612 Da Campiello al Monte Cengio attraverso le gallerie di Cesuna.

Referente LUIGI - ( ruotalpina@alice.it ) - Ultima ricognizione: 7/8/2016

SCHEDA TECNICA
Verso Antiorario - Lunghezza = 34 Km - Dislivello Sal/Disc = +890 m
Quote min/Max = 930 / 1350 - Tempo Standard ore 3:20 min
Velocità media = 10,2 Km/ora - Ciclabilità su tempo 93% (a piedi 15 min)
Difficoltà Tecnica = 4/7 MEDIO - GD= 47 MEDIO

DESCRIZIONE:
Dal parcheggio si sale per una stradina parallela alla statale (10 m all'interno) per circa 100 m; poi ci si immette sulla S.S. e se ne percorrono 30 m in discesa, la si attraversa, trovando così uno sterrato dal fondo sassoso dove aveva sede la ferrovia Piovene-Asiago.
NOTA 1: questa descrizione può sembrare eccessiva; è invece utile per evitare di prendere una stradina simile, che parte poco più in basso e che per un tratto si tiene parallela e poco più alta, per cui le tracce si potrebbero confondere. I primi 200/300 m di questa forestale risultano impegnativi per fondo e pendenza: qui il treno saliva grazie ad una cremagliera. Poi la pendenza si addolcisce e nel wp A lasciamo la ex sede ferroviaria per una strada asfaltata che la attraversa.
NOTA 2: Poco oltre, il treno arrivava alla stazione di Campiello (di fronte alla trattoria "Granatieri del Cengio". Qui finiva la trazione a cremagliera e la locomotiva faceva rifornimento d'acqua. Ora la strada risale le pendici del monte Croce; finito il tratto asfaltato si procede su ottimo sterrato fino a passo Popi anche se in realtà si scollina un po' dopo a q. 1320. Scesi al wp C 1260 merita compiere una digressione alla vicina Bocchetta Paù che offre una notevole vista dallo strapiombo sulla Valdastico. Dopo la visita si prosegue, per carrareccia asfaltata,verso il Bar Alpino. Da qui si dipartono più strade; noi prenderemo quella di fondovalle che scende al bivacco Boscon. Qualche tratto è molto sconnesso per cui va affrontato con prudenza anche perché, purtroppo, non è vietato ad auto e motoveicoli. Dal biv. Boscon si tiene ancora il fondovalle passando per il cimitero Inglese. Attenzione a q. 980 dove si lascia la strada principale per deviare a sx: questo ci permette di immetterci sulla ciclabile ricavata dalla ex sede ferroviaria. Verso dx si arriverebbe ad Asiago mentre il nostro percorso prende a sx per Cesuna. E' questo un tratto molto suggestivo con tratti " in trincea" immersi nel fitto bosco e completa la suggestione l'attraversamento di 2 gallerie (illuminate a sufficienza); all'uscita della prima, vari tabelloni illustrano tecnica e storia dell'ardita ferrovia. Dopo il borgo di Fondi si prende a salire verso il Cengio. La deviazione K1-K2 anziché il più diretto K-L, richiede di aprire e richiudere due passaggi ma ne vale la pena. Nel wp M 1185 si lasca la strada che prosegue per Forte Corbin e si devia a sx. Il bel tratto, boscoso, scende di circa un centinaio di m poi risale a q. 1245 dove si trova il ristorante/rifugio Al Granatiere. Per quanto riguarda la digressione al monte Cengio e percorso delle gallerie (2 Km compresa la salita alla cima), da qui avete due possibilità: lasciare le bici assicurate/custodite al rifugio oppure portarle con voi. Ad ogni modo solo i primi 500 m fino al piazzale n1 1301 sono ciclabili. Non tentate di restare in sella: oltre alle difficoltà tecniche e 2 gallerie scarsamente illuminate, si deve dare precedenza assoluta ai pedoni; inoltre il gesto potrebbe essere considerato irrispettoso della memoria dei tanti caduti su questo monte. Infine a piedi si impiega meno tempo e si fa meno fatica. Tornati al rifugio, si risale brevemente prima di affrontare la discesa finale. Dal piazzale Principe di Piemonte si percorre un primo tratto di circa 300 m sulla principale poi si devia sulla stradina che si stacca sulla dx. Si tratta di una strada che, recentemente completata, consentirebbe di scendere fino a Cogollo del Cengio (l'asfalto inizia sotto q. 500 m). Noi ne percorreremo solo una parte; si presta ad una discesa veloce ma conviene fermarsi per ammirare il panorama da qualche tornante che si affaccia sulla pianura. Al 5° tornante destrorso (Q 965) fate attenzione perché si deve prendere il sentierino che si stacca sulla sx. Stretto e su pendio un po' ripido conviene farlo a piedi: lungo solo 150 m, in discesa, "normalmente", se ne esce in 5 minuti). NOTA: l'ultima volta un albero schiantatosi di traverso ci ha costretto a varie peripezie per superarlo. Nel caso non fosse possibile passare oltre si può optare per una via alternativa: scendere ancora di 150 m di quota e nel wp R 810 prendere il sentierino (salita ripida, non ciclabile) che con un tratto di 1 Km e 120 m di dislivello vi riporta al parcheggio di partenza. Se invece riuscite a superare il sentierino, trovate subito dopo uno slargo e da qui una deliziosa stradina, inizialmente a fondo erboso, che vi permetterà di raggiungere rapidamente il luogo di parcheggio.

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Come arrivare al punto di partenza

Se si arriva dall'autostrada della Valdastico, seguendo le ind. x Asiago si percorre la salita del Costo. Appena la strada lascia il versante sud, deviando verso l'interno, potete orientarvi con le tabelle altimetriche a lato strada. Si supera q. 900 e poco dopo (a q. 930) si trova una stradina poco visibile sul lato sx dove bisogna entrare. Ovviamente se accendete il GPS vedete la traccia ed il wp con il simbolo di parcheggio. Si arriva su uno slargo sterrato con ampio spazio.
(Se vi serve un servizio bar, lo trovate circa 2 km più avanti.)

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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
19.10.2016
Regione
Veneto
Tempo Percorrenza
ore 3:20 min
Distanza
34 Km
Dislivello
+890 m
Difficoltà tecnica
4/7 MEDIO
Condizione fisica
GD= 47 MEDIO
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