TRAVERSATA DEI MONTI DELLA LAGA

Una prima assoluta dedicata a Pino, di cui fu l'idea con Mirco.


Partiamo alle 05:30 con le prime luci dell'alba da Case Isaia sul lago di Campotosto 1330 mslm e sorpassiamo lo sbarramento del Fucino; dopo poche centinai di metri sulla destra sale la carrareccia che conduce al Coppo 1606 mslm SI 300 e al bivio con tabella sent 301.
Penetriamo nel silenzioso lecceto, ammirando l'alba sul lago, ne usciamo un po' pedalando, un po' in poussage alla radura del Coppo, lasciando in mezzo ai prati il sentiero che continua verso NO; noi puntiamo a NE, salendo in portage il ripido prato fino a rientrare nel bosco (segnali inesistenti, poi più sopra il sentiero diverrà a tratti evidente). Ancora su prato di falasco illuminato dal primo sole e mosso dall'amico vento, saliamo senza dubbio verso gli spalti rocciosi del Peschio Menicone 1955 mslm, lasciandoli alla nostra SX e, approfittando a tratti dell'avaro sentiero 301, guadagniamo il Colle del Vento 2010 mslm e la nostra prima vetta: il Monte di Mezzo 2155 mslm alle ore 07:45. Un avvio di giornata spettacolare, clima perfettamente refrigerante con vento da N, niente nuvolaie, sole vitale e un panorama che già ci inebria a 360°: Gran Sasso, Velino e Sirente, Terminillo, Sibillini.....!!!! …..sarà così per tutta la giornata.....
La prima discesa presenta una difficoltà selettiva per il giro: a quota 2100 mslm si debbono superare alcuni spalti di roccia in arrampicata su terreno esposto e friabile, cercando la via logica più semplice per la discesa: occorre un passamano di bici, per cui meglio essere in due o tre.... esperti.... si raccomanda di evitare con il bagnato!
Continuiamo su terreno più sicuro fino a quota 1960 mslm della Sella della Laga: qui inizia un intenso portage che ci condurrà a quota 2369 mslm della Cima della Laghetta, attraverso prati a pascolo equino, canali con neve tarda e un'aerea cresta arenarica che incornicerà il panorama del lago di Campotosto a O, mentre verso E in basso la Valle Sacrestia ornata dai nevai. Ore 09:45.
Il vento moderato fresco da N ci accompagnerà per tutta la giornata, a volte fastidioso, ma prezioso per il suo aiuto: ricordo che per l'intero giro non è possibile avere dei rifornimenti d'acqua se non scendendo su qualche nevaio, né refrigerio da ombra!
Puntiamo verso il massimo di quota: Monte Gorzano 2458 mslm in portage impegnativo, ma ben mitigato dalla visuale ampia sulla Valle delle Cento Fonti e la Costa della Troie, ed a O con il Fosso d'Ortanza, aspro e roccioso. Ore 10:45.
Monte Pelone 2259 mslm è il prossimo obbiettivo: con una bella e tecnica discesa ci lasciamo il Gorzano alle spalle, aggirandolo verso O e poi NO su prati e creste bellissime di arenaria, con lo sguardo dentro il Fosso della Pacina e del Pelone; fino a quota 2200 mslm da dove bisogna risalire con modesti saliscendi. In portage fino alla semplice vetta alle ore 11:30.
Dal Pelone si scende aggirando tutta la testata della Pacina e della Solagna: anche qui i saliscendi non mancano, ma gli scorci sui fossi sottostanti sempre più scoscesi e rocciosi, fanno dimenticare le fatiche; tratti divertenti di sentiero roccioso si alternano al prato. Transitiamo sotto Pizzo di Moscio e ne discendiamo la spassosa cresta O fino a quota 2250 mslm; si risale in portage verso Cima Lepri 2435 mslm prima su prati e, in ultimo, su nevaio (evitabile). Ore 13:45.
L'euforia sale dopo tanta strada: visto l'ottimo orario di marcia, grazie al vento che ci rigenera dalle fatiche e ci evita gli spiacevoli accumuli di nubi pomeridiane, ma, soprattutto, la vista del Pizzo di Sevo 2419 mslm, nostro ultimo obbiettivo di rilievo. La discesa della cresta NO è la più entusiasmante della giornata: il sentiero cavalca affilate lastre di arenaria, poi si placa e surfa dentro verdi doline e canali di vellutata erba lussureggiante.... poi dentro nella roccia del Vado di Annibale a 2120 mslm.
Scendendo, uno sguardo va al Pizzo di Sevo e alla sua famigerata cresta SE: un muro di erba e detriti che ci impegnerà per 300 m D+ di lussurioso portage!! La prospettiva inganna: è peggio quando, con la fatica accumulata, ci stai sopra!! ...ma il Monte viene vinto , prima con larghi tornanti sui pratoni SE, poi imboccando la lingua detritica S; passo dopo passo ci proiettiamo in vetta con ineffabile soddisfazione!! Ore 15:00.
Scendiamo sui prati sconfinati senza sentiero in totale libertà e relax, godendoci gli arcigni affacci rocciosi del Pizzitello 2221 mslm, giungendo al Termine (cippo che indica il punto di confine fra Marche, Abruzzo e Lazio) presso Macera della Morte 2073 mslm: da qui un filo di Arianna sottile e ben battuto ci conduce per la Costa di Piangrano, sopra la bellissima valle della Corte e la Costa Ceresola; il sentiero si trasforma in strada di terra a 1900 mslm, passa per la prima e unica fonte del giro (restaurata recentemente), e ci accompagna al monte Comunitore per il bosco a Passo il Chino , dal quale si discende a valle con una “troppo” comoda carrareccia.
Finiamo il giro a Trisungo 600 mslm alle ore 17:45.

tutte le foto qui https://www.facebook.com/francysantoni72/media_set?set=a.968203446544358.100000641363898&type=3

Mirco Foracappa - il Cinghiale -
Fabrizio Rosini - Gipsy -
Francesco Santoni - Portage -
… e Pino Sabbatini
12 ore
2350 D+
3070 D-
46 km

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Tipologia
Itinerario da A a B
Inserito il
01.07.2015
Regione
Altro
Tempo Percorrenza
12 ore
Distanza
46
Dislivello
2350 D+ 3070 D-
Difficoltà tecnica
diff
Condizione fisica
duro
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