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PIZZO DI SEVO - TRACCIOLINO DI ANNIBALE - SENTIERO DI SANT'ANGELO |
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Itinerario che solca vie vetuste ma che regala grandi panorami conditi con una buona dose di divertimento. Il Pizzo di Sevo, indipendentemente dala versante dove lo si aggredisca, richiede impegno e pazienza. La sua vetta pare a portata di mano ma non è proprio cosi'. Si parte dal piccolo abitato di Sant'Angelo e si pedala in direzione di Macchie Piane. Per coloro che volessero optare per un'ascesa tutta pedalabile allora devono passare da Collalto e imboccare la strada che sale al Rifugio Investauro dove incroceranno nuovamente la presente traccia. In corrispondenza dell'undicesimo tornante della strada per Macchie Piane prendiamo a sinistra per il bosco di S.Egidio. dop circa quattro km la strada termina e si segue la segnaletica C.A.I. , il vetusto sentiero 373, da percorrere totalmente in portage risale irto sulla destra del Fosso Solagna fino a sbucare poco sotto il Rifugio Investauro. Continiamo a salire su ripida pista panoramica e superato il Monte delle Vene costeggiamo un vecchio recinto di aconfine amministrativo onde raggiungere la bella cresta del Monte Pizzitello. Ha inizio la salita finale al Pizzo di Sevo sfruttando la via a filo dell'affaccio sulle valli sottostanti oppure le tracce sulla Costa di San Lorenzo dove se residua un po' di neve è possibile rifornirsi di acqua. Dalla vetta si affronta il primo tratto di discesa, piuttosto ripido ed impegnativo lungo il crinale sud che degrada al Vado di Annibale. Imbocchiamo ora l'omonimo Tracciolino che taglia trasversalmentre lo Iaccio Piano ed il fosso dei Caprini e scende a Macchie Piane. In corrispondenza dell'inizio della strada asfaltata si transita su una zona prativa piegando decisamente a sinistra fino a stanare la vecchia mulattiera per Sant'Angelo, di recente riaperta e segnalata, seppur non egregiamente allo stato attuale. Il sentiero entra subito nel bosco, traversa verso sinistra presentandosi piuttosto sporco ma sempre ben visibile. Una volta raggiunto un piccolo crinale montuoso a cavallo tra due fossati la traccia si fa' più pulita ma non senza insidie fino divenire giostrosa per gli ultimi quattrocento metri di dislivello. Si esce infine al cimitero di Sant'Angelo dove si può ammirare la quercia di Sant' Angelo o Cerro di Galloro, inserito dal Corpo Forestale dello Stato nel registro degli alberi monumentali d’Italia.
CINGHIALE 02/07/2016 Sant'Angelo - Amatrice (RI)
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rpapero
03.07.2016 17:32