Alta Via dei parchi- descrizione tappe 10-14

Tappa 10: Rifugio Casa Ponte – Castagno d'Andrea (22/05/2017)
Lunghezza: Km 41,1 - Dislivello salita: 1506 m - Dislivello discesa: 1469 m. - Quota massima 1044 m. Partenza ore 8.00 - Arrivo ore 15,30 - Ciclabilità 98% - Asfalto 7,8 km. - DT: BC+ / DA: BC
Interessante tappa che entra ed esce più volte dal territorio del parco Nazionale delle Foreste Casentinesi attraversando le sue fitte distese boscose, molto articolata dovendosi districare tra le innumerevoli valli che vanno a formare la complessa orografia di questa parte di territorio romagnolo. Si percorre inizialmente un bellissimo e lungo percorso facile in quota, poi con bella pista forestale si raggiunge una delle emergenze più importanti del comprensorio, la famosa cascata dell'Acquacheta, decantata anche dal sommo Poeta. Molto bella, anche se faticosa la lunga risalita per uscire dalla valle, in ambiente solitario e selvaggio. Si torna a pedalare nuovamente in Toscana, sino a raggiungere il passo del Muraglione, poi ancora a lungo al di la dello spartiacque, che tra queste vallate risulta molto meno netto rispetto a quello delle tappe emiliane. Attenzione all'eventuale fango che si potrebbe trovare su alcuni tratti della discesa finale, poi con variante sul percorso originale si evita la fatica di spingere la bici sull’impervio sentiero 14b rendendo la tappa un po' mono faticosa e più scorrevole.

Dal rifugio si risale la facile sterrata sino al passo da dove si è scesi il giorno precedente, con salita dolce e scorrevole, all'ombra del fitto bosco, poi ancora quasi senza fatica si arriva a un impercettibile passo (km 4,7) dove si lascia la carrabile, seguendo le indicazioni Avp e Cai per San Benedetto, per una pista forestale che porta al Colle del Tramazzo. Si segue poi una bellissima strada forestale in quota molto panoramica e facile, diventa BC solo nella parte finale quando si deve affrontare un lungo scivolo su lastrone inclinato, tecnicamente non difficile, ma occorre prestare molta attenzione al ghiaino presente e non prendere mai troppa velocità (BC+). Si tocca l'asfalto (km 9,5) che siamo già nell'alto impluvio che va a formare l’Acquacheta dove procediamo per 4,5 km in comoda salita sulla provinciale n. 55, che lasceremo deviando a sinistra per una pista forestale chiusa da una sbarra senza alcun segnavia. Questo bellissimo percorso, a tratti ombreggiato, con qualche sali-scendi taglia lungamente in quota l'altro versante di un emissario del fosso dell’Acquacheta per terminare improvvisamente presso un cancello per il bestiame. Qui si prosegue su un tratturo malmesso in discesa, poi sentiero, sino a raggiungere le famose cascate dell'Acquacheta (km 21,1). Dopo la sosta di rito con un iniziale e breve percorso non ciclabile si risale la valle, facendo bene attenzione alla traccia del gps per orientarsi nel dedalo di sentieri e tracce presenti. Considerate che il luogo è molto frequentato, soprattutto da camminatori e vi sono tante tracce; cercate di seguire il sentiero 411 compiendo una serie di guadi, se il livello è basso si può pedalare nell'alveo del torrente, altrimenti il sentiero rimane leggermente a monte più a destra. Usciti dal letto del torrente si segue il sentiero 419, una lunga pedalabile e faticosa larga pista forestale che comincia a salire decisamente, con ripidi strappi e oltrepassiamo nuovamente quota 1000 m toccando il bivio per S. Maria dell'Eremo (km 25,8). Ora si prosegue finalmente in discesa su veloce carrabile ghiaiata poi a uno slargo si prende a sinistra il sentiero 00, ciclabile quasi totalmente, che porta al Passo del Muraglione (km 32,2-servizi). Dal passo, dopo l'eventuale sosta si prende il bel sentiero 6 per San Godenzo, un breve tratto BC poi più facile e scorrevole su pista, a rischio fango però, sino a che diventa una carrabile forestale. Al km 36,5 con una mia variante rispetto all’Alta Via evito la risalita non tutta ciclabile a Castagno d'Andrea per il sentiero 14B, restando sulla strada ghiaiata che costeggiando alcune case e un mulino conduce alla provinciale; da qui con moderata e breve salita sono a Castagno d'Andrea e al posto tappa (km 41,1).
Meteo: giornata soleggiata e calda, assenza di vento.
Pernottamento: Posto tappa Gea: pernotto 12€ con uso cucina (economico ma basico, la mia seconda volta in loco avendovi pernottato molti anni addietro durante la traversata Gea in mtb)



Tappa 11: Castagno d'Andrea – Badia Prataglia (23/05/2017)
Lunghezza: Km 32,8 - Dislivello salita: 1242 m - Dislivello discesa: 1178 m. - Quota massima 1528 m. Partenza ore 6,20 - Arrivo ore 12,35 - Ciclabilità 99% - Asfalto 9,4 km. - DT: BC- / DA: BC
Le obbligatorie scelte dovute alla logistica dei pernottamenti fanno si che questa tappa risulti abbastanza breve, ma alla fine ciò è stato piuttosto favorevole permettendomi un adeguato riposo, visto che la stanchezza di tutte le precedenti tappe stava cominciando a farsi sentire, anche in prospettiva delle due tappe successive che saranno abbastanza impegnative. L’intera tappa si svolge all’Interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, attraversandolo seguendo una diagonale nord-ovest, e si conclude a Badia Prataglia che è il centro più grande all'interno del Parco, dove è possibile trovare ogni tipo di servizio, al contrario di molte altre piccole località attraversate sino ad ora e merita la sosta. Pertanto la giornata odierna risulta una facile pedalata di sola mezza giornata che comunque percorre ben tre tappe pedonali dell'Alta Via, prevalentemente su strade carrabili ghiaiate e facili piste forestali, attraversando anche la Riserva integrale di Sassofratino, uno dei più bei luoghi del nostro Appennino, impreziosita dalla discesa moderatamente tecnica all'Eremo di Camaldoli, un luogo mistico che merita senz'altro il tempo di una visita.

Dal piccolo paese il nostro percorso si svolge tra alcune delle montagne più alte dell’Appennino tosco-romagnolo, attraversando distese di boschi che anticipano la ricchezza forestale delle prossime tappe. Si esce dalla parte alta del paese seguendo i segnavia Avp (variante della traccia originale) poi ci si immette strada principale percorrendo i numerosi tornanti sino alla Fonte del Borbotto. Purtroppo la fatica delle giornate precedenti oggi si fa sentire si dalle prime pedalate, le gambe sono stanche per il considerevole dislivello già accumulato, comunque bisogna andare avanti.... Dalla fonte (km 6,3) si continua a salire nella faggeta lungo la pista forestale che porta a Piancastelli, siamo sul versante nord del Monte Falterona, sull’altro versante nasce l’Arno. Si continua poi in direzione sud-sud ovest e attraversando ampie aperte praterie si tocca il Rifugio Città di Forlì (km 13,2), poi con breve discesa si raggiunge il passo della Calla (km 14,5). Dal passo con itinerario bello e classico si segue quindi il percorso che percorre la cresta sovrastante la Riserva di Sassofratino, custode delle più belle foreste del Parco. Si prende la comoda pista forestale (brevi tratti a piedi) che corre nei pressi del crinale fra le riserve integrali di Sassofratino e della Pietra, in uno scenario forestale incantato. Il bosco è una distesa compatta e continua, da cui si esce soltanto nell’isola erbosa, e molto panoramica, della cima di Poggio Scali (km 18,8), raggiungibile con una breve deviazione dall'itinerario principale che si consiglia vivamente. Dopo il Passo del Porcareccio si attraversano alcune radure acquitrinose prima di incontrare la più vasta apertura di Prato Bertone; qui si lascia la cresta per scendere su sentiero un po’ ripido e sassoso (BC-) poi attraverso gli altissimi abeti che accompagnano il cammino fino al muro perimetrale del Sacro Eremo, da dieci secoli straordinaria isola di raccoglimento e preghiera nella selvaggia vastità della foresta (km 24,4). Dall'’Eremo di Camaldoli, dopo la visita direi quasi obbligatoria, per la strada asfalta si sale verso il Passo Fangacci, e in breve si raggiunge l’incantevole radura di Prato alla Penna (è possibile rimanere sulla pista di crinale raggiungendo direttamente Prato alla Penna evitando la discesa all'Eremo, qualora fosse necessario) e da lì il Passo dei Fangacci tagliando attraverso la faggeta (km 28,9). Passato il rifugio Fangacci si scende sulla pista forestale in direzione Badia Prataglia. Una volta giunti al ristorante Il Capanno per il sentiero che corre dietro il ristorante, inizia un divertente MC che scende a Badia Prataglia dove l’antica chiesa abbaziale merita sicuramente una visita, e dove termino questa seppur breve giornata, ma di grande valore storico e naturalistico (km 32,8).
Meteo: giornata soleggiata e moderatamente calda, formazione di nubi termo convettive nel pomeriggio ma senza fenomeni associati.
Pernottamento: Pensione Giardino: mezza pensione 49€ (senza infamia e senza lode, abbondante la colazione)

Tappa 12: Badia Prataglia – Le Balze (24/05/2017)
Lunghezza: Km 57,4 - Dislivello salita: 1977 m - Dislivello discesa: 1801 m. - Quota massima 1377 m. Partenza ore 7,50 - Arrivo ore 16,50 - Ciclabilità 97% - Asfalto 26,9 km. - DT: BC+ / DA: OC
Ecco ormai quasi sul finale un altro tappone, per fortuna sono in perfetta forma, non c’è più traccia dalla stanchezza del giorno precedente !!. Si attraversano le ultime propaggini dei boschi delle foreste Casentinesi in direzione dell'alto grande gruppo montuoso, che si estende senza soluzione di continuità verso est, il Monte Fumaiolo. Costeggiamo ancora l'alto crinale, dove campeggia il Monte Zuccherodante poi, sempre in territorio toscano, la nostra Alta Via scende dal crinale e corre lungamente su asfalto per raggiungere la Verna, col suo bellissimo Monastero, dove è anche possibile fare tappa. Sempre con un percorso molto vario e interessante, sia ciclisticamente sia dal punto di vista del territorio attraversato, nuovamente ricco di ampi panorami si raggiungono altri luoghi di grande spiritualità e misticismo, oltre che di grande rilevanza naturalistica come la Riserva dell'Alta valle del Tevere, mentre il mio cammino prosegue inesorabilmente verso il suo termine.
Lunga tappa che lascia il crinale per puntare inizialmente a sud in direzione del Monte Penna, che sovrasta Chiusi della Verna e ben visibile fin dall’inizio da Badia Prataglia. Dalle case del paese si segue la strada verso il Passo dei Mandrioli per pochi chilometri, dal valico (km 5,7) si segue a sinistra una mulattiera solo inizialmente sassosa che si dirige a oriente, con percorso ondulato e scorrevole fino a costeggiare il M. Zuccherodante sul versante toscano. Poco dopo s’incrocia il sentiero che scende dal Passo della Serra, valico attraversato da una mulattiera che per secoli fu un’importante via fra la Romagna e l’Italia centrale, questo ombroso tratto (MC) può essere molto bagnato dopo recenti piogge, ma non c'è argilla. Giunti a Serra di Sopra (km 11.7) termina la mulattiera e si prosegue per strada inizialmente bianca in direzione sud verso Biforco (km 15,3) e poi si entra nella valletta del Corsalone, di poco a valle di Rimbocchi. Ora si prosegue per un lungo tratto su strada asfaltata in direzione di Chiusi. Arrivati alla Beccia (km 26,5) si gira a sinistra in direzione del Santuario della Verna, varcato un cancello, s’incrocia l’antico viottolo lastricato che sale molto ripido, quale principale accesso pedonale alla cittadella monastica: lungo questa via San Francesco salì al monte per la prima volta quasi otto secoli fa, accolto da uno stormo di uccelli in festa. Supero il santuario (km 27.5) costeggiando il muro di cinta, ma si ricorda che il complesso può essere attraversato, bici alla mano, per visitarne la chiesa e i bei cortili interni. Raggiunto l’ingresso opposto della struttura, si prosegue in direzione del crinale che si allontana verso est.
Per bella e facile pista forestale, uscendo dal territorio del Parco, si sale al Monte Calvano e da qui per gli ampi e panoramici prati sommitali si cala al passo della Pretella (km 32,6). Si prosegue ora per un lungo tratto su larga pista sterrata quasi in piano (segnavia Avp e Cai n.50) e poco dopo il passo delle Gualanciole, dove la pista comincia a scendere, si tiene la destra per imboccare il sentiero 093 (km 37,2). Qui lasciamo anche l'Alta Via pedonale che sale sul crinale poco ciclabile a favore di quest’ombrosa pista in terra che corre parallela al crinale sino al punto in cui le si avvicina maggiormente, alcuni km dopo, dove si riprende l’Alta Via con un breve tratto a spinta di pochi metri. Ora si prosegue sul single track di cresta, all'interno della Riserva dell'Alta valle del Tevere, con tratti brevi a spinta. Proprio su questo crinale, abbastanza lontano da tutto mi capita l'unico inconveniente tecnico di tutta la traversata. La rottura di una delle due parti della falsa maglia della catena, che restano però in sede solo leggermente divaricate. Questo per un attimo mi mette in crisi in quanto non riesco subito a identificare il motivo per cui la catena in trazione si bloccasse sul cambio, mentre girando all’indietro i pedali, tutto scorreva perfettamente. Ci metto un po' a diagnosticare la cosa, con la paura che potesse essere la ruota libera ad aver ceduto. Quando finalmente mi accorgo della subdola rottura un sospiro di sollievo e montando una nuova falsa maglia riesco a ripartire immediatamente. Raggiunte finalmente le pendici di Poggio Bastione comincia la discesa, prima su sentiero (MC+) poi su asfalto che arriva a Montecoronaro (km 46,2) dove, una volta attraversato il paese sempre per asfalto si attacca la salita al Monte Fumaiolo. Si seguono poi le indicazioni per il Rifugio Biancaneve lasciando poco prima del valico l'asfalto e con ripida rampa cementata si raggiunge il rifugio (km 53,0- punto più alto della tappa). Qui è possibile fare una sosta, se aperto, ed eventualmente pernottare, essendo chiuso, mi accingo a proseguire verso il paese delle Balze. Per prati, seguendo l'Alta Via, una facile pista scende nel bosco, passando a monte delle sorgenti del Tevere, e dopo una breve risalita erbosa comincia la bella discesa su mulattiera (BC+, attenzione se bagnato) a lato del Fosso delle Balze. Una discesa molto bella, sull'antica mulattiera di accesso al Romitorio di S.Alberico (bellissimo luogo visitabile con una breve variante o seguendo la traccia originale della Alta Via che di qui transita), fiancheggiata da pilastrini votivi. Termino appena in tempo la tappa nel paese delle Balze di Verghereto, mentre neri nuvoloni cominciano ad addensarsi sul Fumaiolo e i primi tuoni fanno sentire la loro voce, alla fine di una giornata impegnativa ma di grande soddisfazione (km 57,4).
Meteo: giornata coperta con nubi basse e velata in mattinata, poi aperture con sole e caldo, nel tardo pomeriggio nubi convettive da calore e formazione di temporali.
Pernottamento: B&B da Maurizio: 25€ + cena 15€ (quasi tutto chiuso in paese, grande disponibilità del titolare, anch’esso biker- Ottima la pizzeria “da Michele” in fondo al borgo.)

Tappa 13: Le Balze – Lago di Andreuccio (25/05/2017)
Lunghezza: Km 54,5 - Dislivello salita: 1560 m - Dislivello discesa: 2150 m. - Quota massima 1414 m. Partenza ore 8,30 - Arrivo ore 17,10 - Ciclabilità 100% - Asfalto 19 km. - DT: BC+ / DA: BC

Penultima tappa, e ancora sarà una giornata impegnativa, con l'attraversamento del parco Simone e Simoncello e la salita al Carpegna. Fino all'ultimo l’ Alta Via non molla mai, ma è bello così. Ora cominciano a diradarsi le folte coperture boschive che ci hanno accompagnato nelle tappe precedenti, fornendoci ombra e fresca protezione. Il territorio comioncia a cambiare, le prime quinte di calanchi fanno la loro comparsa, sempre meno bosco, sempre più ampi spazi. Toccheremo il culmine sulla vetta del Carpegna, dove la giornata, partita in sordina, inaspettatamente, si apre decisamente regalandomi la vista di Rimini e di parecchi km di litorale, chiaramente distinguibile per l'azzurro del mare. Questa è una tappa con grandi orizzonti, nell'Alta valle del Marecchia, dove non mancano piccoli e incantevoli borghi dal sapore antico, ma anche ciclisticamente valida, varia e divertente, mai difficile e soprattutto l'unica di tutta la traversata completamente ciclabile che non ci fa mai scendere dalla bici né in salita né in discesa! L'unica nota negativa è che sul territorio è presente una preponderante componente argillosa e alcuni tratti sono assolutamente da evitare con terreno bagnato, pena il fatto di dover proseguire a piedi, in quanto diventano davvero impraticabili in bici.
Lasciate Le Balze per piste sterrate trattorabili si sale al poggio Tre Vescovi (km 3,9), e poi giù in discesa alla sterrata che sale da Fresciano (terreno argilloso: qui ho seguito una variante rispetto all'originale traccia che risulta un po' meglio percorribile in caso di fango). Ora si può pedalare su ottima strada ghiaiata raggiungendo lo splendido gruppo di case di Montebotolino, che merita una breve sosta (km 9,8). Quindi la sterrata taglia in quota la dorsale della valle e ci porta a Roffelle (km 13,5) alternando asfalto e sterrati. Un km dopo le case si prende a sinistra su un’evidente pista che attraversa un'azienda agricola e con percorso molto bello e panoramico sull'alto Marecchia si taglia in quota tutta la dorsale della valle e si arriva all'asfalto a valle di Gattara (km 20,7- possibile risalita al borgo per una visita e una sosta alla locanda). Si scende velocemente su asfalto sino a Molino di Bascio sul fondovalle poi si risale sempre su asfalto sul versante opposto, sino alla Torre di Bascio, anch'essa meritevole di visita per il panorama e per la prima vista del sasso Simoncello, ancora molto lontano, ma che raggiungeremo strada facendo. Tornati alle case, termina anche l'asfalto superato l'agriturismo omonimo (km 26,3), ora si deve percorrere un corto tratto di pista molto argilloso e ripido (il temporale della nottata l'ha resa impraticabile in sella), per fortuna è breve e termina su una carrabile ben pedalabile in ghiaia. Qui devo sfangare le ruote che coperte di argilla caricano la ghiaia cominciando ad “allargarsi” oltre la luce della forcella e del passaruota posteriore !! Procedendo in seguito su asfalto si supera Miratoio (km 29,1) e da qui comincia la salita ai Sassi, passando per le case di Ca Barboni (km 33,4). Nel caso si trovasse terreno troppo bagnato o pioggia conviene poco prima di Miratoio seguire la strada asfaltata (wp ed indicazioni Cantoniera) evitando tutto l'attraversamento tra i due Sassi. Per mia fortuna nonostante la pioggia della notte il vento di oggi e l'esposizione al sole hanno asciugato abbastanza l'argilla e riesco a percorrere quasi tutto il sentiero in sella, bellissimo sulle creste di calanco, che passa proprio tra le due rupi. Trovo invece molto bagnato il tratto successivo nel sottobosco, ma per fortuna qui argilla non ce n'è più e si può procedere, anche se a fatica. L'uscita prima di Cantoniera è un vero acquitrino, con rivoli d'acqua lungo il sentiero ma che rimane sempre abbastanza pedalabile grazie anche agli innumerevoli pistini a lato della traccia principale che sono più percorribili. A Cantoniera (km 39,0-servizi) comincia la strada tutta su asfalto tranne un breve tratto che porta al Carpegna. Una bella salita costante ma dolce, dove il “Pirata” veniva ad allenarsi, spesso ombreggiata, chiamata dai locali strada del cippo, in quanto quasi al suo termine era stato posto un piccolo cippo a suo ricordo, ora rimosso. Mi mantengo su questa strada, evitando la traccia originale che prevede una perdita di 120 m di dislivello su sterrata e risalita su asfalto sull’altro versante: entrambe sono valide e portano allo stesso posto. Giunti al valico si oltrepassa il cancello (fonte km 44,6) e una breve salita sterrata porta all'ampia cima ovest del Carpegna al km 45,3 (cippo in sasso- quota 1414). Dalla vasta cima si gode una vista eccezionale, delle aree attraversate nelle giornate precedenti e più avanti anche della costa se le condizioni meteo e di visibilità lo permettono. La discesa è entusiasmante, prima una larga pista sui prati ondulati attraversa tutta l'immensa piatta cima, poi per dorsali prative la discesa diventa più decisa ma mai difficile con qualche sezione più pietrosa (tratti MC+). Talmente panoramica da togliere il fiato, nonostante oramai l'abbia fatta innumerevoli volte ogni volta mi lascia sempre emozionato. Poi diventa una pista su pietre di calcare bianco che invita alla discesa veloce, che sfiora il passo del Trabocchetto (impraticabile in bici ma panoramicissimo). Tenendosi sempre sulla pista, si segue il gps ai diversi incroci, poi con un bivio secco a sinistra si affronta un breve tratto BC+ ripido con sassi mossi (evitabile restando sempre sulla sterrata principale). Infine dopo una sola breve risalita di pochi metri su asfalto si conclude la lunga discesa (quasi 800 m di dislivello) al Lago di Andreuccio, dove si trova il posto tappa per la notte (km 54,5.)
Meteo: giornata coperta con nubi basse e nebbia alla partenza, poi ventilata sino a completa apertura pomeridiana
Pernottamento: Albero Ristorante Lago Verde: mezza pensione 63€ (ormai collaudato durante le traversate degli anni passati, mantiene ottimo servizio e qualità).
Tappa 14: Lago di Andreuccio – Rimini (26/05/2017)
Lunghezza: Km 52,9 - Dislivello salita: 514 m - Dislivello discesa: 1012 m. - Quota massima 684 m. Partenza ore 8,20 - Arrivo ore 13,15 - Ciclabilità 100% - Asfalto 14,5 km. - DT: MC (1xOC+) / DA: MC

Sono ormai alla fine di questa lunga e incredibile traversata, oggi l’ultima tappa, quella più facile anche se abbastanza lunga. La si può percorrere tranquillamente in mezza giornata e la pedalata non presenta difficoltà particolari, non ci sono più grandi montagne da scalare e serie di vallate da attraversare. La tappa è molto piacevole, e nella prima parte si mantiene sulla dorsale orografica destra del Marecchia, panoramica sui numerosi risalti rocciosi caratteristici di questo territorio. Passando per piccoli paesi e sfiorando la famosa rupe di San Leo, si percorrono essenzialmente carrabili sterrate e strade asfaltate a scarso traffico ma non mancano brevi single track a impreziosire il percorso. Poi nella seconda parte, una volta raggiunto il fondovalle è una lunga e rilassante pedalata in costante lievissima discesa tutta su pista ciclabile sterrata sul versante sinistro della valle seguendo sempre il corso del fiume sino alla sua foce in Adriatico e la fine di questo bellissimo percorso iniziato due settimane fa nell’Appennino emiliano, a monte della città di Parma .

Percorso molto vario e articolato che cerca di districarsi in un territorio oramai fortemente antropizzato, alla ricerca del percorso migliore per arrivare a Rimini, evitando il più asfalto possibile pur restando comunque ciclabile e interessante. Essenzialmente in discesa, questa è l’unica tappa dell’intera alta via che abbassa la media degli “oltre 1000 metri” di dislivello quotidiano. Anche se supera anch’essa i cinquanta chilometri, si percorre tranquillamente in una mattinata e può essere “accorpata" a quella precedente, a patto di pernottare a Gattara, guadagnando così una giornata sull'intera traversata.
Seguendo bene le traccia del navigatore su strade secondarie a tratti anche sterrate, si attraversano le frazioni di Cernitosa, Soanne, Antico e di Maiolo, dove si trova la “casa del pane” (km 9.2). Si cavalca un ampio crinale abbastanza panoramico sull’intera vallata, con vari risalti rocciosi in evidenza. Passato Poggio (km 12.0) termina l’asfalto e si procede brevemente su sterrata ormai in vista di S. Leo che si raggiunge in breve (km 15.6- possibile deviazione per visitare l’antico borgo arroccato sul suo alto poggio). Sotto la rupe si tengono le indicazioni per Rimini e poco dopo inizia il primo tratto di sentiero, in salita verso la rupe di Monte Gregorio. Attenzione che nella parte finale il single track, facile sino a quel momento, termina con un passaggio molto pepato (OC + - consiglio di scendere a piedi !!). Una veloce discesa sulla carrabile sterrata sino a Tausano, incantevole gruppo di case dove il sentiero (segnato Cai 95) attraversa il cortile di alcune case e pertanto si raccomanda il massimo rispetto nell’attraversare questa proprietà privata. Un altro simpatico, seppur breve, single track deposita nuovamente sulla strada asfaltata dove si continua sempre direzione nord. Seguendo ancora il sentiero 095 si prosegue alternando asfalto a cavedagne tra i campi (possibile breve tratto fangoso) e per stradelle a Pietracuta, dove si trova il fondovalle. Occorre guadare il Marecchia e in caso di livello alto del fiume si deve arrivare sino al ponte stradale per Torriana circa 2 km di asfalto più a valle. Dall’altra riva inizia quindi la lunga pedalata, molto piacevole su una ciclabile, pressoché tutta sterrata, in costante lieve discesa, che si mantiene sempre sull’argine sinistro del fiume. Seguendo sempre la pista ciclabile, segnalata come percorso naturalistico della valle Marecchia si raggiunge comodamente la foce del fiume, tra le spiagge di Rivabella e Rimini. L’alta via è terminata; in pochi minuti, attraversando il porto canale, si può raggiungere la stazione Fs per il rientro (km 52.9 totali).
Meteo: giornata calda e soleggiata, ventilata e senza nubi
Spese: treno Rimini-Bo € 9,85 + 3,5 bici



Finale: spero che questo mio resoconto serva di stimolo a qualcuno ad intraprendere per intero questa magnifica traversata, che con le 14 le tappe da me individuate è risultata lunga 662 km con un dislivello positivo di 22402 metri, e che tutte le indicazioni qui presenti siano utili alla programmazione e realizzazione dell’impresa !!
Buon cammino a tutti

Michele (Ellyll)

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federico.b

30.04.2018 18:04

grazie per l'ottima descrizione delle tappe.
Ho fatto in questi gg il tratto da Marradi a Rimini e vorrei aggiungere qualche suggerimento ulteriore.
Per fare un tratto in autonomia - senza auto d'appoggio- ho scelto Marradi perchè è l'unica tappa raggiungibile in treno (le autolinee romagnole non accettano le bici).

Tappa1: Il tratto dal passo dell'eremo all'eremo di Gamogna è impraticabile causa frane e piante sul tracciato. Il problema di piante abbattute se ne trovano tante fino su tutto il percorso, speriamo che CAI e Forestali nei prossimi mesi possano pulire un po', per questo primo tratto conviene cercare un alternativa, forse proseguendo un po' su asfalto dopo il passo e prendendo poi il crinale che passa dal Monte Bruno. Al rifugio si sta da dio e si spende poco (35€ , con una cena fantastica).
Tappa 2: nel tratto a nord del Mte Falterona c'è ancora neve , tanta (fine aprile) , c'è da spingere la bici per 1,5km e non si riesce a salire al rifugio Città di Forlì. A Castagno d'Andrea valutate gli altri b&b oltre al posto tappa GEA (molto basico)
Tappa 3: a Badia Prataglia la pensione Giardino sceglietela solo per il risparmio, altrimenti valutate gli altri b&b o hotel. Nella tappa se volete allungare un po' , consiglio la discesa e la visita al monastero di Camaldoli (sempre aperto). L'eremo di Camaldoli invece ha orari di apertura limitati alle messe.
Tappa 4: a Balze vi sconsiglio caldamente l'albergo Belvedere. se invece volete fermarvi in vetta al Fumaiolo, il rifugio Biancaneve è chiuso definitivamente ma hanno aperto un altro posto a 100mt in linea d'aria dal precedente.

In generale: tutte o quasi le discese del tour sono belle, alcune sono strepitose :-)
La suddivisione delle tappe proposta da Michele è dura ma non impossibile, avendo tutta la giornata a disposizione c'è tutto il tempo per prendersela comoda. Inoltre ci sono spesso delle alternative in asfalto per accorciare o velocizzare la tappa
Se volete altre info scrivete in MP

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ellyll
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Itinerario da A a B
Inserito il
10.10.2017
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Altro
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