Monte Paolo lungo, da Santa Lucia

Uno dei classici giri che facciamo in estate dopo al lavoro, e lo concludiamo con i piedi sotto il tavolo del ristorante Manueli.
Non è difficile, asfalto + carrabile ghiaiata + qualche pezzo piu' scosceso che comunque fanno anche le nostre donne. C'e' un po' di salita (1.200 m d+) e di solito impieghiamo 3 ore per percorrerlo tutto. Se siete della zona ne avrete sicuramente fatto dei pezzi.
La traccia parte dal piazzale del ristorante Manueli. Uscendo dal piazzale va a sinistra per asfalto per un paio di chilometri, poi si svolta a destra in via Sandrona e, subito dopo, a sinistra in via Lodolone. Qui la prima salita scaldagambe (o spaccagambe fredde) alternata da saliscendi su asfalto e ghiaiata, larga, facile. Qui di solito si sentono commenti del tipo: "pero', anno scorso tirava di meno, qualcosa è cambiato".
In fondo a via Lodolone si incontra la strada che dalla samoggia va a Merzeno (via oriola - via pietramora). La prendiamo svoltando a sinistra su asfalto e si scende in picchiata fino ad arrivare alla strada principale della samoggia, via samoggia, appunto. Sulla principale si svolta a destra, verso il passo del Trebbo, e dopo un paio di curve si incontra a sinistra una strada ghiaiata che scende dall'eremo (via monte Paolo). La ignoriamo (la faremo scendendo) e saliamo su asfalto. La via samoggia diventa da qui via Urbiano. Salita lunga, tutta asfaltata, che porta a quota 500m. Passiamo la chiesa di san Savino (via Urbiano cambia nome in via san Savino) quasi in cima e proseguiamo in direzione del Trebbo. Tenete occhio alla traccia, in una curva a destra c'e' uno svincolo ghiaiato a sinistra, con una cassetta delle lettere rossa e l'inizio di via Cella. Qui scendiamo rapidamente per la ghiaiata via Cella, fin dentro la valle che separa il Trebbo da monte Paolo.
In fondo alla discesa, dopo essere passati di fianco a una splendida tenuta da poco ristrutturata, si gira a destra attraversando il torrente e si prosegue sulla salita ghiaiata carrabile che sale su a monte Paolo. Ancora in salita, ad un certo punto si arriva ad una curva con parapetto che da su un bel panorama della valle. Ancora su (potete seguire la traccia per una piccola scorciatoia o rimanere sulla ghiaiata principale, poco importa), una volta in fondo si imbocca l'asfaltata "in quota" che porta rapidamente alla chiesa dell'eremo di sant'Antonio (eremo di Monte Paolo) che ci troviamo di fronte. Qui c'e' panchina per fermarsi un po' e fontana per l'acqua. Siamo i benvenuti ma non fare troppo rovescio, siamo comunque nel piazzale di un luogo di culto. E se c'è un eremo è probabile ci sia qualcuno che non gradisce troppo "il casino".
Poco sotto c'e' la grotta di sant'Antonio. Visitatela ma andateci a piedi. I frati del luogo ci hanno chiesto di non scendere in bici. Siamo a casa loro, rispettiamo quello che ci è stato chiesto.
Si prosegue passando a fianco della chiesa, a sinistra, si transita di fianco all'eremo e la strada diventa ghiaiata. Fino ad incontrare l'ingresso di una casa. Qui si svolta a destra, in discesa, per una scassata percorribile anche in jeep, il pezzo piu' divertente. Occhio se piove, c'è argilla. Facendo attenzione ai canaloni scavati dalla pioggia si va avanti lungo la traccia, direi che non ci si puo' sbagliare, si passa sotto una linea elettrica, si prosegue lungo la traccia e ad un certo punto, dopo un po' di salita, si gira a sinistra 90 gradi in una bella scassata in rapida discesa (20%, mi sa) che di solito chiamiamo "la direttissima" perche' scende dritta nella valle. Non percorribile in inverno causa fango. Scendiamo con dovute cautele, specie se e' notte e se c'è qualcuno poco pratico.
In fondo a questa si gira a destra nella valle, su ghiaiata carrabile (via monte Paolo). La si percorre tutta e sbuchiamo di nuovo sulla asfaltata della samoggia, dalla strada ghiaiata che abbiamo ignorato salendo.
Giriamo a destra sulla samoggia asfaltata. Se stiamo su questa arriviamo direttamente al parcheggio dopo qualche chilometr.
Per non farsi mancare nulla, dopo poco incontriamo a destra "via croce", stretta asfaltata, conosciuta in zona col ridicolo soprannome de "il piccolo Stelvio". La imbocchiamo e, sbuffando sui suoi tornanti, saliamo con notevole pendenza (anche 18%) sul monte Fortino.
Arrivati in cima si gira a sinistra sulla san Mamante e si fa qualche chilometro di saliscendi. Si passa davanti alla croce, si passa la "locanda della fortuna". Occhio che subito dopo il "convivio" (agriturismo) si gira a sinistra sulla ghiaiata per Oriolo dei fichi, chiamata via dell'amore. Forse perchè una volta era luogo "d'imbosco"? Boh. Breve fuoristrada a bordo campi e si giunge alla torre di Oriolo con relativo borghetto. Si prende l'unica asfaltata che parte dalla piazzetta di Oriolo e si scende. A questo punto ci si ritrova di nuovo sulla san Mamante e si va a sinistra, in fondo alla medesima si gira di nuovo a sinistra per santa Lucia delle spianate, appena passato l'abitato siamo di nuovo da Manueli.
Si puo' fare anche partendo direttamente da Faenza, ma la strada per santa Lucia e' stretta e le macchine vanno a razzo. Meglio allora andare al "ponte rosso" e prendere la strada del poligono di tiro (via san Martino) che porta in zona e in bici è più sicura.

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Come arrivare al punto di partenza

Dalla bella piazza di Faenza si imbocca corso Saffi in direzione est. Si passa il semaforo e il fiume Lamone e subito si svolta a destra. Alla rotondina si rimane a destra, lungo l'argine del fiume, e si prosegue sempre dritto verso santa Lucia delle Spianate.

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Infos

Inserito da
The_Farmer
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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
01.04.2016
Località
Faenza, santa Lucia (sàta Lùsa)
Regione
Emilia-Romagna
Tempo Percorrenza
3 ore
Distanza
41 km
Dislivello
1.200 metri
Difficoltà tecnica
medio-facile
Condizione fisica
medio duro
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