maria (indicato dalla palina segnavia in legno). Questa sterrata è cieca, la si può percorrere per poi però tornare indietro.
Evitando di svoltare per la sterrata (a meno che non si vogliano vedere le rovine del convento) continuiamo ad addentrarci all’interno della Gola della Rossa e dell’omonimo parco.
La strada ora si biforca, a destra è cieca e bisogna imboccare la leggera salita sulla sinistra che, tramite un sovrapasso, scavalca la S.S. 76.
Proseguiamo tra i due costoni di roccia, sempre sulla strada asfaltata, evitando (ve lo sconsiglio) di svoltare per la sterrata che trovate sulla sinistra dove è indicata, con la palina segnavia del CAI, l’indicazione Grotta del Vermino. Tale sentiero, l’ho percorso più volte a piedi durante delle escursioni e ha tratti molto pericolosi (per altro segnalati!) e risulta impossibile anche per gli amanti del freeride più estremo!
Continuiamo quindi ad addentrarci nella gola ed un cartello di divieto di accesso ci segnala che è possibile accedere alla gola solo in bici, a piedi o a cavallo.
> ATTENZIONE: come anche il cartello dice evitate di entrare nella gola se c’è vento o pioggia perché il pericolo di caduta di qualche sasso è elevato e, non essendoci barriere di protezione né guard-rail lo strapiombo con il fiume che scorre impetuoso tra le rocce non è proprio gradevole! Basta, però, alzare lo sguardo per rimanere senza fiato davanti a due pareti di roccia, a picco, alte oltre 500 metri che continuiamo senza timori!!!
> Nota: da qui in poi il GPS perde il segnale SAT ma niente paura… c’è solo una strada per andare e da ripercorrere per tornare!
Traversiamo tutta la gola prestando attenzione ai camion di una cava presente sulla parete rocciosa alla nostra destra (deturpata dall’uomo!) e proseguiamo fino al parcheggio (che troviamo sulla sinistra) degli operatori della cava stessa.
A questo punto c’è una breve discesa che ci permette di traversare, nuovamente, con un sottopasso, la S.S. 76 e salendo ci troviamo a costeggiare la parete rocciosa proprio sopra i nostri caschi!
Siamo alla fine della gola e arrivati alla sede della cava; alla nostra sinistra possiamo vedere la superstrada S.S. 76 attraverso le aperture di un tunnel semi-aperto.
Possiamo quindi fermarci ed ammirare il panorama alle nostre spalle ed alla nostra destra che vede una vallata molto stretta e lussureggiante di vegetazione.
Giriamo le ruote, riprendiamo fiato, bevutina e facciamo il percorso inverso anche perché, a meno che non abbiamo un motore al posto delle gambe, non ci son altre strade per tornare al punto di partenza a patto di non voler fare un valico che conduce alla frazione di Castelletta.
Quando la mia condizione fisica me lo permetterà ci proverò e non mancherò di segnalarvi l’itinerario!
Chi vuole, può ridurre o personalizzare l’itinerario lasciando l’auto in altri punti del percorso.
Se avete dubbi o volete informazioni potete tranquillamente scrivermi un MP o contattarmi per e-mail.
La cartografia usata è disponibile presso negozi della zona e, se lo richiedete, posso fornirvi i nominativi per acquistarla preventivamente.
Note d'uso traccia GPS
LE TRACCE GPS NON SOSTITUISCONO IN ALCUN MODO L'USO DI UNA CARTA TOPOGRAFICA DELLA ZONA.
L'uso della traccia GPS non toglie l'obbligo di andare in escursione con la massima
prudenza e le attenzioni che questo tipo di attività necessità.
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Come arrivare al punto di partenza
Arrivati al bivio di Genga lasciate l’auto al piazzale antistante il ristorante Magrini facendo attenzione agli spazi riservati ai clienti del ristorante!
In sella…
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