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GUGLIELMO - DOSSO PEDALTA - CARAVINA E LE 13 PIANTE |
Lasciamo le macchine nel comodo parcheggio di Cislano adiacente ad un chiosco, dove potrete al ritorno fermarvi a bere qualcosa, senza problemi ti tempi di sosta. Scenderemo per circa un chilometro su strada asfaltata, fino all’imbocco della salita iniziale in via Della Rota. Questa parte generalmente rimane in ombra alla mattina e se anche l’asfalto scorrerà sotto le vostre gomme, la bellezza dei panorami si farà subito notare. La cornice del lago d’Iseo irromperà fin dalle prime pedalate nel vostro spazio visivo e tutto ciò allieterà la fatica a cui andrete incontro. Mi è capitato più volte in questa zona di avere la fortuna di incontrare scoiattoli e volpi. Questo per farvi capire come questa terra sia tutto sommato ancora incontaminata con la possibilità di vivere emozioni infinite a contato con la natura. Su fondo scorrevole giungeremo , con uno strappo finale, alla croce di Marone posta a 1166 mt. Adiacente noterete un primo rifugio ristorante dove se vorrete rifocillarvi è il momento giusto perché poi avrete ancora un bel pezzo per giungere in cima. Per vostra conoscenza in questo tratti, il 9 Novembre 1943, sui monti a cavallo tra il Sebino e la Valtrompia, si consumò la prima battaglia di Liberazione bresciana. Qui si scontrarono truppe nazi-fasciste e i partigiani locali e sempre qui la libertà pretese il primo tributo di sangue a cui ne seguirono molti altri alle pendici del Monte Guglielmo, che portarono alla liberazione del territorio. Ogni anno i gruppi Anpi della Valtrompia e del Sebino, con le tre sottosezioni di Gardone Valtrompia, Provaglio ed Iseo commemorano quegli eventi con un vero e proprio pellegrinaggio alla lapide che rende omaggio ai caduti partigiani. Da questo punto inizia la seconda parte di salita al Guglielmo o Gòlem ( in bresciano ). Sarà quella più dura, ve lo anticipo. Infatti appena dopo la croce di Marone ci sono subito un paio di cementate con pendenza notevole per poi tornare su mulattiera comoda, dove sarà importante trovare la giusta cadenza di pedalata. Proseguiremo in sottobosco e dopo una serie di tornanti, sbucheremo all’aperto con vista sulla Valtrompia da mille e una favola. Continuando ci avvicineremo alla prima Malga di Sotto ( 1571 mt ) dove subito dopo un paio di pozze di raccolta acqua piovana rispecchieranno dentro di loro il sole e le nuvole. La successiva malga che incontrerete sarà la famosa Malga Guglielmo di Sopra ( 1744 mt ) o Malga Palmarusso. Qui vi consiglio di prendere un attimo di fiato perché alla cima manca poco ma avrete l’ultima insidiosa rampa cementata che vi condurrà al Rifugio Almici. In questo “ristoro” troverete dei prodotti locali davvero buoni e soprattutto la simpatica compagnia dei gestori. Da questo momento ci siamo quasi: oltrepassiamo una sbarra per terminare su sentiero che ci condurrà al monumento del Redentore quindi in cima al Gòlem. Il monumento campeggia sulla vetta del Monte Guglielmo, a circa 1950 metri di altitudine, voluto, proprio sul monte, agli inizi del XX secolo come uno dei venti (uno per secolo) monumenti al Redentore eretti sulle cime italiane. I lavori furono condotti dal padre del futuro Papa Paolo VI, Giorgio Montini: il 24 Agosto del 1902 fu inaugurata la cappella ( Giovanni Battista Montini aveva 5 anni) , alta venti metri con una grande croce di ferro che, successivamente lasciata cadere in rovina, fu ricostruita nel 1967, su espresso volere di Papa Paolo VI; da allora la terza settimana di luglio si compie il pellegrinaggio sulla vetta bresciana per rendere omaggio alla Madonna dell’Accoglienza ed anche al Pontefice Paolo VI.. Da ricordare che questa Chiesa è anche la meta dell’associazione culturale che da diversi anni organizza le attività intorno all’edificio religioso da sempre apprezzato anche come perla dell’arte bresciana: sono celebri i suoi mosaici montati all’esterno, il portale di bronzo che ricorda la figura di un altro papa: Giovanni Paolo II e quello nuovo che poggia sull’altare. Bene. Cominciamo ora la lunga discesa in All Mountain Style in cresta. Dal monumento torniamo verso il rifugio Almici fino al bivio dove terremo la destra per affrontare le creste panoramiche. Ci sarà un tratto a spinta spettacolare con skyline da brivido e ne varrà la pena. Giungeremo al Dosso Pedalta ( 1957 mt ) che sarà il punto più alto del tour. Da qui ancora cresta sino a giungere a Punta Caravina ( 1850 mt ). Troverete un indicatore con i tubicini per dare un nome alle montagne attorno a voi. Anche questo punto è davvero magico e nelle giornate di pieno sole vi mancherà il respiro per le bellezze che vi circondano. Da questo momento la prima parte dura è finita quindi un trasferimento su singletrack quasi tutto pedalato vi porterà a alla mulattiera che scende dall’Almici per imboccare il n.227a. Inizia la picchiata verso valle e raggiungendo il Roccolo della Caravina. Ci sarà in questo tratto un pezzo da oltrepassare con la mtb a spinta: sarà l’ultima volta. Arriverete nei prati discesi dove è presente una pozza d'alpeggio nei pressi del Monte Agolo ( 1366 mt ) e noterete le cosiddette «Tredici Piante» ( 1350 mt )., un caratteristico gruppo di 13 faggi che si staglia sulla cresta sommitale. Qui la foto è d’obbligo. Si continua su sentiero che taglierà la forestale in diversi tratti. Vi capiterà, in alcuni periodi dell’anno, di trovare un po’ di fogliame. La velocità non sarà mai eccessiva quindi la guidabilità della bike sarà concessa senza problemi. Passerete per il bellissimo Bosco degli Gnomi dove ci saranno delle sculture in legno lavorate a mano assolutamente da non perdere! Queste sculture sono opera del "Rosso", Luigi Zatti, uno scultore locale che ha saputo lavorare il legno in maniera romantica e unica, dandogli la forma di gnomi tipici delle leggende scandinave, regalando così al visitatore degli "accompagnatori" simpatici e divertentissimi. Se volete fermarvi, visto che passerete proprio davanti alla casetta Del Rosso vivrete un’esperienza indimenticabile. Siamo alla fine del tour…purtroppo…. Infatti su ciottolato arriveremo a Zone e quindi alle macchine. Una cosa importante: se vorrete evitare le creste del Guglielmo per passare direttamente alla discesa, basterà semplicemente dal Redentore tornare al rifugio Almici e poco sotto imboccare il n.227a. Io ve le consiglio….fate vobis.
GIRO CONSIGLIATO PER MOUNTAIN BIKE ALL MOUNTAIN O ENDURO e E-BIKE
BUONA PEDALATA
GIULIEN
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