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Colle del Birrone - Colle Rastcias - Sentiero Ciclamini |
Percorso che in salita non presenta particolari difficoltà o impegno fisico, ma richiede un buon controllo della mountatin bike in quanto la discesa si svolge su sentiero con un tratto alquanto esposto all’interno di un piccolo canyon. L’ultima parte di discesa poi si sviluppa su un sentiero quasi pianeggiante, ma molto frequentato da escursionisti a piedi nei weekend.
Si prende come punto di partenza la piazza di San Damiano Macra, si riprende la statale SP422 in direzione di Acceglio, dopo circa un centinaio di metri si imbocca a destra la strada asfaltata per Pagliero.
La salita sino alla borgata Chesta rimane asfaltata con una pendenza costante e mai impegnativa; all’ingresso del piccolo borgo posiamo finalmente le ruote sullo sterrato, si prosegue sempre sulla carrareccia principale sino a ricongiungerci con la strada denominata “Strada dei Cannoni” nei pressi del colle del Birrone (1700 m.).
Proseguiamo sulla mulattiera in direzione est passando così sul versante della valle Varaita, il fondo in questo tratto è molto pietroso, ma per fortuna si tratta di pietre ben salde nel terreno quindi si continua a guadagnare quota senza particolare difficoltà; due tornanti destrosi ci permettono di avere dei bellissimi scorci sulla bassa valle Maira.
Raggiungiamo ora il colle Rusciera (2052 m.) che ci riporta in val Maira, passiamo a fianco del monte Ciarm e continuiamo a salire sempre in direzione est, questo tratto di ascesa è il più brutto infatti è cosparso di sassi sul fondo che impegnano la nostra salita.
All’altezza del colle Agnelliera la strada spiana e ci concede un attimo di respiro, pedaliamo per alcune centinaia di metri sino a pervenire in un leggera conca che corrisponde al colle Rastcias (2176 m.).
Giunti nei pressi del colle del Rastcias si nota nel pendio erboso una piccola sella erbosa utilizzata a volte come recinto notturno per le pecore, abbandoniamo così la mulattiera e iniziamo a scendere rimanendo sul lato sud di questa piccola sella.
Dopo pochi metri di discesa ci si immette su una flebile traccia che scende costeggiando un piccolo sperone di roccia; costeggiamo lo sperone passandogli a monte e proseguiamo a scendere tagliando in direzione sud il pendio. A breve si denota una seconda traccia qualche metro più in basso che continua a scendere a valle, ma in direzione opposta.
La traccia affronta alcuni scalini in salita e ci conduce in una piccola conca poco sotto ud un abbeveratoio; qui intercettiamo una traccia più marcata, quindi svoltiamo a destra e riprendiamo a scendere sul sentiero che punta dritto verso una piccola zona pianeggiante adibita anche qui a ricovero per animali.
Giunti al piccolo pianoro erboso il sentiero sparisce, comunque è sufficiente piegare leggermente a destra e proseguire sino al cambio di pendenza del prato, qui si ritrova nuovamente il sentiero.
Si scende verso valle intercettando nuovamente un altro sentiero, svoltiamo a sinistra puntando verso le grange del Piano che è rappresentato da due grange in pietra situate a fianco di un grande albero.
A ridosso della prima grangia giriamo a destra costeggiamo un albero, entriamo nuovamente su uno spiazzo erboso dove il sentiero si perde, anche è sufficiente piegare leggermente a sinistra in direzione sud puntando verso due piccoli arbusti.
Nei pressi delle due piantine il sentiero torna essere ben definito e contrassegnato dalle classiche tecche rosso-bianche.
Il sentiero divalla per alcuni metri poi sin immette in un bosco di nocciolini e prosegue con dei piacevoli tornanti in mezzo alla vegetazione.
La caduta di alcuni alberi ci obbliga in alcuni tratti a fare delle piccole deviazioni rispetto alla traccia originali, tutte le deviazioni son ben segnate e non costringono a scendere dalla nostra mountain bike.
Costeggiata un piccolo rudere si affronta un tornante sinistroso e dopo pochi metri incappiamo nei resti di una brutta slavina, in questo tratto siamo costretti a scendere e oltrepassare il piccolo rio con il mezzo al nostro fianco; appena passato la riva opposta del corso d’acqua si deve affrontare un brutto tratto in salita.
Questa parte di tracciato è una variazione al sentiero originale che la slavina a distrutto, comunque per orientarsi è sufficiente mantenere sempre la sinistra e tralasciare le varie deviazioni che dipartono alla nostra destra.
A breve raggiungiamo un secondo rudere, questo edificio e immerso completamente nella fitta vegetazione del bosco, qui pieghiamo leggermente a destra e in pochi metri rientriamo sulla traccia ben marcata del sentiero.
Ora la discesa non abbandona più il sentiero costeggia alcuni punti panoramici sulla stratta gola che stiamo attraversando sino a pervenire al tratto “aereo” del percorso.
Infatti si è arrivati nel punto più stretto della valle e il sentiero abbandona il bosco e si tuffa nella parete rocciosa; il sentiero si stringe, rimanendo comunque ciclabile per chi ha una buona padronanza del mezzo e non soffre di vertigini. Infatti la traccia presenta curve che sembrano finire nel vuoto e passaggi a pochi metri dalla parete rocciosa, il sentiero è in gran parte con un fondo compatto, ma nel mezzo ha un tratto cosparso di ciottoli che impegnano la nostra guida.
Si ritorna a pedalare nel bosco sino a scendere nel letto del torrente, avendo poca a acqua e facilmente guadabile per proseguire sulla sponda opposta per alcuni metri; ritorniamo sulla sponda destra e dopo un centinaio di metri abbandoniamo il sentiero principale e pieghiamo a sinistra su una traccia meno marcata.
Entriamo così nel “sentiero dei ciclamini”, si pedala su questo fantastico sentiero che alterando tratti in piano a leggere discese ci accompagna sino a Camoglieres.
Appena entriamo nel piccolo borgo teniamo la nostra destra e costeggiamo un piccolo gruppo di case e al primo bivio scendiamo a destra proseguendo sulla seconda parte del “sentiero dei ciclamini”, la pendenza in questo tratto si fa più marcata, ma sempre molto piacevole da scendere in bicicletta, raggiunta la cappella di San Pietro passiamo sotto il suo porticato e ancora qualche metro di sentiero in falso piano e arriviamo sul manto asfaltato.
Scendiamo sulla strada asfaltata arrivati nei pressi di un pilone votivo imbocchiamo il piccolo sentiero che parte a fianco del pilone e affrontiamo due tornanti per sbucare così sulla statale SP422 della valle Maira.
A questo punto non ci rimane che seguire la statale in discesa sino a San Damiano Macra da cui siamo partiti.
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