LIMONE - COSTE DI REAMOL, LARICI, LA CICLABILE SOSPESA

La partenza è prevista nella zona adiacente al palazzetto dello Sport di Limone sul Garda. Saliremo subito con buone pendenze su strada principale verso la frazione di Vesio. La bellezza del Garda Lake si farà notare e apprezzare da subito e portate pazienza in questo primo tratto ma non abbiamo tante soluzioni se non l’asfalto. Giunti poco prima del centro di Vesio devieremo verso destro e ci porteremo verso l’ascesa nella bellissima Val di Bondo, rigogliosa di ombra e di piccoli rigagnoli d’acqua che confluiscono nel torrente che prende il nome della valle. Questo tratto è particolarmente suggestivo in quanto la serenità e silenziosità percepita è notevole. Se siete fortunati incontrerete qualche scoiattolo che simpaticamente danzerà sopra di voi sugli alberi facendovi capire quanto questa zona sia immersa nella natura. Nello stesso tempo, purtroppo, noterete ogni tanto qualche albero annerito dalla bruciature da alcuni incendi che hanno colpito il perimetro attorno a voi. Succede anche questo…. Mentre pedalate incontrerete anche la numerazione progressiva dei tornanti per giungere al passo Nota. Avrete modo di fermarvi , prima del bivio con il Tremalzo, al rifugio Alpini fratelli Perdercini dove un simpaticissimo gestore in una struttura variopinta e colorata saprà darvi il giusto calore. Proseguiamo ora verso il Rifugio Passo Nota ( 1208 mt) dove la sosta con foto vicino al cannone militare è un must. Qui l’ennesimo paradiso nonché un pezzo della storia d’Italia. Il passo è costituito da un ampio declivio erboso; lo raggiungeva "una strada buona da carri" già prima nel '400 dalla Val di Ledro, che scendeva verso la riviera gardesana attraverso la Valle di Bondo. Costituiva in pratica l'unico valico agevole tra Ledro e Giudicarie e la valle del Garda. Veicolava naturalmente il traffico di merci e forza lavoro tra le due vallate, da sempre appartenenti a potenze diverse e contrapposte. Valicato da Niccolò Piccinino diretto all'assedio di Brescia nel 1438, lo troviamo nelle relazioni dei funzionari Veneziani del '600 che ne progettavano la difesa contro eventuali penetrazioni dal Trentino, delineando criteri di occupazione che sarebbero stati ricalcati e potenziati durante la Prima Guerra Mondiale: veniva già allora riconosciuto il ruolo determinante di un presidio sul Monte Corno che avrebbe consentito il controllo del passo con effettivi meno ingenti di quelli necessari per una difesa diretta sul valico. Caduta la presa della Serenissima, il Passo potè essere attraversato in entrambe le direzioni da eserciti e sbandati, invasori e fuggiaschi; nel 1703 fu teatro dello scontro, commemorato dalla bandiera metallica oggi presente, in cui gli Shutzen fermarono le truppe Francesi dirette a nord. Tra gli illustri che lo percorsero, il Generale Vendome che con le guerre di Indipendenza iniziò a essere interessato dai flussi di reparti imperiali diretti a contrastarla. Quindi nel 1796 gli Austriaci sconfitti a Lonato dai Francesi, nel 1859 gli Austriaci che andavano a combattere a S. Martino e Solferino, nel 1866 alcuni reparti garibaldini che si preparavano alla battaglia di Bezzecca: sarà ferito qui Carlo Pisacane. Consolidato il confine italo Austriaco, vi furono realizzate a breve distanza le due caserme delle rispettive Guardie di Finanza, quella italiana oggi sede del Rifugio degli Alpini, dislocate per contrastare il flusso del contrabbando lungo i numerosi sentieri e il passaggio di numerosi strani turisti che raccoglievano informazioni sull'opposto schieramento, benchè Italia e Austria fossero legate da un trattato di mutua difesa sulla fedeltà italiana al quale gli Austriaci furono sempre dubbiosi. Scoppiata la Guerra nel 1914, i maschi abili alla leva della val di Ledro vennero arruolati e inviati sul fronte orientale, lasciando a presidio principalmente truppe territoriali. Verso la fine del 1915 alcuni, abili fabbricanti di chiodi per scarponi (ciodaroi, fabrricanti di "broche"), prodotto considerato strategico la cui produzione era concentrata in val di Ledro, furono ritirati dal fronte e concentrati a Viehofen in una fabbrica che serviva le forniture militari. Il grosso della popolazione fu invece evacuato e trasferito in Boemia, spesso in condizioni di sostanziale detenzione anche a causa di sospetti di simpatie filoitaliane: centinaia di famiglie trascorsero il resto della guerra in grandi campi, tra cui Mittendorf e Katzenau, oppure alloggiati e impiegati nelle fattorie boeme.
Con l'entrata in guerra italiana nel 1915, le linee imperiali, costrette alla difensiva sul fronte Russo, furono arretrate sul versante settentrionale della val di Ledro, per operare un accorciamento di fronte e avvalersi della piazzaforte blindata di Riva e delle creste dominanti su cui erano state realizzate le prime linee difensive. Gli italiani incalzarono solo cautamente il ripiegamento austriaco, avanzando lentamente verso il fondovalle di Ledro e impiegando diversi mesi prima di sloggiare gli ultimi capisaldi austriaci dal versante meridionale, occupando successivamente alcune posizioni su quello settentrionale. Notevole il lungo assalto necessario per prendere l'avamposto principale austriaco del Nodic. Nei pressi del Passo, in corrispondenza dei due odierni Rifugi degli Alpini, fu dislocato il Comando di Sossotettore IV Bis; da qui partiva verso est la linea arretrata di combattimento (sui crinali del Carone, Rocchetta, Guil fino a Punta Larici, per chiudersi a lago sul complesso d'artiglieria del Corno di Reamòl. Qui erano dislocate numerose batterie di artiglieria, in perenne duello con quelle imperiali. Più avanti, lungo i crinali settentrionali, erano dislocate le posizioni della linea di combattimento, fino agli avamposti oltre il fondovalle. In corrispondenza del Passo, vista la rilevanza strategica di un valico che avrebbe potuto condurre alle spalle del fronte lungo la riviera gardesana, venne costituito un potente complesso difensivo dislocato in profondità e fiancheggiato dalle posizioni di Monte Corno, Cima Tiveign, Cima Bandiera, Monte Traversole: un complesso di trincee e postazioni di mitragliatrici e artiglieria scaglionato, secondo le dottrine correnti, su più linee successive di avamposti, trincee e posizioni di rincalzo. Quest'area fu teatro, sopratutto nei primi mesi di guerra, di continui duelli d'artiglieria, azioni di pattuglie e operazioni d'assalto volte a consolidare il possesso italiano della fascia fino alla Val di Ledro. Il settore fu oggetto di almeno una visita del Re Vittorio Emanuele III. La difesa del passo fu affidata a linee trincerate dislocate in profondità in corrispondenza del valico e ad avamposti posti sulle vette circostanti (Monte Nota, Monte Corno, Cima Tiveign, Monte Carone), inseriti in una fronte di postazioni con funzioni di tiro diretto verso la fronte nemica e tiro di fiancheggiamento incrociato sulle vie di eventuale penetrazione. Ebbene….la nostra Italia è davvero ricca di storia…. Proseguiamo ora verso la mulattiera che troviamo alla sinistra del rifugio verso Passo Bestana ( 1286 mt) quindi Bocca dei Fortini ( 1.243 mt ). A questo punto l’ascesa sarà quasi terminata. Proseguendo infatti verso Passo Guil (1209 mt ) il Garda Lake si mostrerà a voi già da Baita Segala ed il sapore degli aghi dei pini vi riempirà di felicità. Giunti al Passo attenzione che dovremo deviare sinistra poi subito destra con lo strappo finale per i Prati di Guil( 1240 mt ). Ora ci siamo. Giunge il momento di riprendere fiato e prepararsi per l’adrenalinica nonché super panoramica discesa. Il primo tratto vi porterà a Passo Rocchetta (1159 mt ) letteralmente sospesi sul Garda con uno skyline spettacolare. Da questo istante massima attenzione e concentrazione. Dopo la foto di rito sulle prime cresta iniziano quelle di Reamol. Ci sarà un veloce tratto ghiaioso da oltrepassare con cautela visti i circa 900 mt di vuoto sotto di voi poi per il resto, sempre con massima lucidità, si possono fare per giungere sotto Bocca dei Larici ( 881 mt ). Saliamo sulla cresta superiore per l’ennesima foto di rito. Riprendiamo quindi la mtb e affrontiamo sul 422a le creste del Larici. Anche qui molta attenzione perché seppur panoramico, adrenalinico ed orgasmico, sotto di voi il vuoto c’è…. Proseguiamo in sella fino a deviare a sinistra: questo tratto non è segnalato da polacchini e dovrete fare molta attenzione alla traccia. L’abbiamo scelto per evitare un tratto vertical finale molto pericolo. Con questa soluzione giungerete sul sentiero de Palaer con arrivo a Pregasina. Qui ci sono delle fontane d’acqua dove dissetarvi prima dell’ultimo tratto di discesa. In pochi istanti saremo infatti davanti alla statua Regina Mundi con l’ennesimo capolavoro di panorama. Da questo momento inizia la discesa Trota. Attenzione perché non sarà una passeggiata. Non avremo strapiombi ma bensì passaggi tecnici su un terreno generalmente sassoso, smosso e asciutto. Tuttavia sempre un piacere farla. Sbucherete poco prima della galleria di Riva del Garda. Qui ora dovremo girare a destra in direzione Limone. Tratto di trasferimento prima dell’inizio dell’ultima chicca della giornata: la bellissima ciclabile sospesa sul Garda Lake che troverete dopo un paio di km circa sulla vostra sinistra. Non voglio descriverla troppo…per lasciarvi l’emozione di gustarla come premio di un tour memorabile nella nostra terra. Giunti in centro a Limone sul Garda, ancora poche pedalate e saremo alle macchine.


GIRO CONSIGLIATO PER MOUNTAIN BIKE ALL MOUNTAIN O ENDURO e E-BIKE

BUONA PEDALATA

GIULIEN




Come arrivare al punto di partenza

LIMONE SUL GARDA (BS) - PARCHEGGIO GRATUITO ZONA PALAZZETTO DELLO SPORT

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Inserito da
Giulien
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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
02.06.2019
Località
LIMONE SULGARDA (BS)
Regione
Lombardia
Tempo Percorrenza
6 ORE
Distanza
37.0 km
Dislivello
1.500 MT
Difficoltà tecnica
MEDIO
Condizione fisica
MEDIO
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