Marocco, da Boutghrar a Do Bab Ali


Dopo una abbondante colazione ripartiamo alla scoperta di questa parte dell’altopiano.
L’aria è piuttosto fresca e ci infiliamo le giacche antivento, ma tempo dieci minuti, appena il sole comincia a scaldare, la temperatura è già perfetta e continuiamo in maniche corte. Ieri sera Ale Tedesco, solito burlone, ci aveva detto che i primi km sarebbero stati di trasferimento su asfalto e invece ecco che si apre davanti a noi uno spettacolo sublime: la valle che stiamo attraversando è completamente rossa
e ai lati della pista si susseguono senza sosta profondi avallamenti, grossi gobboni, grandi rocce dalle mille sfumature di colore dal rosa al rosso intenso.
Non riusciamo a resistere e ci buttiamo subito fuoristrada, questa valle sembra fatta apposta per divertirsi in mountain bike!
Su e giù, avanti e indietro, le gomme hanno un grip perfetto e si riescono a disegnare le traiettorie più strane e divertenti.
Ogni cento metri lo scenario cambia e ci fermiamo spesso per scattare tantissime foto.
E’ uno dei posti più belli che abbia mai visto e Alessandro, che qualche anno fa è stato nella famosa Moab in Utah, una delle mecche della mountain bike mondiale, mi confessa che secondo lui qui è molto meglio che in America, sarebbe da passarci una giornata intera a divertirsi e fare foto e video.
Purtroppo la tappa di oggi sarà molto lunga e gli organizzatori Ale e Franco ci invitano a proseguire dicendoci che le sorprese non sono certo finite qui!
Continuiamo allora lungo la splendida valle dai mille colori, cercando però di evitare il più possibile la pista battuta e avanzando invece sulle rosse dune di roccia e sabbia compatta.
Aumenta cosi il nostro dislivello totale e la nostra fatica, ma sicuramente anche il nostro divertimento.
Arriviamo ad un pianoro e troviamo una famiglia berbera accampata sui bordi del fiume, con tenda, dromedari, capre e tutto quello che può servire alla sopravvivenza nel deserto.
La valle adesso si stringe e comincia a scendere, sempre in mezzo a belle rocce.
Improvvisamente, dietro una curva, ci si prospetta uno scenario indimenticabile: un antico villaggio fortificato sorge proprio alla fine della valle e, se non fosse per le sue forme squadrate, si mimetizzerebbe con le montagne circostanti, che hanno gli stessi colori delle case.
Il contrasto con l’azzurro del cielo è incredibile e Alessandro non si lascia scappare neanche una inquadratura.
All’uscita del paese il rosso di rocce e sabbia arriva a tonalità che non sembrano reali e noi siamo sempre più stupefatti e felici di essere in Marocco!
Adesso un breve trasferimento su asfalto e arriviamo alla città di Oued Dades che sorge intorno ad una estesissima oasi.
Una breve sosta per una caffè o un the marocchino in un bar panoramico e ripartiamo verso le montagne. Oggi è infatti prevista la scalata al punto più alto del tour, il passo del col Tazazert a 2300 metri di quota. Dopo essere passati vicino ad un gruppo di dromedari ci inoltriamo nella lunga valle che si inoltra nel Jebel Saghro.
A metà salita ci ricompattiamo e aspettiamo il fuoristrada, anche perché sappiamo che la nostra guida Hassan porta sempre con se una buona dose di fichi secchi, frutta secca mista, datteri, mandarini e la preziosa acqua che, visto il clima secco, consumiamo in grande quantità. Dopo esserci ripresi per bene, affrontiamo la seconda parte della salita, che è quella vera: terreno sconnesso, pendenza che aumenta e vari tornanti per salire al passo.
Si sale fra le imponenti montagne dell’Atlante, siamo ormai a 2000 metri quando la strada spiana, arriviamo in un vasto pianoro erboso e i nostri cuochi ci stanno aspettando con le stuoie già apparecchiate.
Sono ormai le 15 e siamo tutti piuttosto affamati, perciò non ci facciamo pregare per buttarci sul gigantesco vassoio di Tajine (oggi nella versione mqualli con pollo limone e olive).
Ripartiamo verso il sospirato passo, mancano ancora 300 m. di dislivello che affrontiamo con rinnovato vigore.
Alle 16 siamo in cima, ce l’abbiamo fatta, e ci godiamo il panorama che da quassù è impressionante.
Subito sotto il passo c’è un alberghetto e qualcuno ne approfitta per un caffè. Ad un certo momento vediamo in un angolo un ragazzo biondo con barba foltissima che si sta rammendando i pantaloni ormai completamente lisi. Gli chiediamo cosa fa li, lui ci fa vedere il suo “cancello” in acciaio ricoperto di borse e ci dice che è svedese e sta pedalando dalla Svezia al Sudafrica, tempo previsto due anni. Il nostro mitico Danilo allora, (più tardi soprannominato Baronchelli per i suoi scatti vincenti alla fine di ogni tappa), apre la sua valigia e gli regala un paio di pantaloncini da ciclista nuovi di zecca.
bisogna ripartire piuttosto in fretta, perché ci aspetta una lunghissima discesa di 15 km e fra meno di un’ora sarà buio.
Nonostante il tempo sia poco, continuiamo però a fermarci per fotografare perché il panorama è formidabile
e continua a cambiare ad ogni curva, in più i colori sono resi ancora più caldi dall’imminente tramonto.
Si scende in ordine sparso, chi veloce, chi più prudente, chi fotografa e chi è rallentato da bucature varie.
Ecco il tramonto, i colori sono fantastici, ultime foto e poi via verso il camp, fra pochissimo sarà buio e non tutti hanno i faretti notturni.
Arriviamo in pochi con le ultime luci della sera, ma dovremo aspettare più di una mezz’ora per vedere sbucare nel buio completo gli ultimi accompagnati dai fari del fuoristrada. Cena con l’immancabile tajine (versione kefta con polpette e pomodori), qualche chiacchiera sulla lunghissima giornata, briefing degli organizzatori sulla tappa di domani e tutti a nanna, chi nelle poche camere a disposizione e chi nelle tende.




Come arrivare al punto di partenza

Boutghrar Marocco

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Inserito da
nonnocarb
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Tipologia
Itinerario da A a B
Inserito il
27.03.2018
Regione
Altro
Tempo Percorrenza
9
Distanza
85
Dislivello
1100
Difficoltà tecnica
medio
Condizione fisica
medio
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15
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