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PELONE NORD-COLLE ROMICITO-COLLE PACEROLO-FOSSO DELLA FUMECHENTA |
L'area boschiva compresa tra il Bosco della Martese e la Valle del Rio Castellano, chiusa ad ovest dalla triade Pizzo di Sevo, Cima Lepri e Pizzo di Moscio è senza dubbio la piu selvaggia e meno conosciuta dell'intera Laga. I telefoni non prendono da nessuna parte, il gps va spesso in tilt o non assicura precisione e in questo posto, se non lo si conosce a menadito, molto facilmente ci si perde, la probabilità di essere ritrovati in tempo utile si assottiglia. Il luogo è frequentato solo da fungaioli esperti limitatamente a qualche mese durante l'anno oppure da qualche rarissimo escursionista. Premesso questo, il mio consiglio è di non avventurarsi da soli, farsi accompagnare da gente esperta, dotarsi di una carta e di un gps ma di non fidarsi troppo di questi strumenti. Per quanto riguarda la traccia che propongo ha bisogno certamente di modifiche migliorative che cerco di spiegare nel corso della recensione onde evitare di tornare a casa eccessivamente provati. Innazitutto consiglio vivamente di affrontare l'escursione nei mesi autunnali ed in condizioni di meteo perfette. Per risparmiarsi inutili e noiosi km di bitume partiamo direttamente dal Ceppo, percorriamo la strada forestale e imbocchiamo il sentiero che porta alle Cascate della Morricana. Proseguiamo ed usciamo sulla parte alta del Fosso delle Cannavine. La segnaletica ed un piccolo sentiero ci guidano fino ad un ampio stazzo dopo aver attraversato dei piccoli fossati. La traccia ora punta ripida in alto e si giunge in portage ad una sella. Seguendo il crinale in pochi minuti siamo in vetta al Pelone Nord. Puntando ad est si inizia a scendere su prati andando più avanti ad intercettare un tracciolino che degrada sulla cosiddetta Sella della Ravetta. Qui ci si immerge nel tratto più selvaggio, intricato e remoto. La parte del Colle Romicito è solcata da una traccia evidente ma che ad un certo punto bisogna lasciare per deviare su un crinale minore che porta al Colle Pratatrelli. Importante è sempre restare in cresta e fiutare il sentiero che di tanto in tanto scompare oppure si divide in innumerevoli camminamenti. Si prosegue per il terzo colle ossia il Colle Pacerolo dove la discesa diviene più ripida e accattivante degradando al Colle Guidotti. Improvvisamente la selvaggia traccia di cresta termina sulla Costa Struito. Sembra che il sentiero conduca al nulla ma volgendo lo sguardo a sx si nota una via che scende decisa nel Fosso della Fumechenta. Il sentiero si presenta piuttosto sporco in quanto poco frequentato ma non oso immaginare che bello sarebbe in condizioni ottimali. Dopo una serie indefinita di tornantini si giunge ad un bivio. In questo punto noi abbiamo scelto di esplorare parte del Fosso della Fumechenta risalendolo per un tratto e poi portandoci sul lato opposto (scelta assolutamente sconsigliata). Infine dopo una breve discesa nel fosso abbiamo erroneamente deciso di concludere il giro a Pietralta. Per far ciò abbiamo dovuto percorrere la noiosa e lunga traccia che risale la vallata del Torrente Castellano. Orbene, giunti al bivio suddetto consiglio due opzioni. La prima è quella di guadare il torrente per poi scegliere se prendere a dx il 325 e chiudere la gita a Colle Pietralta oppure prendere a sx, intercettare la carrabile che porta a Collefrattale e chiudere qui l'escursione. Fidatevi, se non siete amanti del genere wild, scegliete altri itinerari.
FOTO
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CINGHIALE 04/11/2017 Ceppo (TE)
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