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COL ROSSET – COL LEYNIR TOUR DEI LAGHI TRA VDA E PIEMONTE |
Non lasciatevi incantare dal titolo bucolico di questo itinerario: oltre l'AM … doti da spaccagneiss sono fondamentali per portare a termine il tour!!
Partiamo da Pellaud 1815 mslm (dal parcheggio sulla strada gratuito!!) e continuiamo a salire fino a Thumel dove, sulla curva a gomito, troviamo la deviazione per il rif. Benevolo; saliamo pedalato il sentiero che supera la stretta gola scavata dalla Dora di Rhemes e, ridiscesi, dopo il nuovo ponte, deviamo verso il col Rosset; superiamo un altro ponte sulla Dora di Rhemes e dopo poco bosco, entriamo in portage arrampicandoci sul lato del fragoroso torrente de Gran Vaudala.
Portage asburgico fin fuori all'asfissiante bosco, poi la stretta gola rocciosa che si apre alla Gran Vaudala con il suo omonimo alpeggio: uno scrigno verde custodito tra le alte pareti del Rosset.
La valle si presta a molti tratti pedalati (… per chi ne macina!!) fino a quota 2600 mslm circa, dove si incontra lo sfasciume e si è “costretti” al portage per gli ultimi 400 m D+; il Dente del Gigante in vista tra le creste verso NO.
Gli ultimi passi per arrivare al colle sono delicati ma non problematici...
Dal col Rosset 3025 mslm si getta lo sguardo al Gran Paradiso, all'elegante e piatta Tresenda ed agli affascinanti laghi del Plan Rosset e del Nivolet in Piemonte.
Giù fino al lago di Rosset 2700 mslm: i primi 50 m d- da farsi a piedi ma poi tutto un mangiaebevi senza sosta: belle le cavalcate sulle rocce montonate!! Una sosta in riva al lago con spuntino ritempra spirito e corpo; in alto la lunga cresta del Taou Blanc, alla fine della quale si apre il col Leynir.
Partiamo per lo spaziale viaggio per il col Leynir 3084 mslm: tutto ciclabile (80%: Dio me ne scampi!) fino al colle a quota 3084 mslm, ma quello che fa impazzire sono le numerose e differenti colorazioni e stratificazioni rocciose che incontriamo: grigio, rosso, bianco, con stacchi netti tra sponda e sponda della valle... un altro pianeta!
Il fondo di ghiaino bel battuto (regno dello smutanda!) può essere abbandonato riuscendo ad arrivare al colle anche in portage, mantenendosi sempre sul sentiero di sx salendo.
Ora viene il bello: per conquistare il sentiero si deve disarrampicare in portage per circa 200 m d-, superando una frana di rocce e ghiaia instabile che scivola sul fondo verglassato, il tutto infarcito di acqua di scioglimento del nevaio: ci sono 10 metri di delicata arrampicata, poi per il nevaio sottostante e per rocce smosse, cercando la traccia migliore fino al pianoro sottostante. Decisa deviazione verso dx scendendo a quota 3000 mslm da dove si seguono gli omini di pietra fino alla fine del lungo deserto sassoso: si cavalca cercando la via migliore: FR on the rock!
Il sentiero originario compie un ampio giro sulla morena laterale di dx, ma noi preferiamo la via diretta al fondo valle, intercettandolo nel Vallon de la Vaudaletta a quota 2550 mslm, con un lungo e simpatico guado del placido torrente.
Da qui il godimento aumenta esponenzialmente perché la discesa inizia con bucolici passaggi su sentieri dei terra battuta, con scorci alpestri segnati da potenti cascate di acqua freschissima; poi continua con canali sassosi e tecnici rock-garden, e termina dopo infiniti tornanti su terra ammantata da aghi di larice vellutata.... infiniti...infiniti!!!
L'estasi plana a Thumel e recuperiamo le auto a Pellaud.
foto
https://www.facebook.com/francysantoni72/media_set?set=a.1188610754503625.1073741965.100000641363898&type=3
1730 m D+
22 km
7/8 ore
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