|
IL PIZ TRI DEI VOSTRI SOGNI |
Dedicato a Luca, Stefano e Rolando che hanno collaborato, creduto e vissuto con me questo ennesimo progetto divenuto realtà concreta per noi e per tutti voi.
NUOVO VIDEO DEL TOUR:
https://www.youtube.com/watch?v=wmtmI8k902Y&t=278s
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La partenza del tour è in quel di Edolo nella zona adiacente al campo sportivo. Abbiamo scelto di iniziare la scalata ad un mostro sacro come il Piz Tri dal lato ovest fino a mezza costa per poi passare al lato est per un semplice motivo: trovare la giusta combinazione di sentieri che ci avrebbero ricondotti a Edolo fino alle macchine evitando asfalto e cementate. Il risultato è qui da provare e da vivere fino in fondo. Saliamo su asfalto secondario in direzione Corteno Golgi deviando a sinistra dopo circa 300 mt per iniziare ufficialmente la lunga ascesa. Passeremo davanti al ristoro La Sturna quindi proseguiremo fino al passo del Faet ( 1.200 mt ). La zona è ricca di fontane d’acqua e durante tutto il tragitto non avrete mai problemi a trovare rinfresco rigenerativo dissetandovi ogni qual volta lo vorrete. Dal Faet proseguite per circa 500 mt lineari fino a deviare a destra notando una cementata. Da qui inizia un breve tratto impegnativo che vi condurrà prima al Pra del Bis ( 1197 mt ) quindi nella zona picnic del Vederdei ( 1284 mt ). Da questo punto di sarà un tratto in discesa in sottobosco dove perderete quota di circa 140 mt in zona Campaccio. Pedalerete su un’antica mulattiera che vi condurrà velocemente in quel di Lezza ( 1129 mt ). Il nome della frazione posta a Nord di Malonno sul versante destro della valle, quasi sicuramente deriva dalla parola dialettale camuna "lesha" = slitta o carro adibito al trasporto di materiale scavato da cave o miniere. Questa lettura etimologica può essere giustificata dal fatto che nella zona, posta al confine col territorio del comune di Edolo, vi erano in passato delle zone minerarie e delle miniere. Noterete subito la bellezza di questa parte della montagna che baciata dal sole offrirà a voi uno scenario da film. Continuiamo la nostra ascesa da prendere con il giusto ritmo passando per Olta del goi lonc per giungere a Fienili Vent ( 1706 mt ). Qui davvero dovrete fermarvi per qualche minuto per ammirare la valle che si apre e che si mostra a voi con un gioco di sublime bellezza. Sono presenti delle sculture in legno e la più originale è una fontana d’acqua dove dalla bocca di un viso intagliato nel legno sgorga la fresca acqua di questa valle. Già da questo primo tratto noterete davanti a voi l’Adamello, Il Piz De Olda e Pian della Regina. Una cartolina da incorniciare nel vostro album personale. Proseguiamo sempre in direzione sud e gradualmente il bosco scomparirà per lasciare posto a spazi aperti propri dell’alta montagna. Da qui saranno possibili avvistamenti di aquile , camosci, stambecchi e altri animali. Pedalerete immersi nella natura tra rododendri, genzianelle e mille colori e profumi montani. Respirate profondamente e fatevi forza perché dopo circa una mezzoretta, arriverete alla Malga Campello di Landò ( 1839 mt ). Da questo punto inizia la parte finale della scalata, la più dura ma anche la più spettacolare. Sarà tutta quanta su un sentiero smosso, composto da pietre di media grandezza, dove faticherete a trovare la giusta pedalata e ogni tanto servirà un colpo di reni per avanzare. Il mio consiglio in questo tratto è di fermarvi quando sarete al limite e riprendere le forze. Nello stesso momento guardatevi intorno perché la bellezza della Valcamonica qui si manifesta ai massimi livelli. Anche per i più allenati sarà una bella prova di resistenza. Superato questo tratto intermedio il sentiero diventerà più agevole e la cima oramai diventa sempre più vicina. Dai 2.150 mt circa starete in sella fino a giungere a pochi metri dalla croce. Una volta scesi, lasciando la mtb, salite a piedi in due minuti per guadagnare la croce nonché la sommità del Piz Tri ( 2.308 mt ). Da qui si può godere di un panorama che è davvero insuperabile: la Concarena, le prealpi bresciane,( si vedevano i Radar del Maniva) il gruppo dell'Adamello con le cime del Blumone, del Badile e del Re di Castello, il gruppo del Baitone, le cime del gruppo Ortles-Cevedale, i ghiacciai del Bernina, il parco dello Stelvio, le Orobie e la vicina Valtellina. E’ uno dei più bei panorami che abbia mai visto nella mia vita. E lo dico davvero con una gioia interiore immensa. Prima di parlare della discesa ora vorrei raccontarvi un po’ di storia di questi luoghi perché “Un popolo senza memoria, è un popolo senza futuro!”.
Dobbiamo citare quindi Terza Linea, che dal Piz Tri al Piz Ulda si snodava tra i territori di Malonno e Sonico. Questa linea costituiva insieme a quella di Forno Allione buona parte del Terzo Sistema Difensivo, ovvero l’ultimo complesso di sbarramenti e fortificazioni a difesa della Valle Camonica. Lo sbarramento è continuo e va dal versante orografico destro al fondovalle, passando alle spalle della sede di Inexodus. In seguito attraversa il fondovalle in direzione est, per poi risalire il versante sinistro facendo perno sui dossi di Caàl, Frèra, Föbbia, Pagaröl per piegare infine decisamente verso sud-est puntando la sommità del Piz Olda, dalla quale prosegue nella Linea di Forno Allione giù per la Val Saviore. Lo sbarramento fortificato, che doveva impedire l’eventuale discesa dell’esercito austriaco lungo la valle in direzione di Brescia, era stato disposto in modo da bloccare trasversalmente l’asse stradale e il corso dell’Oglio. Di recente il gruppo Alpini ha provveduto s sistemare alcune trincee per renderle visitabili. Il mio consiglio è di andare vederle ripercorrendo la storia della nostra Italia. Bene, prepariamoci per la discesa. Vi anticipo che saranno 12 km infiniti di singletrak da sballo con 1.620 mt passivi da divorare in un sol boccone. Tenete sottocontrollo il gps perché le successioni dei bivi nonché alcuni tagli compiuti attraversando calpestii di fungaioli e traversini nel bosco, sono ben chiare ma non essendo in alcuni punti presenti nelle open, è buona cosa seguire la traccia millimetricamente. Dalla Croce del Piz Tri riprendiamo la mtb e scendiamo da dove siamo venuti sino al bivio posto a circa 2.080 mt dove seguiremo il sentiero n.95. Sarà un orgasmo puro fino alle Baite Brunò ( 1.506 mt ). Da questo punto deviamo a sinistra e tutto in sottobosco misto di flow, radici, foglie con traiettorie soggettive, raggiungeremo il Faeto ( 1.000 mt ). Ora attenzione ai passaggi nel bosco su calpestio , seguendo la traccia, affronteremo un veloce falsopiano in direzione delle Colombine ( 787 mt ). Quindi un ultimo tratto vertical tutto d’un fiato sino a raggiungere il ponte del torrente Ogliolo. Attraversatelo e poco dopo , in un campo d’erba, giungerete a pochi metri dalle vostre macchine.
GIRO CONSIGLIATO PER MOUNTAIN BIKE ALL MOUNTAIN O ENDURO e E-BIKE
BUONA PEDALATA
Scarica la nostra app gratuita per navigare gli itinerari e mandarli al Garmin: ANDROID, iOS
Come arrivare al punto di partenza
EDOLO (BS) - PARCHEGGIO DI FIANCO CENTRO SPORTIVO
Cartina
Se l'itinerario è incompleto o presenta dei problemi segnalacelo attraverso il nostro modulo di contatto: Modulo di contatto.
Commenti
motopisolo
23.06.2019 18:28
La salita dura dura e infinita ma non si può fare diversamente
La discesa mi ha deluso, forse le aspettative erano altre visto gli aggettivi usati in questa presentazione del giro
Mi ha divertito solo nella parte centrale nel bosco
Magari è la più bella possibile ma non è stata orgasmica
Voto 6.5
Come al solito grazie di aver condiviso la traccia