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Voglia di Gravel |
Sono le 6:20 quando inizio a pedalare verso Fossà su strade ancora deserte e silenziose. All’orizzonte Il sole sta sorgendo , sembra proprio una bella giornata di primavera. Che illusione pochi chilometri e il sole scompare. Arrivando a Boccafossa, m'immergo in una fitta nebbia. Accendo i faretti e tolgo gli occhiali appannati; l'umidità penetra le ossa, si condensa su casco naso e ciglia gocciolando, decido di aumentare il ritmo per non raffreddarmi. Raggiunto il ponte di La Salute di Livenza, inizia un tratto gravelloso e mi riscaldo raggiungendo l'argine sterrato del giralivenza. Mi ritrovo a pedalare in un ambiente surreale, senza punti di riferimento seguo la traccia che due metri davanti a me si perde nella nebbia, non accendo il garmin il percorso lungo l’argine è obbligato. Arrivato a Cà Corniani il tempo migliora e raggiunto Caorle compare un pallido sole, tolgo mantellina e scaldacollo; costeggio i Casoni e arrivo al mare; faccio due foto e provo a raggiungere la battigia ma la gravel dopo pochi metri sprofonda; capisco che non è il suo terreno, ma a me piacciono le sfide, così scendo e mi trovo a spingere rimpiangendo la mia Fat; nel mentre due ragazzi in mtb mi superano allegramente. Il morale scende con me dalla bici, faccio un 50 metri a piedi. L’impronta delle ruote di un camion sulla sabbia che vanno verso la battigia mi spingono a risalire in bici per seguirle, le mtb volano all'orizzonte. Raggiungo il mare con molta, molta fatica, seguo la battigia zigzagando fra tronchi, alghe e canneti ammucchiati alla rinfusa dalle mareggiate sulla spiaggia. La bassa marea mi agevola permettendomi di seguire un bagnasciuga molto compatto e scaricare tutta la potenza che ho, sui pedali; ora viaggio con un buon ritmo. Decido di lanciare una sfida alle mtb che pedalano più all'interno su sabbia più soffice, dove io non potrei avventurarmi; mi sto avvicinando e con un'ultimo sforzo li affianco mentre in lontananza cercatori di conchiglie alzando la testa dalla loro ricerca sembrano gustarsi la sfida con curiosità; faccio un cenno di saluto, scalo un rapporto e li supero pedalando fino alla caratteristica chiesetta che segna la fine della grande spiaggia (non ci speravo). Una foto e raggiungo il centro di Caorle, cerco un bar aperto ma è tutto deserto, così proseguo per Porto Santa Margherita dove raggiungo il lungomare cementato che pedalo fino al campeggio Altanea facendomi cullare dallo sciabordare del mare, terapeutico. Raggiungo il Brian, e ne costeggio l'argine gravelloso fino alla Laguna del Mort. Il sentierino che la costeggia è sabbioso e interrotto da numerose pozzanghere salmastre, penso di non farcela, ma in agilità e dosando la potenza sui pedali le supero godendomi la laguna e il caldo tepore del sole, soddisfazione. Ora mi tocca asfalto fino ad Eraclea dove mi raggiunge un trenino di stradisti, mi accodo e collaboro per raggiungere velocemente San Donà di Piave via Cà Pirami. La mia bici cigola, ruote da 38, sporca di sabbia e fango stona in gruppo, ma viaggia veloce, tiene il ritmo, non molla. Dopo i saluti di rito, prendo la ciclabile lungo il Piave fino a Noventa e rientro al punto di partenza. Lunghi tratti sterrati, ghiaiosi, sabbiosi, il mare e l’immensa spiaggia di Caorle ma anche asfalto, quanto basta per un bel giro gravel.
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Come arrivare al punto di partenza
Parcheggio Via del Perer, San Donà di Piave (ve)
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