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Marocco, da Do Bab Ali a N’koub |
Dopo tre giorni di stretta convivenza il gruppo, anche se disomogeneo come età ed esperienza in bici, è piuttosto affiatato. Le battute si sprecano già di prima mattina e la lunga pedalata di ieri con arrivo in notturna, la cena all’aperto in mezzo al deserto e la notte trascorsa dormendo a stretto contatto col terreno hanno contribuito a cementare questo affiatamento. Il risveglio al camp è fantastico. Quello che non abbiamo potuto vedere ieri sera per l’arrivo con il buio lo vediamo adesso. Una serie di pinnacoli si ergono altissimi a poca distanza dalle nostre tende, e io non vedo l’ora di partire per poterli raggiungere.
Durante l’ottima colazione, Ale Tedesco ci dice che ci avvicineremo ai pinnacoli in mountain bike fin dove sarà possibile pedalare, e poi chi vorrà potrà lasciare le bici e raggiungerli a piedi. Io e Alessandro ci guardiamo un attimo e ci capiamo al volo: a piedi? Si, con la bici in spalla però, perché una discesa dalla base di quei magnifici pinnacoli non ce la leva nessuno! Oltretutto li stiamo già guardando con occhio fotografico, pregustandoci degli scatti veramente particolari! Il sole spunta dalle montagne e si parte, breve pedalata fino alla fine della pista e poi ci dividiamo; i trailers lasciano la bici e partono di corsa, io e Alessandro procediamo con il “portage” e parte del gruppo aspetta il nostro ritorno.
Dopo un primo tratto sconnesso, il sentiero diventa meno ripido e con nostra sorpresa possiamo riprendere a pedalare.
Continuiamo a salire e ci avviciniamo sempre più al gigantesco pinnacolo.
Ormai siamo vicinissimi e le proporzioni cambiano continuamente.
Più su di cosi non si può andare, adesso lo aggiriamo.
Appena arrivati dalla parte opposta, lo spettacolo è favoloso, sembra di essere in Arizona.
Comincia adesso la discesa, studiamo la linea migliore e ci buttiamo sulla massima pendenza.
Le gomme scivolano da tutte le parti, bisogna avere una sensibilità particolare e lasciare scendere la bici solo con qualche spostamento del corpo.
La linea che abbiamo scelto si rivela quella giusta, le parti tecniche si alternano a quelle scorrevoli e scendiamo con il fantastico panorama degli altopiani deserti.
Alessandro supera un ultimo gradone di roccia
e poi ancora giù, “surfando” sulle gobbe naturali della base del pinnacolo.
Adesso il sentiero passa tra infinite rocce e alla fine di questa fantastica esperienza ritorniamo sulla pista con un ultimo saluto a questa parte del deserto.
Anche oggi il Marocco ci ha regalato panorami spettacolari che, credo, nessuno di noi si sarebbe aspettato!
Proseguiamo lungo una bella valle con tante oasi e piccoli villaggi e poi risaliamo alcuni tornanti per portarci sull’altopiano dalla parte opposta, la valle è un incanto.
Alla fine della salita un breve riposo con un po’ di calorie che ci vengono da datteri, fichi, noccioline e mandarini e riprendiamo a pedalare.
Ci aspetta un lungo tratto in pianura, ma la temperatura è ottimale e procediamo spediti.
Ogni tanto però una sosta all’ombra non guasta.
Oggi la tappa non è lunga e in breve arriviamo alla strada asfaltata che ci conduce alla nostra meta, il paese di N’Koub.
Poco prima dell’arrivo comincia la saga del simpatico Danilo, che impersonandosi nel mitico Baronchelli, compie un potente scatto per portarsi al primo posto proprio all’ingresso del paese. Arrivati all’albergo, ci aspetta un’ultima sorpresa, il paese infatti sorge ai margini di una vastissima e splendida oasi.
Ci sistemiamo nelle camere, doccia e pranzo verso le 15 con l’immancabile Tajine. Pomeriggio libero con visita al paese e relax con il tipico Hammam, il bagno arabo rigorosamente separato per sessi.
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Come arrivare al punto di partenza
Marocco, Do Bab Ali
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