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Tour d'Arbolle |
Itinerario che presenta lunghi tratti cicloalpinistici estremi.
Abbiamo deciso di percorrere questo giro in due giorni per goderci i paesaggi e per sfuggire al torrido luglio di quest'anno (anche a 3500m si stava a petto nudo).
Partenza da Cogne con la classica salita all'Invergneux che ormai hanno fatto tutti. Strada asfaltata e poi sterrata con pendenze talvolta toste ma sempre ciclabile, ultimi 100m di spintage per raggiungere la cima e poi è la sagra del flow con una bella discesa veloce interrotta in prossimità di alcuni alpeggi a Pralognan.
Da qui inizia un bel sentiero pedalabile fino a Grauson superiore.
Siamo a 2500m ed ora si carica la bici in spalla.
Impossibile non fermarsi ai tre laghetti di Lussert per una pausa, sono veramente belli!
Da qui gli ultimi 250m di dislivello sono impegnativi, portage su sfasciumi fino al colle di Laures a 3035m.
Da qui si apre una vallata selvaggia, molto più rocciosa ed infatti ci tocca portare la bici in spalla per 150m in discesa e poi per altri 250m in salita fino al passo Arbolle a 3150m.
Questa salita è veramente difficile con il sentiero che in certi punti è sparito: bisogna arrampicare su sfasciumi e dove capita, sempre con pendenze assurde e fondo cedevole, noi ci siamo un pò cagati sotto. Scarpe buone ed esperienza non bastano.
Ecco che finalmente inizia la discesa... ahhhahaha. Dai 3150 a 2950 si fa con bici in spalla attraversando anche qualche nevaio, da 2950 a 2800 è molto tecnica, come dicono i francesi T5++ e T6. Da 2800 al rifugio è molto tecnica ma fattibile se avete una buona bici da enduro ed un buon controllo del mezzo.
Per arrivare al rifugio sono altri pochissimi metri di bici in spalla ma le fatiche della prima giornata sono concluse.
Al rifugio ci hanno presi per pazzi anche perché secondo loro siamo i primi ad essere arrivati li in bici. La struttura è moderna e molto bella ma il rifugista e la sua famiglia hanno saputo trattarci con simpatia e cortesia e questa cosa ci è piaciuta un sacco perché sembra di essere coccolati, come a casa dalla mamma. Si mangia molto bene e si spende il giusto.
Per la cronaca anche Angelo il rifugista è poco registrato come noi... fa le urban downhill con i pattini.
Il giorno seguente ci svegliamo presto ma facciamo tutto con calma, pedaliamo il primo tratto di salita solo per farci vedere dai rifugisti e gli ospiti, appena girato l'angolo ci carichiamo le bici in spalla e risaliamo come dei pazzi verso il colle d'Arbolle.
Io testardo come un mulo la porto su oltre la parte non ciclabile, poi a circa 3000m cerchiamo un posto nascosto e le abbandoniamo con l'antifurto (senza perno), ma anche con perno sfido a trovare un folle che la porti giù da qui.
Ora inizia una bella escursione a piedi: fino al passo dei tre cappuccini è abbastanza facile salvo l'ultimo tratto e poi inizia un sentiero poco battuto con la traccia difficile da seguire, diversi tratti in arrampicata facile su rocce (senza bici in spalla si sale veramente forte) e finalmente raggiungiamo la vetta dell'Emilius, 3559m! E che spettacolo, abbiamo trovato una giornata perfetta, caldissima e senza nuvole.
Il panorama da qui è uno dei più maestosi in assoluto, si vede tutto ma proprio tutto!
Dal Rosa al Bianco a nord ed il Gran Paradiso a sud ovest con un'apoteosi di laghetti a far da contorno ed a pochi passi la becca di Nona, il secondo obiettivo di questo tour che abbiamo deciso di lasciare per un'altra gita:
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/14795
La discesa a piedi non è noiosa perché i passaggi tecnici sono belli tosti ed una volta ripresa la bici affrontiamo il trail fatto poche ore prima cercando di migliorarci su qualche passaggio un pò al limite.
Arrivati a valle ci domandiamo, dove diavolo è questo sentiero? Non si vede una traccia e già siamo in panico pensando che dovremmo salire ancora per 300m su sfasciumi ed arrampicare come stambecchi dementi... invece una volta superato il torrente troviamo degli ometti ed il sentiero impenna ma è una bellissima scalinata verticale... tipo quelle scale altissime che portano in mansarda ed arriviamo con i quadricipiti provati al col Garin 2815m dove la mia mente malata trova delle divagazioni per raggiungere una vetta... ma dopo una dormitina rigenerante mettiamo le protezioni ed iniziamo l'ultima discesa.
I primi metri sono veramente vert e con fondo smosso, poi quando le ruote smettono di galleggiare inizia un bel rock and roll dove si fa fatica a trovare il ritmo per via di alcune risalite e tratti a piedi.
Giunti all'alpeggio Arpisson mi ricordo che avevo già fatto una bella discesa:
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/10842
Invece oggi proseguiamo verso destra ed inizia una serie infinita di tornantini, sempre abbastanza facili. Prima con un fondo roccioso-erba e poi quando entriamo nel bosco troviamo la "moquette", il gran finale è su un bellissimo singletrack superflow dove possiamo finalmente mollare i freni e spegnere il cervello.
Da Epinel rientriamo a Cogne e ci godiamo un meritato gelato.
Foto qui
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Per info sul rifugio
http://www.rifugioarbolle.it/it/
Ciclabilità in salita: 65% il primo giorno 5% il secondo giorno
Ciclabilità in discesa: 85% il primo giorno 95% il secondo giorno
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Commenti
lazzadielle
26.01.2020 23:41