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Colle di Valdobbiola e Valdobbia |
Altro giro esplorativo in alta Valle del Lys.
Questa volta scelgo il versante Ovest perché voglio fare la discesa dal Colle di Valdobbia. L’ avevo già messa nel mirino l’anno scorso salendo a piedi in avanscoperta fino all’ alpeggio di Cialfrezzo e mi son quindi detto: “minchia che discesa dev’essere, non me la devo perdere”! Se non che quel Gran Baloss Sgarlarüt del @Paiogs mi ha tolto la soddisfazione dello ius primae noctis …pazienza mi accontenterò di una sveltina solitaria.
Come tutti sanno per cominciare a scendere bisogna prima salire. Per non fare un banalissimo su&giù scelgo quindi di fare un giro ad anello salendo al Passo di Valdobbiola per poi traversare al Colle Valdobbia. Il primo tratto di sentiero sulle mappe non è segnato ma dalle notizie raccolte in loco non credo ci siano problemi. Desta qualche dubbio la percorribilità del tratto di raccordo tra il Valdobbiola e il Valdobbia. Però son fiducioso, del resto quando dici che ci vuoi andare con la MTB ti dicono tutti che non è possibile.
Start da Gressoney Saint Jean sulla morbida sterrata che costeggia il Lys fino alla località Tschmenoal poi un breve tratto su strada fino al bivo per Rong. Quattro tornanti e poco prima raggiungere quest’ultima località fine delle pedalate. Sulla destra della strada una palina con segnavia indica il sentiero per i Passi dell’ Alpetto (n° 9) e Valdobbiola (9a). La costante di tutti i sentieri di questa valle ha la particolarità che i primi 5/600 mt. di dislivello servono per superare il “gradino” molto ripido della parte bassa e questo non fa certo eccezione. Al termine del bosco si raggiungono gli alpeggi di Stafelte, si prosegue sempre su terreno ripido in un bel lariceto per poi sbucare, su terreno via via meno ripido, ad una bellissima baita isolata e poi ad un gruppo di altre baite ben conservate. Il sentiero non è molto evidente, qualche segnavia (n° 9) aiuta e comunque il percorso è abbastanza logico. Alla testata della valle si traversa il torrente e si sale all’ ultima baita. Qui siamo al bivio: a sinistra si proseguirebbe per il Passo dell’ Alpetto, noi dobbiamo puntare a destra; poco sopra alla baita si vedono i segnavia n° 9a. Ora il sentiero si riduce proprio ad una debole traccia che passa tra i massi su terreno impervio. Sono gli ultimi 300 mt. di dislivello ed il peso della bici sulle spalle si fa sentire. La traccia volta ancora a destra (salendo) e per qualche metro prosegue meno ripida. Si intuisce che manca ormai poco alla meta che si raggiunge finalmente in piano.
Modalità discesa on…si fa per dire: il versante che si deve scendere in traverso per raggiungere il sottostante Colle di Valdobbia non consente di fare tanto i Barlafuus. E’ molto ripido ed il terreno poco sincero, quindi i tratti in sella sono pochi, solo simbolici e con le chiappette sempre ben strette! Si raggiunge un tratto attrezzato con cavi che consente di scavalcare una crestina rocciosa, si scende con quale passo delicato (la bici in spalla non aiuta) e finalmente si è sul sentiero che risale al rifugio Sottile proprio al Passo una cinquantina di metri sopra.
Ora si che comincia la vera discesa!
La parte alta è il tipico sentiero naturale d’ alta quota con sassi di ogni ordine e grado, smossi, fissi, tondi e quadri ma sempre in sella belli barzotti e con un po’ di fantasia ci si diverte un mondo. Nella zona intermedia diminuisce la pendenza e si imbastrardisce un po’ il terreno. Si guida un po’ d’ astuzia e un po’ di fisico. Un breve tratto più liscio e piatto conduce al piatto forte della giornata: si arriva su una specie di balcone con affaccio sul fondovalle. Un vero orgasmo di sentiero, tecnico, difficile, ripido ma sempre fattibile (occhio solo che in alcuni punti è più esposto di quel che sembra FBL). Io ho fatto a piedi giusto un decina di metri su un tratto ripido di traverso, è sempre bagnato e mi ispirava poca confidenza.
Dopo questi 500 mt. D- si piomba letteralmente sulla strada, frullati e felici pronti per una cisterna di birra !
E’ un giro che consiglierei ? Boh, dipende, è il classico tour da ciclopirla-disagiato, un po’ masochista e tanto selvatico. I 1350 mt. di D+ non sono certo impossibili, ma la MTB si mette in spalla all’inizio e la si toglie solo per qualche brevissimo tratto dove si spinge per far riposare le spalle. Però salire in una valle selvaggia e solitaria (anime incontrate solo quelle di qualche bovino e qualche marmotta + quelle di una serie di Santi nominati a più riprese) ha, per me, un fascino particolare. Se il tratto tra i due colli fosse stato più ciclabile sarebbe stato meglio, ma anche così resta una discesa veramente molto molto bella, ed aggiunge al giro quel tocco pepato particolare. Eventualmente si può salire direttamente al Colle di Valdobbia e fare Up&Down.
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paiogs
29.06.2020 13:55