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Campigna e dintorni |
CORNIOLO, CAMPIGNA E DINTORNI (GIRO IN SENSO ANTIORARIO):
Zona: Foreste Casentinesi – Corniolo/Campigna (FC)
Lunghezza: 40km
Dislivello: 1700m
Cartina: Carta dei sentieri – Istituto geografico adriatico N°20 1:25000
Luogo di partenza: Corniolo di Santa Sofia (FC)
NB Per la descrizione del giro si ringrazia Matteo Galeazzi “Gale”
La piccola frazione di Corniolo a 550m sul livello del mare è il punto di partenza di un giro “All Mountain” ad ampio raggio che tocca molti punti di interesse paesaggistico nella parte settentrionale/romagnola delle foreste casentinesi.
Lasciata la macchina in uno dei piccoli parcheggi del paese, iniziamo la prima salita di giornata sull’asfalto dei tornanti della SS310 della Calla. Tornante dopo tornante, dopo 10km dalla partenza arriviamo in Campigna 1050m, circondati dagli alti abeti bianchi della foresta omonima.
Qui abbiamo la possibilità di scegliere due alternative di salita, continuare su asfalto fino al passo oppure prendere una deviazione a destra (sbarra) subito dopo il bar della strada.
La deviazione ci porta a risalire faticosamente il fosso dell’Abeti per poi congiungersi al sentiero 253 in zona Ponticino da seguire lato monte. La carrareccia dal fondo smosso sale con strappi decisi fra le alte conifere della foresta. Ai sui lati sono spesso visibili dei grandi formicai, accumuli di aghi e ramoscelli alti anche più di 1 metro dove è di casa la formica Rufa. Insetto tipico di questa zona (ma non autoctono) di colore rosso ruggine che ha come caratteristica principale quella di spruzzare acido formico contro le sue vittime. Acido che può creare fastidi anche all’uomo ma che contribuisce a mantenere pulita la foresta da altri insetti infestanti.
Nella traccia caricata, questa volta abbiamo evitato questo taglio per salire più comodamente sull’asfalto del passo. Giunti alla Calla, 1300m circa si prosegue a destra per la stretta strada che sale ancora verso la Burraia ed il passo dei Fangacci.
Siamo al cospetto dei monti Falco e Falterona, i rilievi più alti del parco (1657 e 1654 metri rispettivamente) e sebbene l’arrampicata sia ancora faticosa, le foreste circostanti sembrano proteggere il nostro andare dai venti di quota.
Arrivati davanti al grande parcheggio, poco prima dei rifugi “Beppe” e “La Capanna”, viriamo a sinistra in direzione antenne Monte Falco. Una prima parte in asfalto ed una successiva su stretto sentiero ci catapultano nel punto panoramico di Poggio Sodo dei Conti a quota 1559.
Finalmente dopo più di 1000 metri di dislivello tocchiamo il punto più alto del giro e possiamo indossare le nostre protezioni e prepararci per la discesa. Il poggio si trova sul percorso del GEA 00 e la nostra traccia segue in discesa tale sentiero fino ad incrociare nuovamente il passo della Calla. La discesa è veloce e flow ma è importante procedere con attenzione dando precedenza agli escursionisti a piedi che sovente utilizzano questo percorso.
Dal passo, procediamo in direzione est tenendo il GEA 00 nel crinale per altri 5-10 minuti in salita. Arriviamo poi in una piccola radura dove uno stradello sulla sinistra decreta l’inizio del sentiero di discesa detto Papi trail. In realtà il primo pezzo è di avvicinamento alla vera e propria discesa sviluppandosi sui sali e scendi della foresta che delimita il confine con la riserva integrale di Sasso Fratino. Quindi le difficoltà di certi rilanci viene ricompensata dal fiabesco ambiente circostante.
Superato l’ultimo rilancio, la discesa si sviluppa su alcuni divertenti tornanti su fondo naturale e flow dove è possibile scegliere la migliore traiettoria per mantenere una velocità sostenuta. Al contrario di altri trail della zona, questo è uno di quelli più “lisci” e privo di tratti eccessivamente tecnici. Una vera e propria goduria. L’attenzione però deve rimanere alta specie nei punti dove il trail si restringe e passa vicino a tratti esposti e rocciosi.
La prima parte di discesa termina incrociando lo stradello segnavia 20 (poco distante da fonte del raggio). Qui teniamo la sinistra, in direzione Campigna ed in falsopiano ci avviciniamo al restante tratto di discesa che inizia all’incrocio con il sentiero 243. L’inizio del 243 rappresenta la parte più tecnica del tracciato in quanto alcuni rock garden e qualche tornante stretto obbligano ad una attenzione maggiore. Il percorso diviene via via più semplice e veloce nonostante sia su fondo naturale. Il piacere di guida e l’adrenalina è massima nell’ultimo pezzo che con pendenze non eccessive e curve più “aperte” ci catapulta nei pressi di Molino Fiumari e della chiesa di S. Agostino dove la discesa ha termine.
Dopo essersi adeguatamente rifocillati, ci aspetta una bella risalita nella valle del torrente Fiumicino di S.Paolo. Dopo 5/6 km di pendenze non eccessive ma costanti, torniamo sopra quota 1000m, passato il faggio della sbarra, al primo incrocio di strade teniamo la sinistra (sbarra) per dirigerci in direzione nord verso San Paolo in Alpe.
Arrivati alla bellissima e scenografica radura si San paolo, dobbiamo continuare a salire in direzione nord sul segnavia 257 fino al Poggio di ronco dei Preti. Questo ultimo pezzo di salita, sebbene non facile apre la vista su tutto il parco del casentino (lato romagnolo) e permette di ammirare dall’alto tutto il giro fatto e goderne nonostante la fatica accumulata.
Il trail di discesa detto le Cerrete (segnavia che continua ad essere lo stesso della salita ovvero il 257) ci riporterà a Corniolo seguendo la valle scavata dal fosso omonimo.
Il sentiero, naturale ed insidioso, rimane sempre all’ombra dei faggi e delle roverelle di questa parte di foresta. Per questo, spesso è umido e scivoloso. Alcuni tratti veloci (soprattutto nella parte alte e nel finale) sono divertenti e spettacolari ma si alternano a sezioni più lente e tecniche. I guadi del fosso (ne abbiamo contati fino a 7) a volte costringono al piede a terra ed a piccoli tratti di “portage” tra le rocce.
Il trail è molto lungo e la concentrazione deve essere sempre massima anche se le forze cominciano a scarseggiare. Sicuramente i metri di dislivello superati e le difficoltà oggettive delle discese si faranno sentire.
Il ponte sul torrente Bidente segna la fine della discesa ma non delle fatiche di giornata. Per tornare alle macchine dobbiamo spingere la bici per circa 100m di dislivello su un ripido sentiero che poi diventa cementato fino a riemergere letteralmente nella statale.
Note: Il giro lungo e difficile, è consigliabile percorrerlo nel periodo estivo sfruttando il terreno secco della stagione, la minore presenza di foglie ed in generale una condizione di auspicabile bel tempo. Anche durante i periodi più caldi, l’ombreggiatura della foresta e la quota, consente di progredire per la maggior parte del giro con temperature gradevoli.
PS Se si vuole visualizzare un’animazione vedi qui:
https://ayvri.com/scene/7dj2p0x3ke/ckhkd9gi400013b7dezjlb9h1
oppure visitare il sito
www.ayvri.com ed eseguire ricerca con “Campigna e dintorni”
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Come arrivare al punto di partenza
Corniolo raggiungibile da Santa Sofia valle del Bidente
Cartina
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